Prendono forma le prime infrastrutture strategiche del Governo Monti

Prendono forma le prime infrastrutture strategiche del Governo Monti

Giovanni Mollica

Prendono forma le prime infrastrutture strategiche del Governo Monti

martedì 06 Dicembre 2011 - 18:15

Esaurita la prima fase della manovra "lacrime e sangue", destinata a ridurre il deficit di bilancio, prendono forma i primi provvedimenti finalizzati allo sviluppo. Tra questi rivestono particolare importanza le infrastrutture. Soprattutto quelle definite "strategiche" che mostrano quali sono, per la coppia Monti-Passera le aree del Paese sulle quali concentrare parte delle risorse ottenute con l'aumento delle tasse. I provvedimenti adottati nella riunione del Cipe di oggi, 6 Dicembre, sembrano dimostrare che l'estremo Sud non avrà un ruolo da protagonista nella crescita dell'Italia

Le prime notizie che filtrano dalla riunione del CIPE di oggi, 6 dicembre, sollevano il velo sul nuovo Piano delle Infrastrutture strategiche del Governo Monti-Passera.
Diciamo subito che sembra proprio che il Ponte sullo Stretto debba essere messo, ancora una volta, in soffitta. Gli oppositori dell’attraversamento stabile tra la Sicilia e il continente brinderanno a champagne.
La ragione dell’assenza della contestatissima opera che porta il nome della nostra città non è quella affrettatamente ripetuta dai suoi detrattori più acculturati: “Non ci sunnu i picciuli. Per la semplice ragione che, in questa riunione, sono stati stanziati ben 5,2 miliardi, dei 40 totali che il Governo intende impegnare.
Solo che, invece di essere spesi in riva allo Stretto, saranno andati altrove.

E, leggendo tra le righe delle decisioni adottate dal superMinistro Passera e avallate da Monti, traspare un’idea di priorità che non promette nulla di buono per il profondo Sud. Calabria e Sicilia in testa.
Il finanziamento del Terzo Valico dei Giovi (6,5 miliardi di costo complessivo) ne è un primo esempio. Molto significativo: assegnare 1,2 miliardi per la realizzazione della grande galleria che apre la strada alla direttissima ferroviaria Genova-Milano, infatti, è la dimostrazione della volontà politica di privilegiare il Porto di Genova quale terminale fondamentale per l’enorme flusso di container provenienti dall’Estremo Oriente.
Per non parlare delle materie prime e dei prodotti dell’agricoltura inevitabilmente destinati a essere importati dal continente africano verso l’Europa. E dei prodotti finiti che viaggiano in senso opposto .
. Gioia Tauro, addio.
Una piccola parte delle somme sbloccate, solo 267 milioni, servirà ad ammodernare la rete di trasporto locale della città di Bologna. Sembrava che la città del dottor Balanzone avesse perso il diritto a questo finanziamento, in quanto non era riuscita a elaborare un piano condiviso per la realizzazione di un Servizio ferroviario metropolitano e per il potenziamento della rete filoviaria urbana. Il Cipe, invece, ha confermato lo stanziamento, anche se non è ancora chiaro come verrà rimodulato(!!!).Della serie: “Intanto ti do i soldi, vedi tu cosa farne”.
Ci saranno stanziamenti statali anche per il completamento del Mose, per i 40 km ad A/V della Treviglio-Brescia, curata da Rfi(!!!) e per la metropolitana di Napoli. L’ANAS si dedicherà anche alle strade statali siciliane e calabresi – che, come si sa, portano fiumi di ricchezza al Mezzogiorno -: saranno ammodernate la 106 Jonica e la Agrigento-Palermo.
Ma le “buone notizie” (per i NoPonte) non finiscono qui: pare (ma la notizia non è ancora confermata) che 3 miliardi – che, secondo i bene informati in salsa peloritana non c’erano! – saranno destinati alla realizzazione delle linee ad A/V ferroviaria Brescia-Padova e Napoli-Bari.
Quest’ultima scelta, in particolare, sembra dimostrare che la proposta di tagliare l’ex Corridoio 1 Berlino-Palermo all’altezza di Napoli, per deviarlo verso Bari e Malta non era frutto della diabolica mente di quel cattivone del Commissario ai Trasporti europeo Siim Kallas, ma aveva salde radici nel “campanilismo trasversale” (PdL-PD) di due politici rampanti. Entrambi pugliesi. Uno Ministro berlusconiano e l’altro Governatore sellino.
Congratulazioni. Per i giovani siciliani, calabresi e messinesi in particolare si profila uno splendido futuro.

Al Nord.

5 commenti

  1. MEGLIO UN FUTURO AL AL SUD CON UNA CONDIVISA SECESSIONE E L’IMPOSIZIONE DI TASSE REGIONALI SULLA ENERGIA ELETTRICA CHE PRODUCIAMO IN SICILIA E FORNIAMO AL NORD.

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  2. E di questo dobbiamo ringraziare: Crimi, Garofalo, Nania, Martino, D’Alia ecc.. ecc..
    L’unica cosa positiva è che non si farà quella cacca di ponte!!
    Continueremo però a viaggiare su treni anni 40 con orari e percorsi da terzo mondo.
    Ed i leghisti ci accuseranno di essere terroni e fannulloni nonchè mantenuti dediti all’assistenzialismo.
    Dai padani ovviamente.
    W l’Italia, una ed indivisibile.
    A chiacchiere.
    Di fatto è sempre stata divisa.
    A spese dei “terroni” che, per esempio, hanno portato la Fiat a livelli mondiali, salvo poi essere presi a calci nel sedere dal Marchionne di turno e dall’agnellastro più giovane.

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  3. Questa, dell’energia elettrica che si produce in Sicilia e si esporta al Nord, è una piacevole sorpresa. Avevo sempre pensato che l’elettrodotto del pilone di Torre Faro funzionasse da Nord verso Sud, così come i cavi sottomarini che l’hanno sostituito. Evidentemente sbagliavo.

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  4. ma cari miei, smettiamola con queste storie dell’energia elettrica prodotta in Sicilia, possiamo attaccarci solo a questo. Si è vero siamo produttori,ma in quantità minima rispetto ad altre regioni e ad altri paesi. Andatevi a vedere i rapporti Enea. Siamo un peso morto, fermi. E proseguiamo su questa strada

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  5. e imponendo le “tasse regionali”, il nord se la va a prendere da un’altra parte l’energia. Abbiamo una classe politica e una educazione civica addirittura più scarsa di quella italiana in generale. Mafiosi, politici incompetenti, gente ignorante e strafottente (meno male che non parlo della totalità assoluta). La secessione sarebbe il ritorno a al medioevo

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