Indossando per un attimo i panni di un turista in giro per le strade di Messina, a voi la scelta della nazionalità, non mancano di certo bellezze artistiche e naturali da visitare ed ammirare: l’elenco sarebbe lungo e per non fare torto a nessun celebre artista preferiamo non fare nomi. Vestendo tuttavia il ruolo di “turisti per caso”, basta poco per rendersi contro come spesso e volentieri, per i visitatori che fanno tappa in riva allo stretto, nomi e cognomi di scultori che hanno fatto grande la storia artistica della città, sono comunque destinati a rimanere nell’anonimato.
E per capire da cosa questo anonimato sia determinato, basta dare uno sguardo alle foto. Le immagini mostrano infatti “una” fontana e poco accanto il cartello che ne dovrebbe indicare l’autore, con annesse note biografiche, l’anno di realizzazione e perché no i “retroscena” che si nascondono dietro la sua messa in opera. E invece…nulla d tutto ciò. A malapena dell’ “acquatico” monumento si riesce a scorgere il nome “Fontana Gennaro”. Tutto il resto è un groviglio di scritte fatte con dei pennarelli colorati che coprono sia i testi scritti in italiano, sia quelli tradotti in inglese.
E se dunque i turisti non potranno soddisfare la loro curiosità, tranne che non siano muniti di guida turistica cartacea, per i messinesi che non conoscono ancora il monumento in questione, è d’obbligo qualche informazione: la scultura, posizionata alla fine di via Cavour, quasi all’incrocio con via Tommaso Cannizzaro, non sempre viene notata perché coperta dai rami degli alberi che vi fanno da contorno: a realizzarla, nel lontano 1590, l’artista Rinaldo Bonanno. Dal 1931 è tornata ad occupare la collocazione originaria ma, subito dopo il sisma del 1908, venne trasportata e custodita all’interno del museo. Il nome deriva forse dalla parola gennaio in quanto sembra che la scultura raffiguri il segno zodiacale dell’acquario che cade appunto in quel mese.
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