Palazzo Zanca rischia il dissesto finanziario, ecco quali sarebbero le conseguenze

Palazzo Zanca rischia il dissesto finanziario, ecco quali sarebbero le conseguenze

Redazione

Palazzo Zanca rischia il dissesto finanziario, ecco quali sarebbero le conseguenze

martedì 27 Novembre 2007 - 12:29

La politica è divisa: D'Alia ha chiesto al commissario Sinatra di dichiararlo, secondo il centrosinistra va scongiurato, e l'Mpa chiede di contenere le spese per evitarlo. Ma cosa succederebbe alla città?

Su Palazzo Zanca torna ad aleggiare, inesorabile, lo spettro del dissesto finanziario. Se ne parla da anni, e da anni da più parti si dice che il Comune sia sul punto di dichiararlo. Ci si è andati molto vicini due anni fa, al momento dell’insediamento dell’allora neo sindaco Francantonio Genovese. Il quale, insieme all’assessore al Bilancio del tempo Mario Centorrino, poté constatare, e lo sottolineò più volte, la situazione disastrosa delle casse comunali. Genovese avrebbe potuto dichiarare subito il dissesto, “scaricando- le responsabilità a chi aveva gestito il Comune prima di lui, rinunciando però ad una certa libertà d’azione che un sindaco vincolato dal dissesto inevitabilmente non può avere. Genovese preferì evitare, come fecero prima di lui altri amministratori, e diede mandato al suo “uomo delle finanze- Centorrino di risanare il bilancio. Impresa ardua, quasi titanica anche per un economista di fama nazionale. Le casse hanno continuato a svuotarsi, i disagi non sono affatto diminuiti, tutt’altro, e lo spettro è tornato a farsi vedere a fasi alterne, l’anno scorso quando i servizi sociali battevano cassa, quest’anno quando a chiedere boccate d’ossigeno sono state Atm e MessinaAmbiente. Oggi Genovese non c’è più, e nemmeno Centorrino, il cui incarico di assessore al Bilancio è terminato non per volontà “giudiziaria-, ma per una rimodulazione di deleghe voluta dal sindaco stesso. Oggi a Palazzo Zanca c’è Gaspare Sinatra, commissario che sta facendo parlare molto di sé, e che ieri mattina, nel corso dell’ennesimo vertice in prefettura sulla crisi dell’Atm, ha senza mezzi termini ammesso che le casse comunali sono vuote, una situazione finanziaria «al collasso». Manco a farlo apposta, proprio il giorno prima, nel corso del congresso cittadino dell’Udc, il deputato nazionale Gianpiero D’Alia s’era rivolto proprio a Sinatra facendo due appelli in uno: invece di pensare al futuro urbanistico della città, dia un’occhiata al bilancio, e dichiari il dissesto finanziario. Sempre domenica il neo coordinatore provinciale del Pd Franco Rinaldi aveva rimarcato che la crisi economica di Palazzo Zanca non si potrebbe imputare al solo anno e mezzo di gestione Genovese, e che comunque un’eventualità del genere andrebbe scongiurata per il bene di tutti (concetto ribadito ieri anche dall’ex city manager Emilio Fragale). Oggi anche l’Mpa (che molti sostengono sia il partito “di riferimento- del commissario) hanno incontrato Sinatra, per chiedere «il massimo rigore nel contenimento della spesa» e di ridurre «al minimo l’eventuale ricorso a dirigenti, consulenti e professionisti esterni», «per evitare il concreto rischio della dichiarazione dello stato di dissesto». Ma cosa dice la legge a questo proposito? Nell’approfondimento spulciamo il Testo unico per gli enti locali, riferimento normativo per la questione, ma in sintesi il quadro è questo: verrebbe inviato un organo straordinario di liquidazione, che gestirebbe tutta la procedura di risanamento; il Comune non potrebbe più contrarre mutui, tranne rare eccezioni, e non potrebbe impegnare somme oltre certi limiti; inoltre per cinque anni tutte le imposte locali e le tariffe verrebbero aumentate fino al massimo previsto dalla legge; lo Stato finanzierebbe un mutuo per il risanamento del bilancio stesso.

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