Il Piano Casa è quasi al traguardo, martedì prossimo il voto finale. Udc e Pdl: «Scandaloso»

Il Piano Casa è quasi al traguardo, martedì prossimo il voto finale. Udc e Pdl: «Scandaloso»

Il Piano Casa è quasi al traguardo, martedì prossimo il voto finale. Udc e Pdl: «Scandaloso»

giovedì 04 Marzo 2010 - 08:59

Approvato gli ultimi articoli, tra una settimana l’Ars si pronuncerà sull’intero ddl. In presenza di riqualificazione, si potranno ampliare le abitazioni fino al 20 per cento del loro volume. Fino al 35 per cento in caso di demolizione e ricostruzione

Oltre sette ore di dibattito, ma alla fine il verdetto dà ancora ragione al governo Lombardo: il Piano Casa è ad un passo dal varo, nella tarda serata di ieri sono stati approvati tutti gli articoli del disegno di legge, il cui voto finale è stato fissato per martedì prossimo. Una vera e propria maratona per l’Assemblea regionale siciliana, tra “aventiniane” uscite dall’aula (Pdl lealista e Udc) e sorprendenti, ma fino a un certo punto, ammutinamenti (Cateno De Luca, Mpa). Certo, il governo non è potuto andare fino in fondo e ha dovuto ritirare alcuni suoi emendamenti, uno su tutti definito «scandaloso» dal presidente dell’Ars Francesco Cascio. Ma il dado è tratto e il Piano Casa è quasi realtà. Con queste previsioni. La legge consente di ampliare le abitazioni fino al 20 per cento del loro volume, purché in presenza di riqualificazione dell’immobile: gli interventi potranno interessare edifici mono e bifamiliari, o uffici. L’ampliamento non potrà comunque superare i 200 metri cubi. Restano esclusi gli immobili parzialmente o interamente abusivi, anche se sanati, nonostante un emendamento del Pdl avesse provato ad inserire anche questi. La percentuale di ampliamento può invece arrivare fino al 35 per cento in caso di demolizione e ricostruzione della struttura, purché si utilizzino fonti di energie rinnovabili e tecniche costruttive di bioedilizia.

Gli interventi riguardano gli edifici ultimati entro il 31 dicembre 2009 e sono subordinati alle verifiche sulle condizioni statiche dell’intero edificio e all’eventuale adeguamento strutturale in caso di mancato rispetto dei criteri di sicurezza antisismica. Interventi estesi anche alle attività artigianali e industriali nelle aree dei Consorzi Asi e nelle zone D dei Piani regolatori, come previsto da un emendamento del governo che però non include in questo ragionamento attività commerciali, strutture alberghiere e turistiche. E ancora: il Piano Casa consente ai privati di realizzare parcheggi sotterranei in aree destinate a verde pubblico, purché si provveda contestualmente all’arredo a verde attrezzato dell’area in superficie. Dal momento di entrata in vigore della legge, i comuni hanno 120 giorni di tempo per limitare o escludere interventi in determinate zone del proprio territorio: dopo di che si avranno 24 mesi di tempo per presentare le istanze.

Ovviamente non sono mancate le polemiche, anzi. Ad alimentarle ancor di più un emendamento del governo, che prevedeva l’estensione degli interventi consentiti dal Piano Casa anche gli edifici costruiti in zone di inedificabilità assoluta: con l’emendamento si sarebbe consentito di demolire le abitazioni e costruirle in altre zone edificabili concesse dai Comuni, prevedendo anche in questi casi un aumento del 20% delle cubature. Su questo emendamento, poi ritirato dal governo in seguito alla bagarre, i “lealisti” del Pdl e l’Udc hanno abbandonato l’aula, seguiti a ruota dall’autonomista Cateno De Luca, mentre sono ormai consolidati l’appoggio (esterno?) del Pd e la “fedeltà” del Pdl Sicilia. Era stato proprio il “lealista” Cascio ad invitare la maggioranza a ritirare l’emendamento: «E’ un condono edilizio molto violento perché si consente di costruire in zone di inedificabilità assoluta. Si va ben al di là della sanatoria consentita dalle norme regionali o nazionale. Si tratta di un emendamento scandaloso».

«Voteremo contro questa legge che del Piano casa porta solo il nome – ha annunciato invece il capogruppo dell’Udc Rudy Maira – ma in realtà è diventata una cosa diversa. Abbiamo detto che ci opponevamo a una legge che divenisse il pretesto per stimolare affari e coprire interessi. Non possiamo che essere consequenziali davanti a quello che sta succedendo in aula. Stasera è passato anche ciò che ritenevamo impossibile: l’allargamento dei benefici per gli immobili adibiti ad attività artigianali ed industriali gestiti dai consorzi Asi e nelle aree D. Questo Piano casa ormai è stravolto ed ha perso lo spirito iniziale, nell’ignavia del presidente Lombardo». Insomma, la colonnina di mercurio di Palazzo dei Normanni ci dice che il clima è rovente alla Regione. E presto sarà la volta della riforma degli Ato, vero banco di prova del Lombardo Ter.

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