Quelle scritte invisibili che oltraggiano la bellezza di Messina: incuria, indifferenza, inciviltà

Quelle scritte invisibili che oltraggiano la bellezza di Messina: incuria, indifferenza, inciviltà

Rosaria Brancato

Quelle scritte invisibili che oltraggiano la bellezza di Messina: incuria, indifferenza, inciviltà

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domenica 24 Febbraio 2019 - 07:45

Ci sono scritte invisibili che oltraggiano le bellezze di Messina. Sono offese fatte con l'incuria, l'abbandono, l'inciviltà

Hanno agito come i codardi. Hanno scritto “fanculo la patria” a caratteri cubitali, proprio lì, sulla Batteria Masotto, un pezzo di storia e di arte collocato in uno dei punti più belli della città, con lo sguardo volto allo Stretto.

Una violenza all’arte, al paesaggio, alla storia. Fanculo la patria è un’offesa al sacrificio di chi, nelle guerre, è morto per far sì che oggi qualcuno avesse la libertà di manifestare tutta la sua inciviltà, imbecillità e ignoranza usando una bomboletta spry come un’arma.

La città ha reagito, si è indignata. Le autorità competenti hanno riportato onore e bellezza.

Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. Di volta in volta c’indigniamo, c’è qualcuno che interviene e tutto ritorna come prima.

Ci indigniamo perché quell’offesa è palese, aggressiva, forte.

Eppure non ci accorgiamo di altre offese, altrettanto profonde, alla bellezza di Messina. Non ce ne accorgiamo perché non sono VISIBILI. Non sono come quel pugno allo stomaco, eppure ci sono, profonde, devastanti, sebbene invisibili.

L’incuria, l’abbandono, l’ignoranza, “violentano” interi scorci di storia, di cultura, di arte, ma nessuno grida all’oltraggio, perché non ci sono scritte cubitali..

Il 14 febbraio ho partecipato all’Aperucid organizzato dall’Unione dirigenti cattolici alla Feltrinelli ed il dibattito ad un certo punto si è focalizzato sul turismo e sui nostri “tesori”. Uno dei presenti, Giuseppe Giannetto ha raccontato che con il movimento La Sicilia ai siciliani a lungo hanno organizzato visite guidate domenicali alle bellezze della città. Troppo spesso i partecipanti erano più o meno gli stessi organizzatori. Il racconto di Giuseppe Giannetto è simile a quello di altre associazioni. I numeri cambiano solo per alcune di manifestazioni di livello nazionale (penso alle Vie dei Tesori o alla Giornata del Fai) e restano fatti episodici. Conclusa l’iniziativa o l’evento, tutto torna come prima, e le “ragnatele” del tempo e dell’incuria tornano come un triste velo.

Ogni anno Mare d’inverno porta un soffio di bellezza nei luoghi “violati” per 365 giorni l’anno. PuliAmo Messina è instancabile nel cambiare volto alle aree aggredite dall’abbandono.

Potrei riempire 10 pagine elencando nomi di gruppi, movimenti ed associazioni che periodicamente organizzano pulizie di luoghi lasciati all’incuria, visite guidate, tour tra bellezze e siti coperti di erbacce e ignorati da tutti.

Potremmo tornare pochi giorni dopo e rivedere quei luoghi nuovamente sporchi e nuovamente desolati perché non c’è nessuno.

Se ognuno di noi dedicasse mezza domenica al mese per partecipare ad una di queste iniziative Messina sarebbe migliore.

La bellezza molte volte va conquistata, cercata e non è mai scontata.

Ci sono scritte invisibili sui nostri monumenti, nelle ville dimenticate, nei forti umbertini, alla tomba di Antonello, alla Badiazza, in ogni scorcio che per decenni è stato messo da parte perché c’erano altre urgenze.

Ci sono scritte invisibili nella zona falcata, nel lungomare, in Fiera, in ogni luogo o edificio non valorizzato.

Nessuno le vede, sono state scritte con la penna del tempo, con la penna della nostra fredda, della nostra indifferenza, dell’incapacità amministrativa, con i colori grigi dell’incuria e dell’abbandono.

Ogni volta che qualcuno di noi attraversa una delle Ville di Messina e getta una carta per terra, o lascia che i bisogni del nostro pelosetto restino lì senza raccoglierli, ogni volta che un amministratore non vigila sull’effettiva pulizia, non dà adeguato sostegno ai volontari di turno, ogni volta che ognuno di noi si gira dall’altra parte è come puntare una bomboletta spray su un pezzo di bellezza..

Puntiamo tutti il dito contro i vandali che hanno oltraggiato la Batteria Masotto e punteremo ancora il dito al prossimo atto vandalico.

Ma dovremmo guardarci allo specchio, me per prima.

Se io dedicassi un’ora della settimana alla scoperta della bellezza della mia Messina varrebbe molto più di cento post indignati ma che non lasciano traccia se non virtuale.

La bellezza di Messina non è virtuale, è reale. E’ fatta di momenti impalpabili, di sussurri che vengono fuori da quei luoghi.

Non basta andare su google per conoscere la storia dei forti umbertini. O avere vaghe nozioni su Messina bombardata. Chi dei lettori è mai andato al Museo del ‘900 in contrada Scoppo? Chi, camminando ed ascoltando le parole delle guide ha mai avuto la sensazione di sentire il respiro dei nostri avi che cercavano rifugio, il battito di cuore di chi non sa se vedrà il domani?

Non dobbiamo dire soltanto grazie a centinaia di volontari che periodicamente si mettono a disposizione per raccontarci questa bellezza ed imparare ad amarla.

Dobbiamo chiedere loro SCUSA.

Perché ognuno di noi, me per prima che la domenica mattina ozio, rinunciando a guardare questa bellezza ha in mano una bomboletta spry.

Ogni in giorno in più d’incuria è una scritta invisibile. Ogni volta che un progetto resta nei cassetti di un ufficio per un mese, per un anno, è una scritta vandalica.

Ogni cosa che non facciamo per rendere onore alla bellezza di Messina è un oltraggio.

Rosaria Brancato

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