Comuni e nuovi amministratori: quando a far politica sono i “ragazzini”

Comuni e nuovi amministratori: quando a far politica sono i “ragazzini”

Comuni e nuovi amministratori: quando a far politica sono i “ragazzini”

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martedì 15 Ottobre 2013 - 20:33

Questo il tema che affronta il libro “L'Italia cambiata dai ragazzini. Nuovi amministratori, nuovi comuni”, del consigliere nizzardo Giacomo D’Arrigo, presentato Lunedì 14 presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina. Presenti il rettore, Pietro Navarra e il vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello.

In un momento storico in cui la politica –arte di per sé nobilissima– attraversa una profonda crisi di consenso ma anche di idee, raccontare l'impatto positivo e di cambiamento che tantissimi giovani nuovi amministratori portano ogni giorno nei Comuni italiani, significa rappresentare il volto sano e costruttivo dell’Italia. Esiste invero una generazione di politici che affronta in particolare temi di innovazione che, modernizzando i singoli territori, contribuiscono a rinnovare anche il Paese. Sfumata l’autorevolezza del Parlamento nazionale, rimane, il Comune, infatti, l’unico luogo in cui si può ricucire quel difficile rapporto che c’è per ora tra istituzioni e cittadini.

Ed è, in particolar modo, ai comuni che guarda il libro "L'Italia cambiata dai ragazzini. Nuovi amministratori e nuovi Comuni" edito dalla casa editrice Marsilio nella collana "Tempi" e presentato, Lunedì 14, a Messina, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi. Il testo, di Giacomo D'Arrigo, consigliere comunale di Nizza di Sicilia e fondatore di ANCI Giovane, fornisce un efficace spaccato di questa realtà e, con l'ausilio di numeri, testimonianze, dati ed esempi, ci conduce ad una riflessione di fondo: la bravura di queste nuove leve non proviene (solo) dalla loro giovane età, ma dalla capacità di realizzare idee e percorsi nuovi. Segnalando temi che hanno assunto un'importanza assoluta e che rappresentano il bivio tra portare una comunità nel futuro o determinarne la stasi. Raccontando anche di una generazione vastissima e silenziosa, che ogni giorno percorre l'idea della politica come funzione sociale insostituibile, sapendo coniugare senso della gestione a un più grande senso della visione per le proprie comunità.

Una politica che arrivi a farsi strada nella selva della burocrazia e che riesca a «domare l’eccesso tecnocratico» è ciò che ha auspicato Alessandro Notarstefano, direttore responsabile di "Gazzetta del Sud", intervenuto per moderare l’incontro. «Credo in un nuovo umanesimo della politica ─ha detto il giornalista─ in cui si riscoprano le periferie e i margini, in cui si consideri anche la geografia dei luoghi oltre che la storia.

Ivan Lo Bello, vicepresidente nazionale di Confindustria, ha sottolineato il valore assoluto della «formidabile discontinuità» prodotta dall’avvento del paradigma digitale, che ha avviato i giovani verso una grande passione civile che tuttavia difficilmente riescono a canalizzare attraverso strumenti adeguati. Le piccole realtà, però, appaiono a Lo Bello l’unico luogo in cui questo può avvenire, considerando il fatto che, dice l’ISTAT, è prevista per i prossimi anni una forte competizione fra comuni per ottenere adeguato capitale umano, con alte conoscenze.

Ha fatto gli onori di casa, il rettore dell’Università, Pietro Navarra, per il quale questo libro può essere utile a colmare il grande vuoto che attraversa la politica italiana che, a suo avviso, deriva dalla carenza di leadership, che deriva a sua volta dalla mancanza di senso critico. Infatti, «chi non ha non senso critico non può credere in se se stesso e non può perciò essere un leader». Anche se essere giovane non significa esserlo per forza anche all’anagrafe ma esserlo nella mente, chi è giovane d’età ─ha detto sempre il rettore─ diventa più credibile di chi non lo è, perché «se propone qualcosa lo fa solo perché ci crede e vedrà lui stesso i risultati delle sue azioni: ne coglierà i frutti o ne pagherà le conseguenze».

Il volume, la cui introduzione è del ministro per gli affari regionali Graziano Delrio, analizza sette nuove politiche pubbliche: economia e sviluppo, integrazione, ambiente ed energia, cultura, innovazione, partecipazione e civismo affrontate dagli amministratori locali con risultati che hanno determinato capacità di ammodernamento dei territori. Ciascuna tematica è collegata a veloci richiami di casi concreti: sono 37 i Comuni, grandi città e piccoli borghi di tutta la penisola, citati con testimonianze e riflessioni di sindaci, assessori e consiglieri comunali giovani, Tra questi Matteo Renzi, Massimo Zedda, Alessandro Cattaneo e Marco Zambuto e tanti altri. Il volume si completa con diverse tabelle numeriche che descrivono la realtà degli oltre 20 mila amministratori locali under 35. "L'Italia cambiata dai ragazzini", ha annunciato l’autore, verrà presentato prossimamente anche al Quirinale, su iniziativa del Presidente della Repubblica.

(CLAUDIO STAITI)

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