Punto Franco: colpevole immobilismo?

Punto Franco: colpevole immobilismo?

Redazione

Punto Franco: colpevole immobilismo?

mercoledì 19 Settembre 2007 - 11:20

A chiederselo il deputato Mario Ricci e Mariano Massaro, leader dell'Orsa

Continua a tenere banco l’argomento del Punto Franco: dopo la nascita del Comitato spontaneo dei commercianti a favore della sua costituzione, arriva anche un’interrogazione parlamentare firmata da Mario Ricci di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

“Da oltre cinquant’anni un progetto di sicuro sviluppo resta inspiegabilmente impantanato tra conflitti di competenza e rimbalzi di responsabilità, tanto da consentire la costituzione di una società privata (la COMECAM) col fine di sostituirsi all’Ente Regionale per la gestione del Punto Franco, privando, di fatto, la comunità di un importante ritorno economico.

Al momento – si legge ancora nella nota – l’unico porto italiano dotato del Punto Franco, oltre a quello di Trieste, riconosciuto ed autorizzato dalla Comunità Europea, è quello di Messina, il quale (così come dichiarato da Victor Uckmar, massima autorità del settore in Italia) si trova in posizione strategica per ricevere il traffico mercantile proveniente dal Mediterraneo, dall’Africa subsahariana e dall’Oriente Asiatico-.

“Non solo mercantile, ma anche industriale – incalza Mariano Massaro, leader dei sindacati ORSA ed esperto di problematiche marittime. Infatti, dovrebbe essere istituita una Zona Franca, grazie alla quale l’economia dell’intera regione subirebbe un notevole incremento ad opera del trasporto marittimo e dei centri di stoccaggio dove piccoli commercianti potrebbero effettuare i propri scambi senza imbattersi nelle spese doganali.

Inoltre, si assisterebbe allo sviluppo del settore industriale, soprattutto quello relativo alle prime lavorazioni: prodotti quale il mango, per esempio, una volta giunti in porto, necessitano di un trattamento immediato e specifico. Lo stesso professor Uckmar ha dichiarato che, dati alla mano, è presumibile che nei primi tre anni d’attività del Punto Franco si arriverebbe a creare qualcosa come 3.500 posti di lavoro, questione non sottovalutabile in una società afflitta dal problema della disoccupazione.

Per quanto concerne, poi, la polemica relativa alla location del Punto Franco, v’è da dire che già da tempo il comune di S. Filippo ha inteso fortemente promuovere lo sviluppo dello stesso mettendo a disposizione sia l’area costiera che le proprie strutture; pertanto, nella zona del Molo Norimberga dovrebbe essere realizzata solo l’Amministrazione che, per legge, deve essere per forza ubicata nella nostra città.

E’ assurdo pensare di rinunciare anche a quel corridoio Palermo – Berlino che, grazie al cielo, non è svanito assieme all’idea del ponte, soprattutto in considerazione del fatto che nell’ultima finanziaria sono stati previsti cento milioni di euro per la realizzazione di zone franche utili allo sviluppo delle realtà portuali del meridione.

Altro spunto di riflessione: nel Piano Regolatore del Porto, redatto dall’Autorità Portuale di Messina, non vi è riferimento al Punto Franco mentre, paradossalmente, il piano strategico regionale, da poco definito, prevede che questo sia attivato. Si mettano d’accordo!

Per tale motivo, si è attivata anche la politica nazionale che, tramite l’interrogazione di Ricci rivolta al Ministro dei Trasporti intende capire cosa s’intende fare per superare questo incomprensibile immobilismo-.

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