Il contratto, gli appelli, i selfie, gli applausi. De Luca: "Vogliatemi bene"

Il contratto, gli appelli, i selfie, gli applausi. De Luca: “Vogliatemi bene”

Francesca Stornante

Il contratto, gli appelli, i selfie, gli applausi. De Luca: “Vogliatemi bene”

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martedì 26 Giugno 2018 - 20:17

Alle 17.18 Cateno De Luca è stato ufficialmente proclamato sindaco in un'aula stracolma a Palazzo Zanca. Lungo discorso alla città, ai consiglieri comunali, alla stampa, ai giovani. Circondato dalla sua giunta, De Luca ha così iniziato il suo mandato di sindaco

La sala del consiglio comunale stracolma. I posti tutti occupati. Tanta gente accalcata fuori e la tribuna ovviamente piena. Tutti per Cateno De Luca. Tutti per partecipare alla proclamazione di Cateno De Luca sindaco di Messina. Quando il magistrato che ha coordinato i lavori dell’Ufficio del seggio centrale ha letto la formula con cui Cateno De Luca è ufficialmente stato dichiarato primo cittadino erano le 17.18. E lì è esploso un lunghissimo applauso, la gente ha iniziato ad intonare un’ovazione nel nome di Cateno, lui ha gioito alzando in alto le mani in segno di vittoria, gli occhi commossi e quella cravatta giallorossa indossata per l’occasione. Perché De Luca non lascia nulla al caso. Subito dopo il primo discorso da sindaco nell’aula consiliare. Con tanti messaggi alla città, ai giovani, ai dirigenti degli uffici di Palazzo Zanca, alla stampa e soprattutto ai consiglieri comunali. A quei 32 con cui De Luca vuole dialogare e collaborare. In tanti erano tra i banchi per assistere alla proclamazione del sindaco. Soprattutto gli esordienti di questa legislatura non hanno voluto perdere questa prima uscita ufficiale. C’erano quasi tutti i consiglieri del centrosinistra, qualcuno del centrodestra della lista Bramanti sindaco, ma nessun genovesiano, e non c’erano i 7 eletti del Movimento 5Stelle. Una presenza d’aula che potrebbe far leggere fin da subito qualche apertura nei confronti di De Luca che ha chiesto al consiglio un contratto. In un clima che sembrava da primo giorno di scuola, quando i vari gruppetti si scrutano a distanza per capire chi conosce chi, Cateno De Luca ha parlato all’aula per più di mezz’ora. Un discorso pacato, scandito ad ogni concetto da pause che spesso hanno strappato applausi a scena aperta di un pubblico attento e silenzioso. Un altro Cateno De Luca rispetto a quello della campagna elettorale, altri toni, altri modi. Tanta politica nel suo discorso, fatto tutto a braccio, senza appunti, senza promemoria, ma con ogni parola al suo posto.

«Non vedevo l’ora che arrivasse il momento della proclamazione. Abbiamo iniziato subito a occuparci delle questioni più impellenti per la città, ma ancora non ho avuto la possibilità di iniziare a tradurre in atti quella che sarà un’amministrazione che coinvolgerà tutta la comunità e il consiglio per portare quotidianamente avanti la rivoluzione che avete voluto. Questa è la giunta che mi aiuterà non solo a risolvere le questioni, ma a rendere concreta l’azione che noi abbiamo prospettato nel programma che i cittadini hanno votato».

Ha esordito così De Luca, che subito ha rivolto il suo discorso al consiglio comunale: «Ho chiesto la presenza dei consiglieri eletti per lanciare un messaggio chiaro e immediato alla città. Desidero incontrare tutti. Uno ad uno. Ho urgenza di definire le varie fasi del programma amministrativo che intendiamo attuare. Dobbiamo fare un contratto alla luce del sole, non chiedo e non desidero alcuna transumanza politica. Sono stato eletto come sindaco trasversale senza colore politico e tale rimarrò fino a quando sarò sindaco. Voglio dirlo chiaro. È stato votato un programma con un sindaco e una giunta. Sono disponibile anche ad assegnare delle deleghe ai consiglieri. Chi vorrà potrà governare con noi prendendosi un pezzo dell’amministrazione attiva. Se lo statuto non lo prevede, faremo una modifica per inserire la figura del consigliere delegato che parteciperà con la Giunta alla programmazione strategica per la città. Il nostro è un messaggio chiaro, che non deve dare adito ad interpretazioni errate, noi vogliamo solo consiglieri consapevoli e che siano operativi. Questa sarà una svolta radicale storica a Messina. Questo mio messaggio dev’essere colto nella sua bontà e buonafede. Non faccio parte di quella categoria di amministratori che usano il palazzo municipale per acquistare o conquistare consiglieri. Quella fase è finita. Io non entrerò mai nei rapporti tra consiglieri e partiti, loro non dovranno entrare e intralciare il lavoro del sindaco De Luca. Il mio desiderio è arrivare all’’insediamento del consiglio con un quadro chiaro e già pronti al governo. Abbiamo dieci giorni per definire il contratto».

Tra le sue prime azioni poi De Luca ha annunciato di voler prendere in mano la questione del Palagiustizia bis. Poi i ringraziamenti, in particolare «a chi in una partita così importante e delicata ci ha messo la faccia, in una città in cui spesso non viene perdonato il fatto di aver manifestato il proprio pensiero».

Poi il messaggio trasversale: «Il primo io dovrò imparare ad abbassare i toni, sono uno che spesso va fuori le righe, non sono stati facili questi ultimi 7 anni della mia vita. Chiedo a tutti di abbassare i toni, è stata una campagna elettorale vivace e forte che ha portato a risultati netti quindi non è necessario proseguire con atteggiamenti che non servono alla città. Dobbiamo essere aperti alla città, noi cercheremo di fare la nostra parte dando il buon esempio, ognuno di voi però deve amare Messina. La svolta può attecchire solo se la si fa tutti insieme. Cercherò di dividere il mio tempo tra il mio ruolo istituzionale e il rapporto che voglio continuare a mantenere con la città. Vogliatemi bene, non chiedetemi di fare cose che non sono lecite o opportune, ho bisogno di mantenere la mia autorevolezza nei confronti degli uffici, quando si chiede qualcosa si diventa prigionieri. Se mi volete bene aiutatemi a conservare questa autorevolezza.

La città di Messina è una miniera per le sue caratteristiche, energie, intelligenze. Ho bisogno del tempo per mettere a sistema questa miniera. Non voglio ritrovarmi dietro la porta codazzi che chiedono aiuto perché il contesto ha cancellato ogni briciolo di dignità. Voglio una terra in cui la politica non coltivi clientele e opportunità per pochi a danno di molti. Se voi mi starete vicino riusciremo in questa rivoluzione che è stata battezzata il 24 giugno per farla diventare un modello di governo».

Alla stampa, con cui Cateno De Luca è entrato in forte contrasto durante la campagna elettorale un messaggio di distensione: «Guardateci con obiettività». Poi l’appello ai giovani: «Non fate il gioco di noi vecchi. Non disinteressatevi delle istituzioni, il vero rinnovamento si può attuare se ognuno di voi si avvicina alla politica e alle istituzioni mantenendo autonomia di pensiero e senza il timore di essere etichettati come “picciriddi”.

E alla fine De Luca ha chiuso chiedendo alla città di esserci: «Ripendiamo il senso dell’agorá, dobbiamo riscoprire il senso della comunità e partecipare tutti al cambiamento».

Applausi e selfie hanno fatto da sfondo a questa proclamazione che apre ufficialmente l’era di Cateno De Luca. Adesso manca solo la consegna della fascia da parte di Renato Accorinti.

Francesca Stornante

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