“Tavolo permanente anticrisi” per la provincia di Messina: confronto tra le parti, a caccia di soluzioni

“Tavolo permanente anticrisi” per la provincia di Messina: confronto tra le parti, a caccia di soluzioni

“Tavolo permanente anticrisi” per la provincia di Messina: confronto tra le parti, a caccia di soluzioni

martedì 07 Aprile 2009 - 14:02

Istituzioni, enti, rappresentanti sindacali e datoriali, con associazioni di categoria. Tutti -sulla stessa barca- per cercare di alleviare gli effetti del crollo economico che ha colpito anche il nostro territorio, soprattutto sul piano occupazionale

Stamattina presso il Salone degli Specchi della Provincia di Messina, si è tenuto il primo incontro del -tavolo permanente anticrisi- convocato dal presidente Nanni Ricevuto di concerto con l’assessore provinciale del Lavoro, Renato Fichera. Un confronto lungo, iniziato intorno alle 11 e terminato alle 14 e 30 circa, durante il quale hanno potuto dire la loro tutti i soggetti che gravitano intorno al mondo del lavoro e dell’economia provinciale. Tra i partecipanti l’assessore alle Politiche Attive del Lavoro del Comune di Messina Melino Capone, alcuni capigruppo Consiliari della Provincia, rappresentanti sindacali (tra i quali i segretari cittadini dei confederali) e datoriali, insieme ai presidenti di Enti e associazioni di categoria del territorio.

Diversi gli argomenti discussi: dal credito alle imprese, alla crescita del territorio attraverso il rafforzamento di alcuni settori, ma soprattutto la difficile situazione di tantissimi lavoratori della nostra provincia, molti dei quali hanno perso l’occupazione o che rischiano di perderla. Sono stati passati in rassegna gli effetti della crisi sulla provincia di Messina: la perdita del posto di lavoro per più di 4mila persone; la crisi del tessile nei Nebrodi; quella della cantieristica e della nautica da diporto a Messina e nell’area tirrenica; quella del turismo nella zona ionica e in tutta la provincia, dove si registra la contrazione anche dei settori agricolo e florovivaistico. Tutto a gravare su un’economia già in difficoltà.

I numeri emersi non lasciano scampo ad interpretazioni: 1400 imprese sono “morte” nel 2008 e solo 700 ne sono nate, delle quali molte sono piccole imprese gestite da extracomunitari. E’ la prima volta negli ultimi anni che si assiste ad un “saldo” passivo così forte e largo. Per non parlare dei fallimenti, quasi raddoppiati nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle.

Tre le linee di intervento richieste dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, che hanno presentato un documento congiunto: “Il reperimento di risorse pubbliche per la riqualificazione e realizzazione delle infrastrutture, strade statali/raddoppi ferroviari/e dorsali stradali di collegamento/porti e la messa in sicurezza dei territori da dissesto idrogeologico e prevenzione sismica; l’agevolazione nell’accesso al credito per le imprese e interventi per l’accelerazione dell’erogazione dei finanziamenti pubblici; la definizione di strategie e interventi sociali verso le famiglie bisognose”.

Ricevuto, in uno dei suoi diversi interventi, ha voluto sottolineare come non sia lui ad avere ‘competenza esclusiva’ sugli effetti della crisi. -Sono solo uno dei soggetti facenti parte di un’Istituzione che può ragionare, – ha affermato il presidente – confrontandosi con le altre forze in campo, per trovare formule e soluzioni per annullare o ridurre i disagi dei cittadini colpiti dalla crisi economica, che essi siano imprenditori o lavoratori-. Tale obiettivo appunto, è raggiungibile solo con il concorso di tutte le forze sociali, datoriali, istituzionali che sono chiamate ad individuare misure e strumenti.

E praticamente tutti i soggetti coinvolti oggi, hanno in quest’ottica espresso compiacimento per la convocazione del ‘tavolo permanente anticrisi’.

-Il tavolo permanente anticrisi – hanno affermato ad esempio i segretari dei sindacati Cgi, Cisl e Uil, Oceano, Genovese e Amato -, parallelamente al dispiegarsi dell’iniziativa politica, opererà per costruire una rete di cooperazione tra parti sociali e Istituzioni per monitorare le situazioni di crisi occupazionali nel nostro territorio, per individuare attività’ di reimpiego e riqualificazione dei lavoratori coinvolti, per adottare misure concrete di aiuti alle famiglie e di soggetti svantaggiati, per il sostegno alle imprese. La Provincia deve esercitare pienamente il suo ruolo di rappresentanza politica per rivendicare risorse economiche certe al fine di dotare il nostro territorio di infrastrutture e servizi partendo dalla salvaguardia dell’esistente”.

Tra gli intervenuti anche un rappresentante di ‘Sviluppo Italia Sicilia’, società di recente ‘affiliata’ esclusivamente alla Regione Sicilia, che ha proposto di avviare una serie di seminari con il contributo della Provincia di Messina, per fornire informazioni a tutti gli interessati ai finanziamenti per l’imprenditoria giovanile e femminile, per imprese individuali o società di persone.

In conclusione, il presidente della Provincia Ricevuto e l’assessore Fichera, hanno provato a ridisegnare il quadro emerso: “Questo primo incontro è risultato utile per raccogliere le istanze di tutti i soggetti chiamati in causa – affermano i due – ma dalla prossima volta il tavolo deve assumere le forme della concretezza, meno chiacchiere e più fatti. Dobbiamo individuare in fretta una linea di interventi, affrontando le questioni punto per punto e dividendo il nostro lavoro comparto per comparto. E’ chiaro che non possiamo affrontare la crisi da soli, ma lanciare degli input per alleviarne gli effetti sì”. Le emergenze immediate: “Sicuramente i lavoratori senza stipendio. Come Amministrazione provinciale – ha continuato Ricevuto – diamo la nostra disponibilità per porre in essere tutte le iniziative per venire in contro a coloro che soffrono i disagi della perdita del lavoro”. Un impegno preso anche per quello che riguarda l’accellerazione della spesa, in due direzioni: farsi promotore presso le amministrazioni comunali della provincia, affinché tramite un documento condiviso ci si impegni a corrispondere alle imprese quanto dovuto per lavori svolti e non ancora ottenuto per lunghezze burocratiche; e ancora più importante, incentivare tutte le iniziative necessarie per sviluppare il territorio, come la manutenzione delle strade, la salvaguardia del patrimonio e dell’ambiente e tanto altro, tutto ciò affidando lavoro alle imprese e facendo muovere l’economia provinciale.

(Foto Dino Sturiale)

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