TaoArte diventa -festival del paradosso-. E per Palazzo Zanca potrebbe non esserci -appello-

TaoArte diventa -festival del paradosso-. E per Palazzo Zanca potrebbe non esserci -appello-

TaoArte diventa -festival del paradosso-. E per Palazzo Zanca potrebbe non esserci -appello-

martedì 16 Marzo 2010 - 19:15

Mentre Ricevuto e Buzzanca -combattono- insieme la battaglia per la Fondazione, una sentenza a favore della Provincia (causa intentata dall'attuale sindaco allora presidente) per somme anticipate diversi anni fa, condanna i comuni di Messina e Taormina a versare complessivamente quasi due milioni e mezzo. Questo e tanto altro in una vicenda dai tratti sempre più grotteschi

La Provincia di Messina dovrebbe incassare 3 milioni di euro. Questo stabilisce la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Messina-1 sezione civile, su un causa intentata dalla Provincia nel 1996 nei confronti dei Comuni di Taormina e Messina. Un vero -festival del paradosso- considerando che la questione è legata a TaoArte, in un momento in cui soprattutto Palazzo Zanca e Palazzo dei Leoni lavorano fianco a fianco per la trasformazione da Comitato a Fondazione e affrontano la -battaglia- politico-territoriale contro l’asse catanese del duo Lombardo-Strano, intenti a difendere gli interessi della Regione.

La questione è legata ad un accordo, sotto forma di convenzione, sottoscritto nel 1983 attraverso il quale le parti aderenti al comitato, si vincolavanoo a versare in parti uguali le somme necessarie per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Somme in buona parte -anticipate- dalla Provincia per un cifra complessiva di circa 3 milioni. Dicevamo però del -festival dei paradossi-, che oltre alle -parti- che si incrociano trovandosi sullo stesso fronte nella difesa del ruolo delle amministrazioni locali e opposti in questa causa legale, ci regala la posizione -surreale- in cui si trova Giuseppe Buzzanca. Sotto la sua guida infatti la Provincia presentò ricorso nel 1996, mentre oggi il deputato regionale del PdL si ritrova sulla poltrona di primo cittadino della città di Messina, appunto uno dei due enti condannati.

Per quanto riguarda le cifre, di fronte alla richiesta dell’Ente di Corso Cavour al -rimborso- di un milione di euro per singolo comune, il Tribunale si è espresso invitando il Comune di Messina a versare un milione e 822mila euro e il Comune di Taormina 781mila euro, oltre ovviamente ad interessi legali e rivalutazioni. Cifre diverse in virtù delle differenti capacità finanziarie dei due enti alle quali si era appellato il comune del centro jonico.

Paradossi finiti? Assolutamente no. Altre posizioni -particolari- riguardano gli avvocati chiamati a difesa delle singole parti. In primis quella di Aldo Tigano, in questa causa avvocato del Comune ma facente parte del collegio di difesa di Palazzo Dei Leoni (collegio fantasma, in quanto non presente nello statuto dell’Ente, vedi art. correlato in basso) oltre che di quello di Palazzo Zanca. Aspetta -al varco- invece Andrea Lo Castro (oggi sostituito nella causa da Francesco Restuccia), altro attuale componente del collegio di difesa della Provincia, che citò i due enti in difesa dell’allora presidente Buzzanca. Attende perché Palazzo dei Leoni deve ancora riconoscergli una consistente parcella per la causa persa nei confronti della Russotti nella vicenda Hotel Riviera.

Tornando alla sentenza, la scadenza per presentare ricorso in appello era stata fissata in un anno (dal 21.01.2009, data di emissione della sentenza), considerando però l’aggiunta di 46 giorni legati alla sospensione estiva dell’attività giudiziaria. Così il deposito dell’appello sarebbe dovuta avvenire entro l’8 marzo scorso. Non si hanno ancora notizie certe per ciò che concerne il Comune di Messina. Sembrerebbe però che il ricorso non sia stato depositato, anche perché ad oggi non notificato alla controparte (la Provincia). Per quanto riguarda invece il Comune di Taormina il ricorso è stato depositato in tribunale l’8 marzo, a seguito della delibera di giunta datata 5 marzo che affidava la difesa all’avvocato Munafò. Tuttavia potrebbero essere evidenziati piccoli vizi di forma, in riferimento alla data di notifica e al conteggio dei giorni legati alla sospensione estiva.

Un passaggio delicatissimo perché, se non si dovesse andare in appello, la sentenza di primo grado passerebbe automaticamente in giudicato, con ripercussioni non indifferenti sugli equilibri finanziari degli enti interessati. Oltre a far lievitare, per i motivi di cui sopra, i paradossi sulla vicenda TaoArte.

Emanuele Rigano

(foto Sturiale)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007