Diario di una protesta: Giorno 8

Diario di una protesta: Giorno 8

Alessio Gugliotta

Diario di una protesta: Giorno 8

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martedì 04 Dicembre 2012 - 17:43

L’onda di protesta europea che ha investito Messina nella scorsa settimana non si è infranta e i licei messinesi continuano la loro “forma estrema” di protesta.

Dopo una settimana il Liceo-Ginnasio “G. La Farina” continua la sua protesta rimanendo ancora occupato, ed ha intenzione di restarci almeno fino a venerdì. L’occupazione fin’ora più longeva insieme a quella del Liceo “F. Maurolico” segue l’onda di dissenso che in questo mese ha investito l’Italia. Il servizio di segreteria è mantenuto ma continuano a essere sospese le lezioni. Le attività iniziano la mattina e si protraggono fino al primo pomeriggio, alternandosi fra: conferenze, corsi di teatro, approfondimenti sulla filosofia, il giornalismo, i videogames; corsi di difesa personale, tornei sportivi, e non mancano gli interventi degli ex alunni su argomenti pertinenti ai motivi della protesta (diritto, accesso programmato universitario, etc.). Di tutto si occupano i rappresentanti di istituto e i membri del direttivo. A fare da portavoce della protesta rappresentante Giuseppe Ialacqua : “l’occupazione è il mezzo più efficace e produttivo di lotta, favorisce i rapporti umani e la crescita formativa e personale, inoltre riteniamo sia l’unico mezzo che lo studente ha per riappropriarsi della scuola e responsabilizzarsi circa le sue condizioni e il suo futuro. In questo modo lo studente dimostra di avere senso dello stato, mentre lo stato dimostra di non avere senso dei cittadini”. A fare da “cicerone” i membri del direttivo: Claudio Panebianco e Mariaconcetta Bombaci che illustrano l’andamento della protesta e dichiarano : “non pensavamo di trovare così partecipi gli alunni del Ginnasio! Sono sempre pronti a dare una mano in qualsiasi modo e per qualsiasi cosa”. Questi studenti rivendicano il loro diritto allo studio e il mantenimento dell’Istituzione scolastica nazionale. La sospensione delle discussioni sul Ddl Aprea in parlamento ha segnato la prima vittoria per i liceali che più di ogni altra cosa desiderano far capire che per una volta, non devono essere i più deboli a pagare la crisi,ma vanno tutelati i lavoratori e studenti “in primis”. Si urla no al trasformare gli istituti pubblici in fondazioni, ai tagli indiscriminati, ma soprattutto no al precariato, oggi determinato dalla condizione politica ed economica nazionale. Quest’ occupazione ribadisce ai governanti che nell’essere alunni di un istituto, si è prima di tutto cittadini, perciò unità fondamentale di una realtà che lo stato italiano, munito di una costituzione che , malgrado le continue “eccezioni”, garantisce a tutti i propri diritti e ne legittima le recriminazioni.

La scuola è aperta a tutti. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

Costituzione italiana, art. 34

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