Voto degli italiani all'estero, inchiesta su brogli targati 'ndrangheta. Spunta il nome di Dell'Utri: «Sono tutte invenzioni»

Voto degli italiani all’estero, inchiesta su brogli targati ‘ndrangheta. Spunta il nome di Dell’Utri: «Sono tutte invenzioni»

Redazione

Voto degli italiani all’estero, inchiesta su brogli targati ‘ndrangheta. Spunta il nome di Dell’Utri: «Sono tutte invenzioni»

sabato 12 Aprile 2008 - 10:13

Sarebbero dovute risultate votate circa 50mila schede bianche in America Latina. Coinvolto un affarista calabrese, Aldo Micciché. Secondo notizie stampa dietro ci sarebbe Dell'Utri, ma lui smentisce

«Se vogliono sollevare un polverone elettorale, non lo posso impedire. Ma sono tutte invenzioni strumentali». Così Marcello Dell’Utri, ex parlamentare di Forza Italia, attualmente candidato al senato col il Pdl, si difende da alcune notizie stampa che lo vogliono coinvolto nel caso di brogli elettorali all’estero sui quali indaga la Dda di Reggio Calabria. L’indagine riguarda presunti brogli degli italiani in America Latina, voluti dalla ‘ndrangheta ed in particolare dalla cosca Piromalli di Gioia Tauro, e che vedrebbero in Aldo Micciché, affarista calabrese, uomo centrale da tempo trasferitosi in Venezuela, tramite decisivo tra la Calabria e l’America del Sud.

Secondo intercettazioni telefoniche tra esponenti in carcere dei Piromalli e lo stesso Micciché, circa 50mila schede bianche sarebbero dovute risultare votate per una determinata formazione politica. Quale? Secondo alcuni organi di stampa dietro tutto questo ci sarebbe proprio Dell’Utri e un pagamento di addirittura 200mila euro. Ecco una parte dell’intercettazione, contenuta nel dossier consegnato al ministro degli Interni Giuliano Amato: «Basterà pagare qualche addetto ai lavori, – dice Micciché a Dell’Utri – i responsabili delle votazioni si tapperanno entrambi gli occhi quando qualcuno dei nostri si preoccuperà di recuperare tutte le schede bianche e barrare la casella col simbolo Pdl».

Il procuratore della Repubblica facente funzioni, Francesco Scuderi, non smentisce ma afferma: «Il momento, visto che siamo ad appena due giorni dal voto è delicatissimo, anche perché negli articoli riportati sui giornali ci sono molti dettagli che avrebbero dovuto rimanere riservati, e sarebbe irresponsabile da parte nostra in questo momento rivelare ulteriori particolari. Dopo il voto potremo fornire qualche notizia in più. Al momento non è il caso di dire alcunché». Irritato il pm della Dda di Reggio Calabria Roberto Di Palma: «Una fuga di notizie come quella di oggi, in una situazione così delicata – ha dichiarato – rischia di avere effetti patologici sul buon esito dell’inchiesta. Non mi interessa tanto il problema del condizionamento del voto, perché è un punto di cui abbiamo parlato per tempo col ministro dell’Interno e ritengo che quello che dovevano fare, a livello di prevenzione, sia stato fatto, come ha detto Amato. Sono problematiche che non mi riguardano. Quello che mi interessa è il resto dell’indagine, che adesso è tutto compromesso».

Smentisce tutto seccamente Dell’Utri: «Dell’inchiesta ho letto sui giornali. Non conosco personalmente Aldo Micchichè ma l’ho sentito per telefono, lui si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all’estero e l’ho messo in contatto con Barbara Contini (candidata del Pdl in Campania, ndr). Nei giorni scorsi il parlamentare forzista aveva anche detto di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia in merito a questa vicenda.

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