Palazzo Zanca, la maggioranza scricchiola sempre di più. Ma l’opposizione…

Palazzo Zanca, la maggioranza scricchiola sempre di più. Ma l’opposizione…

Palazzo Zanca, la maggioranza scricchiola sempre di più. Ma l’opposizione…

sabato 21 Novembre 2009 - 09:05

L’ultimo scontro tra parte del Pdl e Udc ha riproposto un tema: su quali numeri può contare il sindaco Buzzanca? Il Pd intanto prova a serrare le fila, e per la prima volta torna a riunirsi in blocco

Più volte, dall’inizio del mandato amministrativo che ha condotto Giuseppe Buzzanca alla fascia tricolore, abbiamo parlato di maggioranza in crisi, di numeri carenti, di scontri interni al centrodestra. Ma quella che stiamo vivendo in questi giorni appare la fase critica di questo percorso, soprattutto alla luce dello scontro tra parte del Pdl (peraltro proprio quella che fa riferimento al sindaco) e l’Udc. Dal senatore Gianpiero D’Alia sono arrivati siluri: nei confronti del vicepresidente del Senato Domenico Nania, punto di riferimento storico di Buzzanca, reo di non aver votato a Palazzo Madama l’emendamento dei 100 milioni pro-alluvionati; ma anche nei confronti dello stesso primo cittadino, accusato di poca trasparenza e di troppe carenze nella gestione dell’ufficio commissariale. Negli stessi giorni si sono consumati altri scontri tra Udc e Pdl, ed in particolare con l’assessore Gianfranco Scoglio, che già in passato era stato bersaglio di una richiesta di dimissioni (mica roba da poco) dello stesso D’Alia. Terreno di battaglia il piano paesaggistico, esaltato da Giovanni Ardizzone e “ridimensionato” prima da Scoglio e poi dall’assessore regionale Nino Beninati; e poi la Stu Tirone, “pallino” dell’ex city manager, osteggiato duramente da Giuseppe Melazzo in commissione Urbanistica, seguendo una posizione non isolata nel partito ma condivisa dai vertici. A tutto questo dobbiamo aggiungere piccoli movimenti che assomigliano un po’ ai primi sintomi di un virus. Si pensi, ad esempio, alla mossa di “affiancare” all’assessore Franco Mondello, anche lui Udc, un esperto nei rapporti con le circoscrizioni, Ciccio Rella, nonostante una delle deleghe di Mondello riguardi proprio i quartieri. Parlando dei rapporti con l’Udc parliamo dell’incidenza di cinque assessori su sedici e soprattutto di nove consiglieri comunali su una maggioranza già risicata di suo.

Perché l’Udc non è certo l’unico grattacapo di un centrodestra che già altre volte ha “vacillato”. Si pensi alla posizione della frangia del Pdl che fa riferimento a Carmelo Briguglio, nemico giurato del duo Buzzanca-Nania: in testa Nello Pergolizzi, seguito a ruota da Trischitta e Canfora. Se a loro si aggiungerà Giovanna Crifò, come dovrebbe accadere a breve, la nascita del Pdl Sicilia anche a Messina (simbolo permettendo) sarà cosa fatta. Ma la voce del dissenso in consiglio comunale potrebbe presto riguardare anche la corrente Germanà, con il duo Burrascano-Spicuzza sul piede di guerra, dopo aver chiesto una verifica di giunta mai avvenuta, pena l’autosospensione del partito. Quanto successo in questi ultimi giorni attorno e a proposito della questione alluvione, ha riproposto un altro tema ancora, oggetto di discussione anche tra i corridoi di Palazzo Zanca: qual è il reale peso politico di questa amministrazione a Roma? Le promesse di fondi non bastano, forse arriveranno, forse no, e chissà in quale quantità. Ma l’impressione è che in questo come in altri casi di questi anni il Governo non abbia tenuto in considerazione Messina, a livello politico, come fatto invece con Catania e Palermo. E la nomina di Raffaele Lombardo, e non del sindaco Buzzanca, quale commissario delegato per l’emergenza la dice lunga, e pare non essere stata digerita fino in fondo dal primo cittadino.

Ma in tutto questo, viene da domandarsi, l’opposizione che fa? Sembra affidarsi troppo spesso ad azioni sporadiche, sicuramente valenti ma che non danno l’impressione di rispondere ad una regia o meglio ancora ad una strategia. Eppure i numeri e le possibilità di mettere all’angolo questa maggioranza ci sarebbero. Ma troppe assenze e poca incisività politica sono alcuni dei mali di un Pd che sembra come il calciatore che arriva in una squadra nuova e non riesce a trovare subito la posizione in campo. E intanto alcuni pezzi vanno via. Dopo mesi di tira e molla Paolo Saglimbeni, dopo Marcello Greco, ha lasciato il partito: per ora è al gruppo misto, ma pare che presto, invece di raggiungere l’ex collega di Nuova Sicilia all’Udc, si possa accasare nel Pdl sponda Corona. Proprio per serrare le fila, negli ultimi due giorni il Pd ha svolto ben due riunioni, una “collegiale” a trecentosessanta gradi giovedì pomeriggio a Palazzo dei Leoni, di quelle che, giurano diversi esponenti del partito, non se ne vedevano da mesi, se non di più. Forse è stato intuito che il momento è caldo, e farsi trovare impreparati proprio oggi significherebbe aver perso politicamente una seconda volta.

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