Edipower, i sindacati invocano un tavolo di confronto ministeriale con azienda, regione e comune

Edipower, i sindacati invocano un tavolo di confronto ministeriale con azienda, regione e comune

Serena Sframeli

Edipower, i sindacati invocano un tavolo di confronto ministeriale con azienda, regione e comune

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giovedì 12 Febbraio 2015 - 14:12

Le segreterie generali di CGIL CISL UIL MESSINA, con i segretari provinciali di FILCTEM FLAEI UILTEC, vogliono ora delle risposte certe: il Css sarà il futuro o la centrale chiuderà?

Attivare urgentemente uno specifico tavolo di confronto con azienda, regione, ente locale e sindacato al fine di individuare e concordare idonee soluzioni e percorsi utili a tutelare il lavoro e l’ambiente: questa la forte richiesta inoltrata al ministero dalle segreterie generali di CGIL CISL UIL MESSINA, con i segretari provinciali di FILCTEM FLAEI UILTEC.
Lo scorso 28 gennaio le segretarie hanno inviato una nota al ministro dello Sviluppo Economico sulla vertenza della Centrale Termoelettrica Edipower. Le segreterie sollecitavano l’apertura di un tavolo ministeriale per capire le intenzioni del Gruppo A2A riguardo alla centrale termoelettrica EDipower: comprendere quindi se la Centrale è a rischio chiusura, visto anche l’imminente completamento dei lavori del nuovo elettrodotto di Terna Sorgente –Rizziconi, che mette l’Edipower sicuramente fuori mercato.
Le segreterie territoriali, nelle diverse note inviate alle istituzioni nazionali, regionali e locali, hanno più volte sollecitato l’azienda ad esitare un piano industriale capace di garantire il mantenimento della produzione, tutelare gli occupati e rispettare l’ambiente.
A fronte delle numerose proteste, Edipower ha poi presentato una bozza di progetto per evitare la chiusura del sito: un impianto solare termodinamico e un digestore anaerobico per biomasse, entrambi asserviti al turbogeneratore del gruppo 2 che sarebbe riconvertito per l’utilizzo di un combustibile solido secondario (C.S.S.), ottenuto dal trattamento di una parte della raccolta dei rifiuti.
“Si tratta- si legge nella nota delle segreterie- di una particolare tipologia di CSS (Carburante Solido Secondario) della quale però Edipower/A2A non ha ancora inteso chiarire a tutt’oggi gli esiti della sperimentazione, impedendo di conseguenza la stessa obbligatoria valutazione da parte degli organi preposti che sindacato e lavoratori avevano comunque allertato per tempo al fine di accelerare una rapida conclusione dell’iter”.
“Non esiste ad oggi – continua la nota – altra proposta in campo per impedire la chiusura dell’impianto e, a pochi mesi dall’entrata in funzione del nuovo elettrodotto, nessuno è ancora in grado di sapere se quel progetto sia concreto, se possa essere autorizzato ed, in ultimo, se sia sostenibile e cosa lo stesso determini, soprattutto riguardo alle maestranze impiegate ed i tempi della sua realizzazione”.
Poiché l’impianto andrebbe ad operare in un’ area già dichiarata Sito di Interesse Nazionale, le segreterie hanno attivato anche un confronto trasparente sugli aspetti e le ricadute di questo progetto ma “la mancata esibizione del piano completo da parte di Edipower/A2A ha offerto facile alibi al Governo della Regione Siciliana che, limitandosi ad assolvere un ruolo tecnico, non ha mai preteso di sapere dall’azienda quali fossero le proprie reali intenzioni circa l’area che occupa”.
“La centrale termoelettrica di San Filippo del Mela – termina la nota – è uno degli ultimi residui produttivi di un territorio industriale già drasticamente ridotto ed esposto a forte disagio sociale. La sua chiusura trascinerà con sé circa 400 posti di lavoro, tra diretti ed indotto, ma anche le speranze di rilancio dell’esigua economia della fascia tirrenica messinese”.

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