Servizi sociali, nella notte il verdetto: il Consiglio comunale scioglie l'Istituzione

Servizi sociali, nella notte il verdetto: il Consiglio comunale scioglie l’Istituzione

Redazione

Servizi sociali, nella notte il verdetto: il Consiglio comunale scioglie l’Istituzione

mercoledì 11 Febbraio 2009 - 01:02

Poco dopo l'una, votazione storica dell'aula dopo circa sei ore di seduta. Non sono mancate le polemiche e gli scontri, dubbi sul futuro del settore

Tanto tuonò che alla fine piovve. Il Consiglio comunale ha deciso di sciogliere l’Istituzione per i Servizi sociali, approvando la delibera proposta dall’esponente del Pdl Angelo Burrascano e rimettendo nelle mani dell’amministrazione un settore tra i più delicati della cosa pubblica, sia per l’utenza destinataria dei servizi stessi sia per l’indotto occupazionale interessato. La votazione, che si può tranquillamente definire storica per la sua portata (si tratta comunque della soppressione di un ente), giunge al termine di una vera e propria maratona del consiglio, iniziato intorno alle 19 e conclusosi poco dopo l’una di notte. In mezzo riunioni di gruppo, dibattiti, scontri, abbadoni d’aula e quant’altro, con il numero legale che ha vacillato ma alla fine ha retto, grazie anche al senso di responsabilità di chi, pur contrario allo scioglimento dell’Istituzione, ha sfidato stanchezza e rabbia rimanendo al proprio posto.

In teoria la votazione di questa notte sancisce quanto il sindaco Giuseppe Buzzanca aveva affermato nel proprio programma elettorale, eppure non è illegittimo il sospetto che alla fine il primo cittadino avrebbe preferito una soluzione diversa da quella adottata dal consiglio, tant’è vero che tra i più indispettiti per l’andamento dei lavori si registra il consigliere forse più vicino a Buzzanca, Salvatore Ticonosco. Vano anche il tentativo di Pippo Trischitta (Gruppo Misto), firmatario di un emendamento che proponeva di tenere in vita l’Istituzione, di rinviare ulteriormente la discussione «perché non conosciamo i contenuti della ordinanza del giudice del lavoro che boccia le delibere del commissario Sinatra». Il quale, lo ricordiamo, nel periodo in cui -reggeva- Palazzo Zanca aveva già sciolto l’Istituzione, prima di essere stoppato dal Tribunale per comportamento antisindacale. Secondo Pippo Capurro «votiamo un atto deliberativo incompleto», un atto che qualcuno, lo ripetiamo, avrebbe voluto fermare.

Ma alla fine la forza dei numeri ha prevalso. Perché a parte le posizioni più o meno contrarie allo scioglimento dei vari Capurro, Sauta, Caprì e, appunto, Ticonosco e Trischitta, il resto dell’aula era compatto sulla soppressione, dalle due anime dell’Udc e quelle dell’Mpa, passando per Risorgimento Messinese e i vari satelliti del Pd. Tanto che alla fine anche qualche dissenziente è tornato sui suoi passi, con il responso finale che è di 21 favorevoli, un astenuto e un solo contrario, Trischitta appunto. Prese di posizione maturate nel corso di riunioni tenutesi a Palazzo Zanca prima dell’apertura dei lavori. Non sono mancati momenti di tensione, con scontri verbali tra alcuni consiglieri e tra Trischitta e l’assessore Pinella Aliberti, presente ai lavori fino al verdetto finale. Proprio dalla Aliberti ci si aspettava, forse, qualche risposta in più in merito al futuro dopo l’abolizione dell’ente.

Perché la grande incognita, adesso, è proprio questa: che ne sarà dei servizi sociali a Messina? La delibera è chiara: tutto passa nelle mani dell’assessorato, che si ritrova a gestire un macigno non da poco. Che ne sarà del sistema cooperativistico che ha gestito sinora l’intero comparto? E di conseguenza, saranno salvaguardate le forze lavorative? L’amministrazione ha un progetto per migliorare un settore relegato ai bassifondi delle classifiche italiane? Sono interrogativi ai quali il sindaco Buzzanca e la sua coalizione dovranno dare risposte immediate, perché quello che il consiglio comunale è stato più volte sul punto di fare oggi si è compiuto: l’Istituzione dei Servizi sociali, quell’ente ritenuto da tanti un inutile carrozzone, non c’è più. I tanti lavoratori e soprattutto gli sfortunati cittadini messinesi che di questo settore hanno bisogno vitale e quotidiano ci sono ancora e pretendono chiarezza.

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