L'Ordine degli Ingegneri ne chiede la convocazione al sindaco di Messina, Federico Basile
Il 18 Aprile l’Ordine degli Ingegneri di Messina è stato audito in Commissione Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati sul Disegno di Legge “Disposizioni urgenti per la realizzazione del Collegamento stabile tra Sicilia e Calabria”.
Lì il convinto sì per annullare i tempi di attraversamento dello Stretto, adeguando anche l’intera rete ferroviaria e autostradale del sud Italia agli standard europei.
Il Ponte è necessario
“La Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo obbliga gli Stati membri, entro il 2030, ad eliminare strozzature e colli di bottiglia presenti nella Rete. Lo Stretto di Messina rappresenta ad oggi la principale strozzatura presente nel corridoio 9. Abbiamo pertanto evidenziato come vi sia pure il rischio, per il nostro Paese, di essere destinatario di una procedura d’infrazione Europea in caso di ritardi significativi degli interventi. In altre parole occorre un serio impegno dello Stato italiano per non vanificare gli impegni finanziari (Pnrr, Fondi europei, partecipazione di Fondi Pubblici e/o privati) che l’Europa ci riconoscerà: dalla Struttura burocratica-autorizzativa alla Politica, dal Governo alle Categorie produttive e professionali, a tutti insomma si richiede un surplus di impegno affinché si raggiungano gli obiettivi fissati”.
Ferrovie e autostrade siciliane
Gli ingegneri messinesi dicono sì al Ponte ma chiedono anche “un serio e concreto impegno del Parlamento Nazionale e del Governo nel risolvere le attuali e significative criticità presenti ad oggi sulla rete Ferroviaria e Stradale Isolana. Il Report di Ance Nazionale fotografa impietosamente una situazione di drammatica arretratezza delle reti stradali e ferroviarie del Mezzogiorno: – 90 km di rete ferrovia tra Messina e Palermo a binario unico, ad oggi privo di copertura finanziaria il doppio binario in quel tratto; – 49 km di Ferrovie al sud per 1000 Kmq di superficie, a fronte di 63 km al nord sempre su 1000 kmq; -18 km di rete autostradale al sud per 1000 kmq di superficie, a fronte di 30 km al nord sempre su 1000 kmq; stendiamo un velo pietoso sullo stato manutentivo delle citate reti. Ma proprio per tutte le superiori considerazioni riteniamo che il Collegamento Stabile, al di là degli aspetti prettamente ingegneristici di sfida scientifica e costruttiva (3300 metri la Campata centrale più lunga al Mondo, 399 metri l’altezza della Torre lato Sicilia più alta al Mondo: già solo questi, elementi coinvolgenti e altamente stimolanti), potrà e dovrà rappresentare l’ Opera – Chiave dalla quale far ripartire il potenziamento e l’ammodernamento dell’ossatura trasportistica meridionale. Rappresentare lo Stretto, un elemento di cerniera così strategico nel sistema infrastrutturale meridionale, impone parimenti che lo stato progettuale sia il più possibile, accurato ed approfondito: tant’è che lo stesso DL n.35/2023 – Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria – prevede che il Progetto definitivo del 2011 vada adeguato “alle vigenti norme tecniche delle costruzioni, ..ambientali, ..di tutela paesaggistica,.. etc” (art. 3)”.
Il progetto da perfezionare
“Nel progetto definitivo sono ancora da perfezionare almeno tre parti sostanziali dell’intero intervento infrastrutturale che attualmente hanno un livello di elaborazione assimilabile a studio di fattibilità. Ci si riferisce a: -) la nuova Stazione di Messina, ricollocata nell’area di Gazzi (lato Sud della città a circa 20 km dall’impalcato), con quel che consegue per i collegamenti ferroviari di attraversamento della città; -) la imprecisata “Fascia Bolano”, di collegamento con la futura linea ad AV/AC Napoli-Reggio Calabria – Lato Calabria; -) la variante stradale della città universitaria dell’Annunziata a Messina, in collegamento con la nuova viabilità di accesso al Ponte prevista dallo svincolo Curcuraci. Ed ancora l’interferenza prevista lungo la Via Santa Cecilia della galleria ferroviaria con la Via La Farina, in rapporto all’attuale sistema viario cittadino, dovrà essere accompagnata da uno studio comprensivo dell’analisi del sovraccarico che i flussi del traffico di collegamento alle aree di cantiere determineranno sulla viabilità corrente, esteso anche ai nuovi insediamenti residenziali previsti in alcuni villaggi collinari (Faro Superiore, Curcuraci, Sperone). Parimenti da affrontare le urgenti tematiche inerenti le previsioni urbanistiche poste in discussione dalla realizzazione del Ponte, ricordando tra l’altro che fino a qualche mese addietro sono state rilasciate autorizzazioni e concessioni edilizie su aree interessate dall’Opera e che ormai a cadenza quasi decennale in queste aree, ad ogni cambio di “decisione” del Governo, vengono apposti vincoli preordinati all’esproprio legati alla “volontà politica” di realizzare o meno, il Collegamento Stabile”.
Comitato tecnico interistituzionale
L’Ordine degli Ingegneri di Messina sin dal 2004 ha svolto un ruolo attivo e propositivo all’interno del Comitato Tecnico Interistituzionale per le opere connesse al Ponte costituito sin dal gennaio 2004 dal Comune di Messina e dall’allora Provincia Regionale di Messina. Fin dall’insediamento del Comitato erano stai posti come prioritari tre Obiettivi di lavoro, condivisi dai rappresentanti istituzionali (Comune di Messina, Provincia Regionale di Messina, Università di Messina, Camera di Commercio di Messina, Autorità Portuale di Messina, Soprintendenza ai Beni Culturali e Genio Civile di Messina, Sindacati confederali, Sicindustria, Ance, Ordini professionali degli Ingegneri e degli Architetti, delegazione Club Service cittadini): 1) Dotare la città di uno strumento, appunto il Comitato Interistituzionale, capace di fornire un Modello di Sviluppo territoriale e urbano, moderno ed integrato con la sponda Calabra, che andasse ben oltre l’individuazione delle opere complementari al Ponte; 2) Affrontare e risolvere le complesse problematiche connesse alla Fase di Cantierizzazione, 3) Approfondire le problematiche territoriali attraverso la redazione di un Programma Quadro di sviluppo urbano-territoriale dell’Area dello Stretto che servisse ad orientare le esigenze e le iniziative degli Enti Locali interessati, sulla sponda siciliana e calabrese, in un ambito complessivo di Area Vasta”.
“Riteniamo che sia indispensabile la riattivazione del Comitato Tecnico Interistituzionale anche alla luce della prevista adozione, da parte delle “Regioni di Sicilia e Calabria, entro 60 giorni dall’approvazione del progetto definitivo,… di un Piano Integrato condiviso, finalizzato ad adeguare il sistema del trasporto pubblico nello stretto alle nuove esigenze di mobilità derivante dalla realizzazione del collegamento stabile”. (emendamento al DL n.35/2023 – decreto ponte). Nel Piano Integrato del trasporto locale condiviso dalle Regioni di Sicilia e Calabria dovrebbe poter trovare adeguato “spazio” un Elenco di Opere Complementari e “non compensative” che è condizione inderogabile perché la realizzazione del Ponte sullo Stretto possa avere una ricaduta positiva sulla Città: tali Opere, strettamente connesse all’utilizzo del Ponte dovrebbero poter godere anche di copertura finanziaria certa previa approvazione da parte del Governo di un programma pluriennale di attuazione del Progetto Ponte, che preveda l’inizio della costruzione del manufatto congiuntamente alla realizzazione delle opere connesse/o complementari. Il Comitato Tecnico Interistituzionale avrebbe proprio il ruolo di affrontare con “voce unica” non solo le strategie territoriali ed occupazionali connesse al Ponte, ma anche potrebbe avere la funzione di monitoraggio e conseguente informazione alla città sul livello di approfondimento delle varie problematiche che interesseranno il territorio cittadino”.
Gli ingegneri chiedono di “individuare in un unico soggetto istituzionale il necessario interlocutore territoriale che dovrà sintetizzare il Quadro aggiornato delle diverse esigenze e priorità che la città con voce unica ed autorevole dovrà saper manifestare”.

E’ giusto che gli ingegneri di Messina debbano essere direttamente coinvolti anche nelle scelte essendo loro i veri conoscitori dei siti interessati dall’opera di attraversamento stabile ( campata unica o tre campate) . Sono essi che possono dare indicazione circa le soluzioni idonee a rendere la città elemento centrale e non qualcosa da guardare da un ponte. Sono a mio avviso, loro che conoscono situazioni orografiche e meteorologiche che possono dare un giudizio sul grado di affidabilità che il ponte ad una campata o tre campate può può dare. Il ponte non può essere una struttura a rischio. (Il ponte Morandi deve essere sempre e continuamente da esempio.)
Ing Risitano iscritto all’albo di CATANIA