Processo Miramare, clamorosa assoluzione in appello per Angela Marcianò

Processo Miramare, clamorosa assoluzione in appello per Angela Marcianò

mario meliado

Processo Miramare, clamorosa assoluzione in appello per Angela Marcianò

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lunedì 05 Dicembre 2022 - 19:00

Proscioglimento in secondo grado di giudizio dalle contestazioni di falso (perché il fatto non sussiste) e abuso d'ufficio (per non aver commesso il fatto)

REGGIO CALABRIA – Una notizia di micidiale importanza irrompe sulla scena giudiziaria, ma anche (…e soprattutto?) politica reggina. Nel “processo Miramare”, la Corte d’appello (presidente, Olga Tarzia) ha clamorosamente prosciolto in secondo grado di giudizio l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici Angela Marcianò – alle ultime Comunali candidata alla sindacatura – con formula ampia, sempre in rito abbreviato come in primo grado.
Accolte, così, le tesi dei suoi legali Renato Milasi e Diego Foti.

Ribaltata la condanna di primo grado

La differenza non da poco è che in primo grado la Marcianò era stata invece condannata a un anno di reclusione – con pena sospesa – per falso e abuso d’ufficio. Cosa che non le aveva impedito di candidarsi a sindaco “in solitaria”, senza centrare il ballottaggio ma comunque con una notevolissima affermazione personale; diventata consigliera comunale proprio in ragione dei risultati da un lato e del suo essere aspirante alla fascia tricolore dall’altro, Angela Marcianò inizialmente a Palazzo San Giorgio non aveva potuto mettere piede, perché già in via preliminare sospesa per 18 mesi ai sensi della “legge Severino”.

Allo stato, è l’unica a uscire indenne dalla vicenda giudiziaria

Ma una seconda differenza, altrettanto significativa…, è che quella prima condanna dell’ex assessore ai Lavori pubblici, in abbreviato, precedette le stesse Comunali 2020 e precedette ogni verdetto nei confronti del sindaco all’epoca dei fatti, Giuseppe Falcomatà, e della sua Giunta del tempo. Nel novembre 2021, anche Falcomatà fu poi condannato (a un anno e quattro mesi), così come tutti gli assessori (a un anno) che votarono la delibera “incriminata”.

A tempo di record, tuttavia, e ancor prima di quest’appello in abbreviato nei confronti dell’oggi consigliere comunale di Impegno e identità Angela Marcianò, il 9 novembre scorso è arrivata la condanna anche in secondo grado per tutti gli imputati del rito ordinario: in questo caso Giuseppe Falcomatà è stato condannato alla più lieve pena di un anno di carcere, gli ex membri della sua Giunta d’allora a 6 mesi di reclusione.

Chiaramente, quest’assoluzione assume un significato politico rilevantissimo: era stata proprio l’ex assessore ai Lavori pubblici a denunciare, peraltro consegnando alla Procura pure una serie di conversazioni e di chat al riguardo. Quanto al falso, assoluzione «perché il fatto non sussiste»; quanto all’abuso, «per non aver commesso il fatto». Due statuizioni che restituiscono un profilo politico-morale ancor più di rilievo per Marcianò, allo stato effettivamente l’unica fra tutti gli imputati a uscire indenne dalla vicenda.

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