Ponte sullo Stretto. Il “tesoretto” revocato e i fondi statali che finiscono in tutta Italia

Ponte sullo Stretto. Il “tesoretto” revocato e i fondi statali che finiscono in tutta Italia

Marco Ipsale

Ponte sullo Stretto. Il “tesoretto” revocato e i fondi statali che finiscono in tutta Italia

martedì 16 Dicembre 2025 - 08:00

Nel 2014 il Governo Renzi, Pd, riprogrammò 1 miliardo e 650 milioni. Uno scenario che si ripropone oggi, anche se in modo diverso

Quando tra il 2012 e il 2013 il Governo Monti interruppe il progetto del Ponte sullo Stretto, la somma stanziata, accantonata e resa disponibile in bilancio per l’opera era di 1 miliardo e 650 milioni. Il costo previsto era di 8,5 miliardi, di cui 6 miliardi di fondi pubblici e 2,5 in finanza di progetto, da recuperare tramite i pedaggi. Includeva revisioni, oneri finanziari, rischio e adeguamento delle opere accessorie e quindi non era ancora del tutto finanziata.

Ma che fine ha fatto quel miliardo e 650 milioni quando il progetto è stato bloccato? La riprogrammazione dei fondi è stata gestita dal Governo Renzi, Pd, attraverso la Delibera Cipe numero 75/2014.

La riprogrammazione ufficiale

Ufficialmente, le risorse revocate sono state riprogrammate per finanziare infrastrutture prioritarie e cantierabili del Mezzogiorno, in linea con gli obiettivi di coesione territoriale, in particolare il potenziamento della rete ferroviaria gestita da Rfi in Sicilia e Calabria, il completamento e ammodernamento di tratte stradali cruciali, come l’allora A3 Salerno-Reggio Calabria, progetti idrici e ambientali nel Sud Italia.

Il meccanismo della “fungibilità” e il mistero della destinazione

Il problema della tracciabilità e la ragione per cui non si può sapere con certezza se i soldi sono rimasti esclusivamente al Sud, risiedono nel meccanismo della “fungibilità” del bilancio statale.

Una volta che i fondi vengono riassorbiti si “mescolano”, cioè rientrano nella disponibilità generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Anche se sono stati formalmente reiscritti in capitoli di spesa a prevalente destinazione meridionale (come il Fondo Sviluppo e Coesione – Fsc), i soldi perdono la loro etichetta originaria di “fondi Ponte”.

E quindi, per logica di bilancio, sono stati utilizzati in tutta Italia. Se 1,65 miliardi rientrano nelle casse statali, la pressione complessiva sulla spesa è alleggerita. Questo permette al Governo di finanziare più agevolmente altre voci di spesa, comprese quelle per opere e investimenti nelle regioni settentrionali, senza dover ricorrere a nuovi prestiti o coperture fiscali aggiuntive. Quei fondi hanno indirettamente finanziato i bilanci di spesa nazionale, liberando risorse altrove.

L’attualità: il rischio della ripetizione

Questa dinamica torna attuale dopo la ripresa del progetto, i rilievi sollevati dalla Corte dei Conti, l’impossibilità di iniziare i lavori nel 2025 e quindi la riprogrammazione di una parte delle risorse, che stavolta erano state stanziate totalmente.

A quanto ammonta questa cifra? Riguarda una parte iniziale degli Fsc (Fondi sviluppo e coesione), circa 1,4 miliardi di euro, più le risorse vincolate nel bilancio al cronoprogramma di spesa per il 2025. Il totale è di circa 3 miliardi.

Soldi solo in Sicilia e Calabria?

Fondi che saranno utilizzati tutti per altre opere in Sicilia e Calabria? Pare proprio di no. Come nel 2014 i fondi verrebbero riassorbiti dal Mef e il Cipess dovrebbe deliberarne la riprogrammazione, rendendo difficile garantire la tracciabilità esclusiva delle risorse in un determinato territorio.

Dai primi annunci, le risorse dovrebbero essere riprogrammate sul caro materiali per le opere di tutta Italia, sulle Zes, le Zone economiche speciali, che riguardano Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, e su “Transizione 5.0”, piano nazionale del Governo che mira, con crediti d’imposta, a incentivare gli investimenti delle imprese in tecnologie che coniughino digitalizzazione ed efficienza energetica per modernizzare il sistema produttivo e renderlo più sostenibile e autonomo dal punto di vista energetico. Fondi disponibili per le imprese di tutta Italia.

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7 commenti

  1. Non si sente più una parola da parte di salvini in merito a questo tema…evidentemente era come tutti pensavamo: uno strumento elettorale

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  2. Che vergogna x l’ennesima volta sie dimostrato quanto vale la politica italiana .invece di progredire si va indietro .la sicilia resterà senpre affamata .

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  3. Ma non è lo slogan N1 per i N0 PONTE ??
    ” Quei soldi usiamoli per altro” !!!😂😂Bene , chi oggi si lamenta è spesso lo stesso che ieri chiedeva di togliere i soldi al Ponte. Solo che ora scopre che, una volta tolti, non decide lui dove vanno.
    Non è un problema contabile, è un problema di onestà intellettuale.
    Informatevi cmq prima di iniziare a fare certe figure …
    È normale che funzioni così ,i fondi “liberati” non sono un salvadanaio per Sicilia e Calabria. Rientrano nel bilancio dello Stato, passano dal MEF e vengono riprogrammati dal CIPESS secondo priorità nazionali. È sempre successo.
    Chi oggi grida “usiamoli per altro” e poi protesta perché vengono usati per altro, sta solo contraddicendo sé stesso.
    Difendiamo lo stretto ❤❤😅🫡
    Che pena …

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  4. .. ecco, esatto, proprio così!

    Usiamoli per altro e questo governo spero li utilizzi dove veramente servono non sicuramente per un ponte che nasce riesumato, zoppo e con tanti dubbi, per compiacere a un politico e ai suoi seguaci consapevoli che non si potrà, nelle condizioni attuali, mai fare.

    Basta sviluppo distruttivo!

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  5. Lei Luca continua ad ignorare il fatto che la corte dei conti ha bocciato l’iniziativa del ministro e del governo non quella del movimento no ponte.
    Quello è solo un movimento di opinione.
    Vi da fastidio e si vede, ma non ha potere alcuno in pratica.
    Non è con i cittadini che deve prendersela ma con chi ha sbagliato tutto, cioè Salvini ed il governo.

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  6. Io mi soffermerei sulla foto rendering di questo articolo. È assolutamente falsa e fuorviante. Il Ponte sullo stretto sarebbe assolutamente ENORME rovinerebbe uno dei posti più belli del mondo rovinerebbe tutto sarebbe una catastrofe

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  7. @Arcistufo2.0, facciamo un po’ di chiarezza, perché qui si continua a confondere controllo con bocciatura, e qualcuno (@Nino compreso) rischia di scrivere ancora senza sapere di cosa parla.
    La Corte dei Conti non ha bocciato il Ponte né l’iniziativa del governo poiché semplicemente non può farlo.
    È un organo di controllo, non di veto, e ha chiesto chiarimenti su coperture, cronoprogramma e sostenibilità, come avviene per qualsiasi grande opera. Se fosse stata una bocciatura, il progetto sarebbe chiuso per legge.
    Lo è ??No , non lo è.
    E infatti la questione non è affatto chiusa: i fondi non impegnati sono stati riallocati perché l’iter tecnico non è concluso e verranno reinseriti quando l’opera diventerà esecutiva
    Questione No Ponte :
    Con i No Ponte non ho nulla…è chisro che si trstti di un movimento di opinione legittimo, ma irrilevante sul piano decisionale. È un dato di fatto. Non provo fastidio, semmai pena per chi continua a scambiare l’immobilismo che soffoca la Sicilia per virtù politica, immaginando Messina condannata a essere solo una città di villeggiatura, pensionati e ….., senza investimenti né futuro.
    Quanto a Salvini, non mi interessa..
    Il Ponte lo poteva fare chiunque, anche Toninelli. Non è una bandiera di partito, ma una speranza concreta di sviluppo per la Sicilia.
    Intelligenti pauca

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