Il confronto sulla relazione di Croce avverrà in “camera caritatis”: in commissione e non in Consiglio

Il confronto sulla relazione di Croce avverrà in “camera caritatis”: in commissione e non in Consiglio

Danila La Torre

Il confronto sulla relazione di Croce avverrà in “camera caritatis”: in commissione e non in Consiglio

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mercoledì 15 Aprile 2015 - 22:02

Nella vicenda che ha riportato il calendario di Palazzo Zanca a Maggio 2013, interviene il capogruppo del Pdl, Trischitta, che scagiona sia il vecchio Consiglio Comunale sia l’attuale, ricordando le tappe che non secondo lui non hanno reso necessario la dichiarazione di dissesto

Meglio in camera caritatis che in pubblica piazza. Sarà la commissione bilancio e non il Consiglio comunale ad occuparsi – a “soli” due anni dalla sua redazione – della relazione Croce. Si tratta dell’ormai famosissimo documento tornato agli onori della cronaca in seguito all’attività ispettiva condotta dalla consigliera comunale Nina Lo Presti (vedi qui) e divenuto, negli ultimi giorni, l’argomento principe di Palazzo Zanca.

Nella Conferenza dei capigruppo è stata infatti accolta la proposta dell’esponente Pd , Paolo David, di discutere dello “spinoso” argomento in sede di commissione, con porte rigorosamente chiuse, e non in sala Consiglio, dove a causa delle porte aperte ci potrebbero essere pericolosi spifferi…

Anche la capogruppo dei Dr, Elvira Amata, firmataria di un recente comunicato in cui chiedeva la convocazione di un Consiglio comunale straordinario per far luce sui troppi gialli, è tornata sui suoi passi e ha sposato la richiesta del collega David.

Nelle prossime ore, il presidente della Commissione Bilancio, Nicola Cucinotta, provvederà ad inoltrare gli inviti al sindaco Accorinti, al vice-sindaco Signorino, al ragioniere generale Cama, al segretario/direttore generale Le Donne e al Collegio dei revisori.

Intanto, nella vicenda che ha riportato il calendario di Palazzo Zanca a Maggio 2013 è intervenuto il capogruppo del Pdl, Pippo Trischitta (nella foto), il quale – contrariamente a molti suoi colleghi – non ha mostrato finto stupore per il contenuto della relazione, testualmente definita un «elenco di provvedimenti» emessi nella fase commissariale, ma ha sostanzialmente scagionato sia il vecchio Consiglio Comunale sia l’attuale organo rappresentativo (lui fa parte di entrambi).

In una conferenza stampa tenutasi nella stanza del suo gruppo consiliare, l’esponente azzurro ha spiegato che «il vecchio Consiglio Comunale non poteva predisporre la delibera sul dissesto perché non c’erano i tempi tecnici e sarebbe stato il primo caso nella storia d’Italia se un organo consiliare con mandato già scaduto si fosse riunito ad elezioni per il rinnovo già avvenute (le elezioni si sono tenute l’8 ed il 9 giugno 2013 ndr); l’attuale Consiglio comunale – ha aggiunto Trischitta – si è insediato il 19 luglio 2013 e nel frattempo il Commissario Croce aveva smentito se stesso inviando il 6 giugno una lettera al Ministero per chiedere di poter rimodulare il piano di riequilibrio. A quella lettera ne è seguita un’altra a firma da Accorinti, datata 4 luglio, in cui il neo sindaco reiterava la richiesta di Croce».

La lettera del commissario Croce a cui fa rifermento Trischitta è quella inviata a Roma il giorno dopo l’incontro con i sei candidati a sindaco, che avevano chiesto all’allora reggente di Palazzo Zanca di sollecitare il Ministero a concedere al Comune di Messina una seconda chance, dopo la bocciatura del contratto di servizio con l’Amam ed il venir meno dei 145milioni di euro previsti tra le entrate della manovra finanziaria decennale.

Trischitta ha, inoltre, ricordato che il 9 agosto 2013 è stato è stato convertito in legge il decreto n.69 del 21 giugno, con l’inserimento dell’emendamento Mancuso approvato qualche giorno prima, esattamente il 6 agosto (vedi qui), che dava alle amministrazioni di nuovo insediamento la possibilità di rivedere il piano, se su questo non c’era ancora il diniego da parte della Corte dei Conti.

Per allontanare qualsiasi ombra o tesi complottistica sulla vicenda di questi giorni, il capogruppo del Pdl ha anche sottolineato che con delibera n.235 del 4 settembre 2014, anche la Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti ha preso atto della modifica introdotta all’art.243 bis comma 5 del Tuel, integrato dall’art.49 quinquies della legge n.98 del 9 agosto (vale a dire l’emendamento Mancuso) e ha, di fatto, sospeso il giudizio sul piano di riequilibro targato Croce.

Dal 26 giugno – giorno dell’insediamento della giunta Accorinti – al 6 agosto – giorno in cui viene approvato l’emendamento Mancuso – c’è, tuttavia, una fase di “buco” normativo in cui la Giunta Accorinti non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di dichiarare dissesto, contando probabilmente sul buon esito delle interlocuzioni avviate immediatamente con il Ministero e le forze politiche, al fine ottenere il necessario salvagente per evitare il default. Ed il salvagente – come detto in precedenza -è arrivato il 6 agosto con l’emendamento Mancuso, diventato parte integrante della legge n.98 del 9 agosto, che convertiva il decreto n.69. Alla luce di questo scenario, ci siamo chiesti nei giorni scorsi se la giunta Accorinti – sino al 6 agosto priva di qualsiasi appiglio normativo per procedere alla rimodulazione del piano di riequilibrio – non avesse l’obbligo di portare in discussione in Consiglio comunale la relazione di Croce e la lettera di accompagnamento con cui il commissario invitava il Consiglio a dichiarare il dissesto. Ma su questa vicenda, che tiene banco da giorni, l’amministrazione Accorinti non ha sentito la necessità di intervenire. Almeno sino a questo momento.

Restando sempre dentro la “macchina del tempo”, va segnalato che il 20 maggio 2013 – il giorno prima che il commissario Croce firmasse la relazione e la lettera di accompagnamento tornate in auge recentemente – era stata l’area economico-finanziaria di palazzo Zanca a lanciare l’allarme. In un nota congiunta firmata dall’allora ragioniere generale Ferdinando Coglitore e dal dirigente ai bilanci Giovanni Di Leo, il commissario Croce veniva avvisato che «le mancate risorse del Contratto di servizio Amam, unita ad altre criticità, certamente comporterà la non approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale». Non approvazione del piano significava inevitabilmente dissesto.

A maggio 2013, in città, tutti sapevano di quanto l’ipotesi dissesto fosse ad un passo dal diventare realtà, anche se oggi molti consiglieri comunali sembrano colpiti da un’amnesia collettiva che aveva cancellato i brutti ricordi, improvvisamente riaffiorati dopo due anni grazie – o probabilmente per colpa, secondo qualcuno – alla consigliera Lo Presti.

Per alcuni consiglieri si tratta di un risveglio da un coma profondo durato due anni, durante i quali sono stati votati atti finanziari fondamentali per il destino del Comune e della città. E di quei voti,oggi, chiedono conto e ragione alla giunta, che hanno appoggiato e sostenuto in Aula dal luglio 2013.

Danila La Torre

12 commenti

  1. avvgiangrecosalvatore@alice.it 16 Aprile 2015 02:29

    Tutti a casa! Così si risparmiano un pò di soldi, tanto a cosa serve un consiglio comunale che non consiglia e che con inutili commissioni e sottocommissioni serve solo ad alimentare lo spreco delle scarse risorse pubbliche?

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  2. avvgiangrecosalvatore@alice.it 16 Aprile 2015 02:29

    Tutti a casa! Così si risparmiano un pò di soldi, tanto a cosa serve un consiglio comunale che non consiglia e che con inutili commissioni e sottocommissioni serve solo ad alimentare lo spreco delle scarse risorse pubbliche?

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  3. Ovviamente Trischitta assolve se stesso ed i suoi sodali ! Chiediamo che la discussione avvenga in consiglio , a porte aperte e vediamo cosa ne pensano i cittadini !!!

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  4. Ovviamente Trischitta assolve se stesso ed i suoi sodali ! Chiediamo che la discussione avvenga in consiglio , a porte aperte e vediamo cosa ne pensano i cittadini !!!

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  5. Trischitta,cuocila commu voi sempre cucuzza E’! il guaio di questa razza politica è di avere la faccia di bronzo,non si vergognano nemmeno quando “infinocchiano” i cittadini.

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  6. Trischitta,cuocila commu voi sempre cucuzza E’! il guaio di questa razza politica è di avere la faccia di bronzo,non si vergognano nemmeno quando “infinocchiano” i cittadini.

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  7. Non vi è stato alcun vuoto normativo perchè il decreto 69 è stato modificato in sede di conversione appositamente per offrire copertura alle amministrazioni insediatesi a giugno, e non vi è alcun obbligo di dichiarare il dissesto immediatamente, nè compete all’amministrazione farlo.Infatti l’art 247 del D. lgs 267/2000 recita al c. 2:”Ove sia ritenuta sussistente l’ipotesi di dissesto l’organo regionale di controllo assegna al consiglio,con lettera notificata ai singoli consiglieri,un termine,non superiore a venti giorni, per la deliberazione del dissesto” e al c. 3.”Decorso infruttuosamente tale termine l’organo regionale di controllo nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto”.
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  8. Non vi è stato alcun vuoto normativo perchè il decreto 69 è stato modificato in sede di conversione appositamente per offrire copertura alle amministrazioni insediatesi a giugno, e non vi è alcun obbligo di dichiarare il dissesto immediatamente, nè compete all’amministrazione farlo.Infatti l’art 247 del D. lgs 267/2000 recita al c. 2:”Ove sia ritenuta sussistente l’ipotesi di dissesto l’organo regionale di controllo assegna al consiglio,con lettera notificata ai singoli consiglieri,un termine,non superiore a venti giorni, per la deliberazione del dissesto” e al c. 3.”Decorso infruttuosamente tale termine l’organo regionale di controllo nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto”.
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  9. osservatore esperto 16 Aprile 2015 11:53

    Mi permetto ricordare che l’art.247 attiene all’omissione della dichiarazione di dissesto.L’Organo regionale interviene in presenza dei presupposti qualora ne venga a conoscenza attraverso i documenti contabili. La dichiarazione di dissesto è regolata dall’art. 244 del T.U. Non vi è quindi dubbio che debba essere il Consiglio comunale ad adottare la relativa delibera ricorrendo le condizioni previste dallo stesso art.244 Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non puo’garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi
    indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalita’ di cui all’art.193 e 194 per le fattispecie previste

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  10. osservatore esperto 16 Aprile 2015 11:53

    Mi permetto ricordare che l’art.247 attiene all’omissione della dichiarazione di dissesto.L’Organo regionale interviene in presenza dei presupposti qualora ne venga a conoscenza attraverso i documenti contabili. La dichiarazione di dissesto è regolata dall’art. 244 del T.U. Non vi è quindi dubbio che debba essere il Consiglio comunale ad adottare la relativa delibera ricorrendo le condizioni previste dallo stesso art.244 Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non puo’garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi
    indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalita’ di cui all’art.193 e 194 per le fattispecie previste

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  11. in “camanera caritatis”? ringraziate a Dio che non se la fanno in “camera da Letto”,non si sa mai…………..

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  12. in “camanera caritatis”? ringraziate a Dio che non se la fanno in “camera da Letto”,non si sa mai…………..

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