Tirone, non ancora revocato il finanziamento del contratto di quartiere: il nodo è a Palermo

Tirone, non ancora revocato il finanziamento del contratto di quartiere: il nodo è a Palermo

Tirone, non ancora revocato il finanziamento del contratto di quartiere: il nodo è a Palermo

giovedì 05 Marzo 2009 - 15:47

L’assessore Scoglio a confronto con il dirigente del ministero alle Infrastrutture Marcello Arredi: «Da Roma attendono il parere della Regione». Ma i fondi sono a forte rischio

Non è stato ancora revocato il finanziamento da 8,5 milioni di euro del Contratto di quartiere, previsto per la riqualificazione del Tirone. Lo ha precisato oggi l’assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio (nella foto), che proprio ieri ha avuto un confronto con un dirigente del ministero alle Infrastrutture, Marcello Arredi, direttore generale per le politiche abitative, componente del Comitato Stato-Regione sui contratti di quartiere. «Lo Stato non adotterà la revoca – chiarisce Scoglio – se non prima la Regione definirà un provvedimento in senso negativo». Un parere che di fatto non è ancora arrivato.

Ma andiamo con ordine. Il finanziamento originario, accordato al Comune di Messina nel 2004, superava i 10 milioni di euro, ma è stato decurtato nel periodo della gestione commissariale targata Sinatra, riducendosi a 8,5 milioni. Una volta insediatasi l’amministrazione Buzzanca, l’assessore Scoglio, “padre” della Stu Tirone (la Società di trasformazione urbana), ha cercato di accelerare l’iter, anche perché nel frattempo da Palermo, e in particolare dal dirigente regionale anche lui componente del Comitato Stato-Regione Enrico Gugliotta, arrivavano segnali poco incoraggianti: procedure troppo lente, nessun progetto cantierabile, finanziamento a rischio.

«Già a settembre – afferma Scoglio – precisai al dirigente regionale che alla base dei ritardi c’era la mancata sottoscrizione di un accordo di programma per determinare le variazioni allo strumento urbanistico del Comune. Tra l’altro nel periodo della gestione commissariale il Comune subì questo taglio ingiustificato, senza peraltro contestarlo». Per recuperare il tempo perduto, il 21 ottobre viene sottoscritto dal sindaco Buzzanca e dal presidente della Regione Raffaele Lombardo il famoso accordo di programma, con il quale viene approvato lo studio di fattibilità della Stu e con essa le varianti urbanistiche. L’accordo impegnava l’amministrazione a sottoporre lo stesso al consiglio comunale e a ratificarlo entro 30 giorni dalla stipula, «a pena di decadenza». Una volta trasmessa la deliberazione di ratifica, l’assessorato regionale Territorio e Ambiente avrebbe espresso il proprio parere di competenza entro 180 giorni.

L’accordo di programma viene effettivamente sottoposto al consiglio comunale, ma con un giorno di ritardo, il 22 novembre. Non sappiamo se questo vizio formale sia stato preso in considerazione, (Scoglio sostiene di no), fatto sta che dal 5 dicembre, cioè dal giorno in cui il Comune ha trasmesso la deliberazione del consiglio comunale alla Regione, l’iter si è nuovamente impantanato. «La Regione non ha espresso il parere di competenza – spiega Scoglio – limitandosi, attraverso il dirigente regionale componente del Comitato Stato-Regione, a sollecitare la revoca del finanziamento, anche a causa di alcuni ricorsi pendenti al Tar. Ma da parte dello Stato, e ieri mi è stato personalmente confermato, non è stata adottata alcuna revoca».

Il finanziamento, però, vista l’antifona rimane a forte rischio. «E’ strano però – osserva Scoglio – che un dirigente regionale sconfessi lo stesso presidente, che con la sottoscrizione di quell’accordo di programma aveva dato l’avallo ai progetti della Stu. Il punto è che ci sono altri comuni, in Sicilia, che reclamano quel finanziamento…». Un nuovo scippo in vista, dunque? E se così sarà, chi pagherà? «E’ chiaro – afferma ancora Scoglio – che qualcuno sarà chiamato ad assumersi la responsabilità amministrativa e contabile di tutto ciò». Ma la perdita dei fondi, è bene chiarirlo, non comporterà lo stop al progetto della Stu. «La Stu – precisa l’assessore – non è nata per il finanziamento pubblico ma per la riqualificazione del borgo con l’aiuto del privato. E’ chiaro poi che vanno superati certi preconcetti, secondo i quali moderno e antico non possono convivere. Non capisco perché la Stu di Messina, pur essendo una delle prime dodici d’Italia, sia l’unica che non ha ancora funzionato». Il riferimento è anche alle perplessità che, secondo indiscrezioni, sembrerebbero provenire dal Cru, il Consiglio regionale dell’urbanistica chiamato ad esaminare lo studio di fattibilità della Stu.

(foto Dino Sturiale)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007