Il piano “anti-dissesto” al vaglio del consiglio. La seduta si preannuncia incandescente

Per la politica messinese si preannuncia una giornata lunga ed intensa. Questa sera, infatti, alle 18, il consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi sulla proposta di delibera presentata dall’amministrazione per scongiurare il dissesto: essa prevede un piano triennale di rientro del debito basato, ancora una volta, sulle dimissioni immobiliari e, nel caso in cui non si ottengano le risorse “immaginate” per coprire parte dei buchi, sull’aumento delle tasse. Prima di essere inviato alla Corte dei Conti, che ha richiesto misure correttive alle osservazioni mosse entro il termine perentorio del 28 febbraio, il documento dovrà però passare al vaglio del civico consesso. E questo, nonostante i buoni auspici di Buzzanca, rischia di rivelarsi un passaggio tutt’altro che semplice, considerate anche le numerose “critiche” mosse dagli stessi consiglieri nella seduta di venerdì scorso.
Un “assaggio” di quello che potrebbe essere, lo fornisce già il coordinatore cittadino di Fli, Nello Pergolizzi, che anticipa al presidente Previti la richiesta di “modificare con urgenza l’ordine del giorno della seduta del Consiglio Comunale, affinché il Civico Consesso analizzi la situazione economica del Comune, ed attraverso questa analisi, possa valutare se sia possibile assumere ulteriori misure correttive per evitare la dichiarazione di dissesto, ovvero, alternativamente, la possibilità di dichiarare autonomamente il dissesto del Comune”. Il rappresentante di Fli, infatti, decisamente poco convinto e soddisfatto dalla proposta avanzata dalla giunta Buzzanca, propone di valutare preventivamente l’ipotesi che sia lo stesso consiglio ad adottare autonomamente il dissesto, senza che sia invece un commissario prefettizio dimostrando così che l’intenzione dell’aula consiliare è quella di “osservare scrupolosamente le norme che reggono la vita degli enti locali, dal momento che la dichiarazione di una situazione di dissesto, qualora esistente, è elevata ad obbligo del Consiglio Comunale”. Sempre e comunque Pergolizzi ritiene “onesto o meglio doveroso che il sindaco sia presente alla seduta per fornire valutazioni e soluzioni ben diverse dalle esternazioni, del tutto inappropriate nel corso dell’ultima convocazione. Se così non fosse – conclude – sarebbe il caso che il primo cittadino e la sua giunta, in primis l’assessore al bilancio, rimetta le proprie dimissioni, liberando la città dall’ingombrante presenza/assenza”. A proposito di presenze, ricordiamo che lo stesso Buzzanca, venerdì scorso, ha dichiarato di voler prendere parte al dibattito.
Particolarmente dura rispetto alla delibera presentata dall’amministrazione, la posizione del segretario della Cgil di Messina Lillo Oceno, che considera il documento “edulcorato rispetto alla vera realtà. I debiti di Palazzo Zanca sono di gran lunga superiori a quanto indicato e i residui attivi tutt’altro che certi.
Tra i debiti vale la pena sottolineare come la decisione, perseguita da Buzzanca, di liquidare l’Atm e la Messinambiente trasferisce l’intero debito, compresa la liquidazione del personale, sulle spalle delle casse comunali e quindi della collettività tutta. Si tratta di un importo di oltre 100 mln di euro. Con altre soluzioni, peraltro avanzate da più parti, la trasformazione dell’Atm e il risanamento della Messinambiente avrebbero consentito una rilevante riduzione della massa debitoria”. Proprio con riferimento alla società di raccolta rifiuti, Oceano afferma che “le decisioni assunte dal tandem Buzzanca Ruggeri hanno determinato, con il regolare sotto finanziamento del servizio e con la corresponsabilità di chi ha diretto Messinambiente, il crearsi di una situazione debitoria grave. Fenomeni che non potevano essere sconosciuti a Buzzanca che, sia nella qualità di sindaco che in quella di azionista, doveva conoscere i conti e approvare bilanci”.
Non meno spinoso, secondo Oceano, il capitolo riguardante i numerosi debiti fuori bilancio non ancora censiti o che si determineranno tra breve tempo: “Sarà inoltre interessante accertare – continua – se le procedure di utilizzo delle somme comunali per realizzare gli svincoli saranno considerate idonee per poterne consentire il ristoro da parte del Ministero. Speriamo che gli atti formali siano corretti e che esistano tutte le autorizzazioni necessarie, altrimenti il Comune di Messina sforerà il Patto di Stabilità con ulteriore aggravamento delle condizioni economico finanziarie”. Poca, per non dire nulla, la fiducia che il sindacato ripone nella politica di dismissione degli immobili che, con tutta probabilità potrebbe rivelarsi fallimentare: “Insomma – afferma – di fronte a questa situazione, non resta è l’aumento delle imposte e delle tariffe e della compartecipazione ai servizi: pagano sempre i più deboli”.
Proprio per questo Oceano ricorda al sindaco il protocollo sottoscritto con le organizzazioni sindacali che prevede il confronto preventivo su tutte gli strumenti di bilancio, sulle imposte e sui tributi locali e su altri rilevanti questioni. “Il primo cittadino – conclude Oceano – non ha mai rispettato quel protocollo, nonostante lo abbia sottoscritto (convocando quel giorno telecamere e fotografi), dimostrando ancora una volta che non intende confrontarsi con nessuno. Non vuole condividere i dati reali dell’azienda Comune, vuole decidere da solo. È una scelta. Ma se ne assuma la piena responsabilità senza continuare a scaricare su altri la colpa se la nave di Palazzo Zanca punta diritta sugli scogli”. (EDP)