Ponte, Doglioni: "Sulle faglie di Capo Peloro e nello Stretto servono nuovi studi"

Ponte, Doglioni: “Sulle faglie di Capo Peloro e nello Stretto servono nuovi studi”

Marco Olivieri

Ponte, Doglioni: “Sulle faglie di Capo Peloro e nello Stretto servono nuovi studi”

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sabato 17 Maggio 2025 - 07:20

Un appello a nuove verifiche sismiche e geologiche quello dell'ex presidente dell'Ingv Doglioni, intervenuto a Messina all'incontro di Invece del ponte

MESSINA – “Ci sono delle faglie che possiamo considerare attive a nord di Capo Peloro, a Ganzirri, e all’interno dello Stretto. Le ricerche lo confermano. In uno studio di colleghi di Catania, alcuni anni fa, si è visto che c’è una faglia importante che attraversa lo Stretto di Messina. Dal punto di vista geologico e geofisico, bisognerebbe fare nuovi studi e approfondimenti prima di dare il via libera definitivo. Il mio è un appello per far sì che ci siano tutte le conoscenze necessarie prima d’intraprendere, in caso, un’opera così importante. L’ipotesi di faglia di Cannitello avrebbe bisogno di verifiche per capire se è attiva o non attiva”. Il professore Carlo Doglioni, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è intervenuto a Messina in occasione di un incontro promosso dall’associazione “Invece del ponte”.

La sua relazione è stata il cuore del confronto moderato dall’ingegnere Sergio De Cola su “Il ponte e il puzzle delle faglie dello Stretto” in un’affollata Santa Maria Alemanna a Messina. “Fondazioni su terreni instabili, rischio di liquefazione, innalzamento del livello del mare di almeno un metro entro la fine del secolo, venti sempre più intensi a causa dei cambiamenti climatici”: questo lo scenario descritto dal professore Doglioni, “in un’area già ad altissimo rischio sismico”.

Da qui la conferma delle sue posizioni, già espresse durante il programma “Report”: Che il ponte insista in un’area logicamente viva, e che sia una struttura che possa essere area epicentrale (zona interessata e coinvolta da un sisma, n.d.r.), non ci sono dubbi. Facendo una ricostruzione della sismicità che è avvenuta dal 1908 a oggi, prendendo Villa San Giovanni come centro, per un raggio di 40 chilometri, noi come Istituto abbiamo registrato oltre seimila terremoti. Servono coefficienti di accelerazione più alti per verificare il rischio sismico. Il mio è un appello a fermarsi e fare queste verifiche preliminari”.

L’invito di Dogliani a nuovi studi sismici e geologici e le riserve tecniche di De Miranda sul progetto a campata unica

E l’associazione “Invece del ponte” fa suo l’appello dell’ordinario di Geodinamica e Geologia strutturale alla Sapienza, Università di Roma: “Doglioni ha sottolineato come la presenza della faglia attiva di Cannitello e della faglia di Ganzirri rappresenti un pericolo tale da imporre l’immediata sospensione del progetto e l’avvio di nuovi studi scientifici indipendenti. Ed è incomprensibile la volontà di sottovalutare le faglie proprio nei punti in cui si vorrebbero collocare le torri del ponte”.

Dopo l’ex presidente dell’Ingv, è intervenuto l’ingegnere Mario De Miranda, che ha confermato i suoi dubbi sul progetto a campata unica per “incognite tecniche non gestibili e un aumento esponenziale dei costi”. Miranda, con i professori Federico M. Mazzolani e Santi Rizzo, è autore di uno studio “sulla fattibilità del ponte a luce unica”. In primo piano le riserve sulla fattibilità del transito dei treni sul ponte a campata unica da 3.300 metri. “Un azzardo tecnico. Io ho fatto molti ponti ma su questo ho grandi dubbi”, ha evidenziato l’ingegnere.

Caminiti: “Devo difendere il mio territorio, dalla corsa solo danni”

Molto atteso e applaudito l’intervento della sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti: “Io devo difendere il mio territorio e pretendere l’osservanza di tutte le 62 prescrizioni Via-Vas (Valutazione d’impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica, n.d.r.). Ad oggi emergono solo incertezze. Villa San Giovanni non accetterà di essere vittima sacrificale: è nostro obbligo vigilare e informare i cittadini. A parlare, durante quest’incontro, non sono stati no pontisti ma studiosi che invitano chi guida il progetto a fermarsi. E a fare le verifiche necessarie. Messina e Villa sono gemelle, sono profondamente unite, e io da sindaca devo governare la fase di cambiamento del mio territorio. Non tocca a me la scelta. Ma ho ribadito al rappresentante della società Stretto di Messina: non correte. Perché la corsa equivale non più al dubbio dell’incompiuta. Ma alla certezza della devastazione”.

Accorinti: “Disobbedienza civile non violenta”

A concludere i lavori è stato Renato Accorinti, ex sindaco di Messina. Il suo è stato un appello alla “disobbedienza civile non violenta, per obbedire alla nostra coscienza e difendere l’unicità dello Stretto. Chi opera le scelte deve sapere che noi non saremo conniventi. L’obbedienza alla nostra coscienza guiderà la disobbedienza civile a un’opera insensata e devastante”.

In vista dei nuovi passi e delle nuove mobilitazioni, intanto, oggi e domani il movimento no ponte si confronta a Forte San Jachiddu.

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12 commenti

  1. Scusate,ma il ns sindaco era stato invitato????
    Non ho letto nessuna sua dichiarazione.
    Il sindaco di Villa c’era…..
    Mah.

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  2. I No Ponte non sanno più a che cosa aggrapparsi per opporsi alla costruzione del ponte. Adesso spunta una faglia attiva a Ganzirri di cui non si era mai parlato. A questo punto consiglierei agli abitanti di Ganzirri, compresi coloro che si trovano in zone sottoposte ad esproprio, di lasciare le proprie abitazioni e spostarsi in località più sicure.

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  3. Non volete ascoltare neppure gli studiosi? Il sindaco di Messina e i suoi compagni di merenda dove erano? Perchè non sono venuti ad apprendere e a confrontarsi? Questa gente fa dell’arroganza il suo modo di essere! Vergogna!

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  4. Certo attenti a non deturpare villa San Giovanni , perla dello stretto ..

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  5. Basile é complice. Basile, non sulla mia pelle

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  6. L’Arroganza di una minoranza che contesta a prescindere e si inventa la faglia di Ganzirri. Approvo il consiglio di Jumpy agli abitanti di Ganzirri, approfittae degli espropri e venite a vivere in centro.

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  7. Forse non ci siamo capiti.
    Uno scienziato che è stato presidente dell’INGV dice che ci sono faglie da studiare meglio e sulle quali approfondire.
    Non dico di non fare il ponte, dico: SI VUOLE ACCOGLIERE IL SUGGERIMENTO CHE UNO STUDIOSO CHE RICHIEDE UN APPROFONDIMENTO ?
    Se l’esito dell’analisi sarà tranquillizzante, che si faccia pure il ponte.

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  8. Veramente avevo pensato che l’acqua alta di ieri in tutta la città di Messina , fosse stata causata dalla posa della prima pietra del Ponte .

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  9. C’è un abisso tra i dubbi tecnici, legittimi e da ascoltare con attenzione, dei professori Miranda, Mazzolani e Rizzo e l’approccio puramente ideologico degli Accorinti e sodali; in Sicilia a breve avremo l’alta velocità, è un dato di fatto, così come è certo che a Messina, nei tre chilometri dello stretto, ci sarà un’inevitabile collo di bottiglia che rallenterà tutti gli sforzi fatti nel resto dell’isola; il ponte sarebbe la soluzione per eliminare questo rallentamento. Poi uno può idolatrare la lentezza, la decrescita e tutte le baggianate che vuole, propagandando il tutto come meglio crede, ma se l’obiettivo è ottimizzare la velocità nei trasporti, efficientare la rete ferroviaria e stradale, il ponte rimane la scelta migliore per l’attraversamento dello stretto. È tecnicamente realizzabile? Non lo so. Ma l’obiettivo dovrebbe essere la realizzazione dello stesso senza boicottaggi ideologici.

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  10. Più che intervento scientifico sa di opinione politica come i fatti di cronaca in essere hanno dimostrato e questo al netto della valenza del ponte.

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  11. Ingegnere Dognoli, quello che dice lei è giustissimo. Per una sicurezza di tutti, fare ulteriori studi non è sbagliato. Ma creare tutto questa storia inutile su discorso di quanto può resistere il ponte e’ diventata una retorica. Ma voi vi create questo problema se il ponte resisterà ad un sisma di magnetico 7.1 , ma voi vi rendete conto che se dovesse mai succedere un sisma di tale entità qua a Messina nessuno saprà se il ponte sia resistito oppure no, xke la città sarà devastata rasa al suolo volete capirlo si o no..

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  12. Solo in una repubblica dei fichidindia come l’Italia si affronta con tanta leggerezza la costruzione di un opera che non ha paragoni al mondo per difficoltà tecniche, di progettazione e realizzazione, in una delle zone sismiche a più alto rischio del pianeta. La sicumera con cui Ciucci sostiene che il ponte resisterebbe ad un terremoto di magnitudo 7.1 senza supportare una affermazione così perentoria con uno studio scientifico appropriato è inaccettabile. Non ascoltare il grido di allarme che arriva da studiosi del settore che riguarda la sismologia, tra i più famosi e accreditati al mondo, non certo un Accorinti qualunque, dimostra che c’è la volontà di iniziare un’opera che non ha ancora un progetto definitivo, solo ed esclusivamente per motivi economici. Devasteranno un territorio, perché di questo si tratta, per poi allargare le braccia e dire: non si può fare!

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