Politiche 2022, l'ex ministro Maria Elena Boschi capolista alla Camera per Italia Viva/Azione

Politiche 2022, l’ex ministro Maria Elena Boschi capolista alla Camera per Italia Viva/Azione

Redazione

Politiche 2022, l’ex ministro Maria Elena Boschi capolista alla Camera per Italia Viva/Azione

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venerdì 19 Agosto 2022 - 12:00

Sarà il coordinatore regionale calendiano ed ex sindaco di Taurianova Scionti il capolista nell'elenco plurinominale per Palazzo Madama?

REGGIO CALABRIA – Si va sempre di più nella direzione di una “parata di star” in Calabria, in occasione della campagna elettorale per le Politiche del 25 settembre.

Se è ormai certo l’impegno sul fronte pentastellato delle ‘star’ antimafia Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato, se fin qui deve trovare conferma il possibile inserimento negli elenchi bloccati di Forza Italia sia del leader ed ex premier Silvio Berlusconi sia della compagna e parlamentare uscente Marta Fascina, da ieri sera pare praticamente certo l’impegno diretto – sempre in quota proporzionale, per carità – per il raggruppamento Italia Viva / Azione di una tra le esponenti politiche più note e in assoluto di questi anni: l’ex ministro Maria Elena Boschi, autentico ‘volto femminile’ del renzismo.

“Meb”, come in tanti amano chiamare la Boschi, a quanto emerso ieri nel corso dell’Assemblea nazionale di Italia Viva sarebbe capolista al proporzionale per Montecitorio. Alle sue spalle – cambiando dunque la Camera per cui ‘correre’ elettoralmente – potrebbe esserci il coordinatore calabrese del partito, senatore uscente e sindaco di Diamante (nel Cosentino) in carica Ernesto Magorno.
Che potrebbe, nella sostanza, vedere un agevole ritorno in Parlamento: era già noto da tempo che la Boschi, fra gli ‘assi nella manica’ assoluti di Matteo Renzi, sarebbe stata in corsa in diversi elenchi plurinominali. Per cui, se eletta altrove, in concreto lascerebbe a Magorno l’eventuale seggio conquistato in Calabria.

Sfida uninominale per Brunetti?

Restano alcuni punti interrogativi su altri elementi di punta di entrambi i partiti alleati in questa difficile ‘partita’ elettorale per le Politiche.
Benché sindaco facente funzioni del centro calabrese più vasto e popoloso, Reggio Calabria, Paolo Brunetti non avrebbe chance per una posizione in qualche modo ‘utile’ nelle liste proporzionali. A Brunetti sarebbe stato però offerto di correre in un collegio uninominale: impresa ovviamente defatigante per qualsiasi esponente terzopolista, visto il sistema elettorale vigente.

Scionti probabile capolista per il Senato

Del resto, avendo ottenuto Italia Viva la prima (e la seconda, in verità…) postazione per la Camera dei deputati, appare scontato che l’incrocio di forze e di chances porti Azione a esprimere il capolista al proporzionale per Palazzo Madama.

E la postazione #1 toccherebbe, nello specifico del Senato, al coordinatore calabrese dei calendiani ed ex sindaco di Taurianova Fabio Scionti.
Questo intanto, si argomenta, per irrobustire la posizione “di rappresentanza” per il partito alla sua prima vera sfida elettorale.

E poi perché per l’altro “facente funzioni” reggino, il sindaco metropolitano reggente Carmelo Versace, correre per un seggio in questa situazione non sarebbe la stessa cosa di quando, una manciata di giorni fa, se ne parlava come del possibile candidato per la sfida uninominale reggina in quota-Azione nell’alveo, però, della coalizione di centrosinistra.

La successiva rottura tra Carlo Calenda ed Enrico Letta ha portato a una situazione complicata.
Davvero difficile infatti chiedere voti per un “apicale” di Comune o MetroCity di Reggio Calabria – sia Brunetti sia Versace, al di là dei diversi partiti d’appartenenza, sono considerati rigorosamente tra i Falcomatà-boys – non essendosi ancora dipanata la nebulosa che avvolge da tempo i reali rapporti tra il Partito democratico e Giuseppe Falcomatà.
E a maggior ragione diventa complicato adesso chiedere suffragi per altre ‘sponde’ politiche, considerando che alla (probabilissima) elezione in Senato del dèmocrat Nicola Irto, dopo un breve interregno di Antonio Billari, a Irto subentrerebbe in Consiglio regionale il primo dei non eletti alle sue spalle Giovanni Muraca, altro “falcomatiano di ferro” e a lungo assessore comunale ai Lavori pubblici, poi temporaneamente interdetto dai pubblici uffici ai sensi della “Severino” in seguito alla condanna in primo grado a un anno di reclusione nel processo “Miramare”.

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