L'Udc dice no al Pdl, D'Alia candidato sindaco

L’Udc dice no al Pdl, D’Alia candidato sindaco

Redazione

L’Udc dice no al Pdl, D’Alia candidato sindaco

sabato 16 Febbraio 2008 - 12:08

Sciolte le riserve, Casini correrà da solo e con lui tutto il partito. Romano si candida alla presidenza della Regione

L’applauso più lungo della sala Visconti è stato riservato a lui e al momento più atteso, quello dell’annuncio: Gianpiero D’Alia si candida alla poltrona di primo cittadino, avviando quello che da più parti viene definito uno scontro “fratricida- con Francantonio Genovese. E’ la logica conseguenza della decisione presa dal leader del partito Pier Ferdinando Casini, che ha rotto gli indugi dicendo definitivamente no al Pdl e alla coppia scopertasi inseparabile Berlusconi-Fini. Un no su tutta la linea, e che avrà ripercussioni un po’ ovunque: Casini candidato alla presidenza del Consiglio, Saverio Romano a quella della Regione, D’Alia appunto a sindaco di Messina e, a questo punto, presumibilmente Giovanni Ardizzone alla Provincia. Sempre che, dietro l’angolo, non spuntino alleanze strategiche e ticket elettorali, come quello che si pensa possa realizzarsi con l’Mpa. Si è molto parlato di un accordo D’Alia – Lo Monte per Messina, ma è chiaro che molto dipenderà da cosa deciderà di fare Raffaele Lombardo. Se il leader del movimento per l’autonomia, da tempo alleato dell’Udc e in particolare dell’ex governatore Cuffaro, dovesse cedere al corteggiamento di Berlusconi e del Pdl, allora l’Udc si ritroverebbe davvero solo, con una campagna elettorale che si preannuncerebbe in salita. In caso contrario, invece, nulla sarebbe da escludere, come ha confermato oggi lo stesso D’Alia nel corso del suo intervento al Comitato provinciale del partito.

Un Comitato, aperto dai segretari provinciale e cittadino Michele Caudo e Carmelo Santalco, dove si è rafforzato un concetto: lo scudocrociato non si tocca. Ma come spiegato da Ardizzone, «qui non si tratta della difesa di un simbolo, la scelta di Casini è stata in difesa della dignità di uomo». Sotto accusa i sondaggi diffusi dal quotidiano di casa Berlusconi, il Giornale, che nei giorni scorsi dava l’Udc al 2,9%. L’obiettivo dichiarato è quello del 10%, con Pippo Naro che ha definito «falsi e tendenziosi» quei numeri. Per D’Alia «è finita l’esperienza del finto bipolarismo, centrodestra e centrosinistra non esistono più». L’Udc «è l’unica espressione dei moderati e dei cattolici abbandonati dal Pd». Veltroni e Berlusconi sarebbero «due facce della stessa medaglia», e quello dell’ex leader della Casa delle Libertà viene definito «un atto di egoismo politico».

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