Saitta analizza successi e limiti di due anni di governo. E rilancia con un occhio anche a Palazzo dei Leoni

Saitta analizza successi e limiti di due anni di governo. E rilancia con un occhio anche a Palazzo dei Leoni

Redazione

Saitta analizza successi e limiti di due anni di governo. E rilancia con un occhio anche a Palazzo dei Leoni

sabato 22 Dicembre 2007 - 10:25

«Logico riproporre la candidatura di Genovese, ma nessuna esperienza è riproponibile negli stessi termini in cui è stata vissuta»

Sta per concludersi un 2007 particolare per la politica messinese, partito con un sindaco e una giunta che scaldavano i motori per la Conferenza economica cittadina, indicata coma una sorta di punto di partenza verso chissà quali lidi, e finito con un commissario straordinario che ha preso il posto dell’amministrazione Genovese, decaduta ad ottobre, e che a Palazzo Zanca fa il bello e il cattivo tempo. Il 2008 che va ad aprirsi è l’anno del centenario del terremoto, ma più prosaicamente verrà segnato ancor prima, tra aprile e maggio, dalle tornate elettorali che eleggeranno i nuovi governi cittadino e provinciale. Ed è pensando a questa nuova sfida che Antonio Saitta, vicesindaco per due anni al fianco di Francantonio Genovese, scrive una nota in cui esprime le sue considerazioni sul momento politico del centrosinistra, e rilancia anche per Palazzo dei Leoni, storicamente appannaggio del centrodestra.

Secondo Saitta, per il centrosinistra si tratta semplicemente di riprendere le fila di un discorso interrotto bruscamente ad ottobre, e in quest’ottica «la riproposizione della candidatura a sindaco di Francantonio Genovese appare la logica conseguenza dei rapporti di forza ormai consolidati all’interno del centrosinistra messinese nonché del modo in cui si è sviluppato il percorso politico-amministrativo nei ventidue mesi di amministrazione». C’è un però, nel discorso di Saitta, il quale mette i paletti e chiarisce che «nessuna esperienza è riproponibile negli stessi termini in cui è stata vissuta, anche quando ha maturato, come in questo caso, tutte le premesse per poter cogliere i frutti di un serio lavoro per lo sviluppo della città. Occorre, infatti, sempre una nuova attività propositiva e progettuale, che guardi con realismo alle possibilità di sviluppo sociale ed economico che il nuovo contesto politico offre alla comunità messinese, anche grazie alla leadership che Genovese ha conquistato nel panorama politico siciliano».

«Ancor prima di ciò – aggiunge Saitta – però, credo sia necessaria una approfondita e severa analisi dell’esperienza vissuta, proprio nella consapevolezza dell’enorme carico di aspettative che i messinesi avevano riposto nell’amministrazione eletta nel dicembre del 2005 e che, come a me sembra, può essere rilanciata per un secondo, pieno mandato». I temi che secondo l’ex vicesindaco costituirono l’asse portante dell’elezione a primo cittadino di Genovese, frutto di una campagna elettorale lunga due anni, furono quelli della discontinuità, «dell’apertura ad una classe dirigente nuova non soltanto nelle personalità che la incarnavano, ma soprattutto nei metodi che sarebbero stati praticati». I messaggi con i quali si presentò la coalizione erano «aperti al futuro e al cambiamento: valorizzazione del merito rispetto alle appartenenze politiche, capacità decisionale e spirito positivo, autentico amore per la città e forte determinazione per offrire una prospettiva di lavoro e benessere per i giovani e le loro famiglie, impegnati a migliorare, in riva allo Stretto, le loro condizioni personali e, con quelle, dell’intera comunità cittadina».

Questo è il momento, secondo Saitta, di analizzare i successi, ma anche «i limiti rispetto alle premesse date», di «rifondare le ragioni della coalizione e della proposta politica», di ritrovare il dialogo con le parti sociali. «Sarebbe, inoltre, un grave errore credere che il Partito democratico, frattanto venuto in essere e nel quale anch’io sono fortemente impegnato, possa essere da solo rappresentativo di tutte le mille sfaccettature della complessa realtà, non soltanto del centrosinistra, ma dell’intera comunità messinese». E ancora, «occorre creare le premesse, reali e non solo propagandistiche, per un coinvolgimento pieno delle migliori energie presenti in Città, soprattutto tra i giovani, che chiedono soltanto di essere valorizzate per contribuire alla rinascita di Messina, senza il necessario filtro del partito politico di appartenenza, della logica spartitoria o dei condizionamenti occulti».

La gente non vuole soltanto sentirsi dire come sviluppare i progetti già avviati, ma «quale modello di trasformazione sociale offrire, verso quale forma di sviluppo economico indirizzare l’azione amministrativa, con quale forma di rappresentanza dei legittimi interessi presenti sul territorio volersi confrontare». Un discorso che va allargato oltre i confini di Palazzo Zanca, «dato che sembrano maturare sempre più le condizioni perché, dopo un quindicennio, termini l’egemonia del centrodestra anche sulla Provincia regionale».

Questi, dunque, i punti focali sui quali concentrarsi, secondo Antonio Saitta, in vista delle prossime elezioni, «perché il rinnovo degli organi di governo cittadino e provinciale assuma un significato di autentica svolta nel giudizio dei messinesi, per il quale valga la pena di confidare e scommettersi».

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