Parla l’unica dipendente dell’Ente Porto: «Impegnati per l’economia della città, non per le discussioni da salotto»

Parla l’unica dipendente dell’Ente Porto: «Impegnati per l’economia della città, non per le discussioni da salotto»

Parla l’unica dipendente dell’Ente Porto: «Impegnati per l’economia della città, non per le discussioni da salotto»

martedì 02 Febbraio 2010 - 15:04

Il segretario dell’Ente, la dott.ssa Gaetana Cannavò: «Abbiamo lavorato per adempiere ai compiti istituzionali affidatigli. Chi parla dovrebbe conoscere meglio i fatti: compreso il decreto legislativo del dicembre 2009 sul Punto Franco e la sentenza del Cga del 25 gennaio»

Più volte si è ironizzato sul fatto che l’Ente Porto avesse una sola dipendente, con funzioni di segretario. Si tratta della dott.ssa Gaetana Cannavò, che nei giorni in cui l’Ente per cui lavora è tornato prepotentemente sulle prime pagine della cronaca locale, alza una barriera protettiva e fa alcune precisazioni, con un comunicato stampa al “veleno”. La dott.ssa Cannavò specifica che l’ente «è attualmente privo dei suoi organi statutari perché decaduti e non è ancora arrivata alcuna comunicazione ufficiale della nomina di un commissario. La politica seguita dall’Ente in questi ultimi anni è stata quella di lavorare per l’adempimento dei compiti istituzionali affidatigli e per rivitalizzare l’attività economica della città, ormai al collasso con un tasso di disoccupazione intollerabile, e, pertanto, non ha potuto unirsi alle discussioni salottiere sull’inutilità dell’Ente e sull’impossibilità di realizzare il Punto Franco».

«Nella mia qualità, da alcuni definita di “unica dipendente” e prossima alla pensione – continua la dott.ssa Cannavò – oggi, di fronte al rinnovarsi degli attacchi, mi vedo costretta a sottoporre alla pubblica attenzione due fatti: il decreto legislativo n. 179 del 1 dicembre 2009, entrato i vigore il 15 dicembre, che ha inserito la legge istitutiva del Punto Franco fra le disposizioni legislative anteriori al 1° gennaio 1970 di cui si ritiene “indispensabile” la permanenza in vigore; la sentenza n. 91/10 del Consiglio di Giustizia Amministrativa del 25 gennaio scorso con la quale viene riconosciuta la piena titolarità, all’Ente Porto, delle aree su cui insistono la perimetrazione del Punto Franco di Messina (il cui progetto di recinzione aveva già avuto tutte le autorizzazioni necessarie sin dal 1992, ed era in fase di attuazione, quando l’intervento dell’Autorità portuale di Messina bloccò ogni iniziativa in proposito) e le due strutture industriali (Bacino di carenaggio e Stazione di degassificazione) realizzate dall’Ente quale espressione della Regione Sicilia».

Secondo la segretaria dell’Ente porto «la sentenza menzionata si è pronunciata anche sulla sovrapposizione delle competenze dell’Ente Autonomo Portuale e dell’Autorità Portuale, ritenendo che le aree su cui insistono le competenze dell’Ente debbano intendersi escluse dalla circoscrizione territoriale dell’Autorità Portuale che può esercitarvi solo un controllo di polizia. Un ulteriore contributo alla discussione potrebbe essere offerto dai risultati della riunione tenutasi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2004, così come il parere del Consigliere di Stato dr. Riondino, che hanno riconosciuto la normativa sul Punto Franco di Messina ancora valida e non in contrasto con la normativa europea. Pertanto – conclude polemicamente la dott.ssa Cannavò – chi si riunisce nel salotto per conversare sia informato su quel che dice anche per evitare brutte figure a chi ricopre cariche istituzionali ed accademiche».

(nell’immagine la planimetria con, colorata, l’area della zona falcata di competenza dell’Ente Porto)

S.C.

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