Testa (Fit Cisl): «L'Atm è un servizio non all'altezza della città»

Testa (Fit Cisl): «L’Atm è un servizio non all’altezza della città»

Redazione

Testa (Fit Cisl): «L’Atm è un servizio non all’altezza della città»

lunedì 24 Settembre 2007 - 11:00

Confermata una mobilitazione nelle prossime settimane. «Il Palazzo deve uscire dal guscio e cambiare mentalità. Per abbassare i costi, meno appalti e più internalizzazione delle attività»

Complice l’approvazione da parte del Consiglio comunale del nuovo piano tariffario, nei giorni scorsi si è tornati a parlare di Atm. L’azienda presieduta dall’ex sindaco Franco Providenti è costantemente sotto l’occhio del ciclone. Ricorderete l’affondo di qualche settimana fa proprio da parte di un consigliere comunale, Paolo Saglimbeni, il quale aveva chiaramente detto: l’approvazione del piano è l’ultima mano tesa da parte del Consiglio, adesso tocca a voi. Ma anche i sindacati, al rientro dalle ferie, avevano fatto sentire la loro voce, con duri affondi sui disservizi dell’azienda trasporti. Tra questi, in prima linea anche la Cisl, ed in particolare il settore trasporti (Fit) di cui è segretario provinciale Enzo Testa. Il quale, contattato telefonicamente, ribadisce i concetti espressi alla fine dell’estate.

«L’anno scolastico – esordisce – è iniziato e i problemi, anziché appianarsi, sono aumentati. Le notizie che ci giungono dai villaggi sono tutt’altro che rassicuranti. A questo punto è necessario, come abbiamo già ribadito qualche settimana fa, affrontare un ragionamento molto più approfondito sulla questione. Ci sono delle evidenti lacune, che riguardano tanto l’organizzazione del lavoro quanto la gestione delle risorse. Lacune che riguardano anche l’azionista dell’Atm, il Comune, che non riesce o non vuole affrontare questi problemi incontrando, come più volte richiesto, le organizzazioni sindacali, disposte a qualsiasi tipo di confronto».

Perché questo immobilismo?

«Il problema è che la politica, anche all’interno dell’Atm, prende il sopravvento sul lato organizzativo. E questo fa sì che si crei una paralisi e, di conseguenza, una cattiva qualità. Ci vuole una svolta, un “colpo di reni- che porti all’eliminazione degli sprechi, di quella autentica cancrena che riguarda gli straordinari, di quegli appalti che servono solo ad aumentare le spese a carico dell’azienda. E’ fondamentale internalizzare le attività, per abbassare i costi e migliorare la qualità dei servizi».

Confermate, dunque, l’intenzione di procedere con la mobilitazione?

«Nelle prossime settimane, unitariamente con Cgil e Uil, ci mobiliteremo per aprire una fase importante, di grosse dimensioni, per spingere il Comune ad affrontare concretamente il problema Atm. Ci vuole un serio programma di rilancio delle attività, e noi faremo di tutto per far uscire dal guscio questo Palazzo che non riesce a cambiare mentalità d’approccio, proseguendo ancora con forme di clientelismo e assistenzialismo tipiche della politica».

Quante le questioni da affrontare?

«Il discorso non si limita solo ai bus, ma anche ai parcheggi, e al concetto di intermodalità. Penso, in particolare, alla metroferrovia che collegherà Giampilieri alla città. Ad oggi non si è parlato di nessuna integrazione tra il servizio di metroferrovia e quello dei bus».

La settimana scorsa è stato approvato, finalmente, il nuovo piano tariffario. Che ne pensa?

«Sul piano tariffario, se tutto funzionasse al meglio e se si avesse un servizio serio, potremmo essere d’accordo. Ma a queste condizioni il servizio offerto non è, evidentemente, commisurato ai costi».

C’è da dire, comunque, che rispetto al passato piano tariffario, alcune tariffe sono state abbassate, e che l’unico aumento è avvenuto per imposizione di un decreto regionale.

«Certo, apprezziamo l’abbassamento di alcune tariffe, è sicuramente un segnale importante, ma a questo si deve accompagnare un adeguamento dei servizi».

Ha accennato ai parcheggi. Gli ausiliari del traffico, secondo lei, potrebbero essere utilizzati in maniera diversa?

«Sicuramente sì, come ho detto noi siamo disponibili a fare qualsiasi tipo di ragionamento, è chiaro che qualcosa bisogna fare per migliorare un servizio non altezza di Messina».

Tornando ai bus, i mezzi rimangono 75?

«I mezzi sono sempre 75, e sono pochi. Abbiamo un parco autobus smisurato, e tanti, troppi rimangono inutilizzati per guasti perché mancano i pezzi di ricambio. Perciò, anche a fronte della recente nuova dotazione, è diminuito, addirittura, il numero dei mezzi, perché è aumentato il fermo. Ci vorrebbe nuovo personale, nuovi addetti per l’officina, magari utilizzando forza lavoro che sarebbe disposta, questo è certo, a svolgere queste mansioni».

A proposito di alcune corse che sono state ridotte, dove si registra la situazione più critica?

«La situazione più critica riguarda senz’altro i villaggi, che spesso, per le corse saltate, rimangono isolati. Mentre al centro, in un modo o nell’altro, il tram una grossa mano ce la dà, la periferia soffre molto, sia per una condizione “geografica-, sia, soprattutto, per una carenza ormai cronica – conclude Testa – di mezzi e, di conseguenza, di corse».

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