Pd e Pdl: lavori in corso per diventare partiti

Pd e Pdl: lavori in corso per diventare partiti

Redazione

Pd e Pdl: lavori in corso per diventare partiti

sabato 09 Agosto 2008 - 11:22

Scaramucce post-elettorali, congressi da organizzare, assetti da definire: centrodestra e centrosinistra si preparano ad un settembre che si preannuncia -caldo-

Due fazioni politiche, due partiti che ancora partiti non sono, due realtà provate da divisioni interne, e un unico, grande cartello: lavori in corso. Sono ancora due cantieri aperti, infatti, il Pd e il Pdl. Il primo, a differenza dell’altro, è già ufficialmente un partito, ma solo sulla carta, perché nella realtà di tutti i giorni tarda ancora a trovare assetti e caratteristiche che fanno di un contenitore, appunto, un vero partito. Il secondo, invece, non solo nella pratica ma anche nella teoria è ancora una sommatoria di due partiti, Forza Italia e An, che solo fra tre mesi, come annunciato proprio oggi da Silvio Berlusconi, diventeranno una cosa sola.

Più ancora dell’inverno, dunque, quando da gennaio in poi si aprirà la stagione dei congressi (a gennaio il primo nazionale del Pdl, a febbraio quello regionale del Pd), sarà fondamentale il prossimo autunno, a partire da un mese di settembre che si preannuncia più caldo di agosto, perché i nodi dovranno venire al pettine e le scelte più importanti andranno fatte, in vista delle elezioni Europee del giugno 2009.

PD

Nel centrosinistra il doppio tonfo elettorale di aprile e di giugno non poteva che lasciare strasichi. A Messina, in particolare, il problema è più sentito perché è qui il quartier generale del segretario regionale Francantonio Genovese, il quale dopo la sconfitta alle amministrative si è chiuso in un silenzio rotto solo ogni tanto per questioni più regionali che locali. Ad aprire il dibattito, così, sono stati i -dissidenti-: Antonio Saitta, ex Vince Messina, da tempo in rotta con l’ex sindaco e più vicino, a livello nazionale, alle posizioni di Anna Finocchiaro; e i due ex Ds Angela Bottari e Filippo Panarello, che dopo una lunga -luna di miele- con Genovese durata il tempo di una breve esperienza amministrativa e di una campagna elettorale, hanno deciso di battere i pugni sul tavolo reclamando spazi e cambiamenti. Un pò quello che aveva fatto già all’indomani delle primarie e della elezione di Franco Rinaldi a coordinatore provinciale del Pd l’ex segretario dei Ds Marcello Scurria, che addirittura nella scorsa campagna elettorale si è avvicinato alla versione -buzzanchiana- della francese commissione Attali. A febbraio, come detto, il Pd si riunirà nel primo congresso regionale, ma prima di allora il partito dovrà sciogliere alcuni nodi: quello di una sede reale del partito, quel «luogo di confronto» chiesto non solo dal trio Saitta-Bottari-Panarello, ma anche e soprattutto la questione segreteria provinciale. Si fa il nome del consigliere di Palazzo dei Leoni Pippo Rao, ma sono tante le anime da mettere d’accordo, non ultima quella -lettiana- che stanno mettendo in moto il capogruppo al Comune Marcello Greco e il collega d’aula Paolo Saglimbeni. Il carro del vincitore è ormai un ricordo, su quello del perdente tutti hanno da ridire e da protestare, non sarà dunque facile serrare le fila e creare un’opposizione che, più che al Pd, si rende necessaria al bene democratico della città.

PDL

Non sta messo meglio il Pdl. Qui il carro del vincitore è ben oliato e in moto, ma i contrasti interni ci sono e alcuni sono già venuti fuori, prima e dopo le elezioni. Fra tre mesi Forza Italia e An diverranno ufficialmente un unico partito, il che significa creare assetti dirigenziali non solo a Roma, ma anche a Messina e in Sicilia. In questo momento regna l’anarchia nel maggior partito di centrodestra. La campagna elettorale, e soprattutto i travagli che hanno portato alla scelta delle candidature, ne sono stati la prova tangibile. Forza Italia, soprattutto, ha due coordinatori, quello comunale, Pippo Rao, e quello provinciale, Antonio D’Aquino, che hanno inciso poco o nulla sulle scelte finali. Entrambi sono stati scavalcati da un Francesco Stagno D’Alcontres piuttosto assente sulla scena locale fino all’inverno scorso, riscopertosi leader al fianco di Giuseppe Buzzanca e di Gianpiero D’Alia. Cosa che non è piaciuta soprattutto a Roberto Corona e Nino Germanà, la cui corrente è stata messa ai margini in favore proprio di quella di D’Alcontres e Beninati. Sul piano regionale, Corona è vicino al presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, vice dell’attuale coordinatore regionale e ministro della Giustizia Angelino Alfano, che rinuncerà alla leadership regionale. Ed ecco che i nuovi assetti del partito proprio a livello regionale potrebbero avere risvolti importanti anche sul piano locale. Sul fronte An è ormai chiaro che c’è una netta situazione da -separati in casa-: da un lato il presidente provinciale del partito Buzzanca e Mimmo Nania, dall’altra il componente del direttivo nazionale Carmelo Briguglio, che avrebbe in Ignazio La Russa una sponda che potrebbe rivelarsi dannosa per il duo barcellonese, mentre non è ancora chiara la posizione che intenderà prendere Santi Formica. Certo è che con due partiti divisi al loro interno, diventerà ancora più arduo coagulare il tutto in un unico grande partito di centrodestra, che rischia di ritrovarsi spaccato ancor prima di nascere.

(nelle foto Genovese e Nania)

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