Come funziona il recupero crediti

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mercoledì 01 Luglio 2015 - 06:03

Il primo passo è rivolgersi ad un’agenzia specializzata nel recupero crediti. La procedura di recupero e quando il credito non può essere recuperato

Come funziona il recupero crediti

Una qualunque azienda, nel corso delle sue attività, può trovarsi a dover esigere dei crediti non riscossi; esiste una normativa in merito per il recupero di tali crediti, purchè esista una documentazione che dimostri l’esigibilità degli stessi.

Esempi ne sono un assegno scoperto, una cambiale non onorata, una fattura o un ordine scritto. I casi di debiti insoluti in Italia sono tantissimi e sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni di crisi, soprattutto a carico delle famiglie: basta infatti un ritardo sulle bollette o sull’affitto per far scattare il diritto del creditore di attivare procedure legali per la riscossione.

Avendo crediti non onorati, il primo passo è rivolgersi ad un’agenzia specializzata nel recupero crediti, in cui lavorano individui che conoscono la procedura giudiziaria, sapendo al contempo il modo in cui devono rapportarsi ai debitori.

In Italia la mole di richieste pervenute a queste agenzie è cresciuta senza sosta negli ultimi anni: in tutto il paese si stimano oltre 100 miliardi di pagamenti insoluti da parte di cittadini ed imprese, ed in particolare sono le agenzie di recupero crediti di Milano quelle maggiormente attive, per via dell’alta concentrazione di aziende nella capitale finanziaria italiana.

La procedura di recupero del credito

Il creditore che vuole riscuotere un pagamento deve inviare anzitutto una diffida al moroso, invitandolo a saldare il debito entro una certa data: di solito si pone una scadenza di dieci giorni.

Dopodiché, se non si ottengono risultati, l’agenzia di recupero crediti espleta la sua funzione con un invito telefonico, per recarsi poi presso il domicilio del moroso ed ottenere il pagamento.

Così si ottiene l’esazione dei crediti direttamente, oppure si può proporre un pagamento a rate, nel caso i debitori abbiano difficoltà economiche o atre ragioni.

Se non si raggiunge alcun compromesso, il debito viene messo in mora.

A questo punto viene inviata un’ingiunzione di pagamento, obbligando il debitore a saldare entro una certa data la somma dovuta insieme agli interessi per ogni giorno di ritardo.

A quel punto sarà necessario passare ad un procedimento giudiziale, con cui effettuare l’esecuzione forzata del pagamento.

L’ingiunzione è un procedimento emesso dal giudice consistente in un ordine di pagamento notificato al debitore, con cui si concedono 40 giorni per opporsi allo stesso, intentando una causa; altrimenti, terminato il tempo stabilito, si effettua il sequestro e la vendita dei beni posseduti dal debitore, al fine di onorare il debito totale.

L’obbligo di pagamento viene segnalato tramite una diffida, che nel diritto italiano, è un atto formale, espletato tramite raccomandata A/R, in cui si intima ad una persona di compiere o non compiere un’azione determinata, pena il contatto con l’autorità competente da parte di chi ha inviato la lettera.

Quando il credito non può essere recuperato

Il creditore e l’agenzia di recupero crediti devono conoscere al meglio la situazione economica del debitore, che, se non possiede alcun bene patrimoniale, non può subire pignoramento ed esecuzione forzata, inoltre il procedimento giudiziario causerebbe solo il pagamento delle spese legali e non darebbe alcun vantaggio al creditore.

Il debito dovrebbe essere dichiarato inesigibile e dovrebbe essere stralciato.

2 commenti

  1. Antonio Arena 1 Luglio 2015 13:22

    Quello che da tempo avrebbe dovuto effettuare l’ex Provincia Regionale di Messina, che vanta crediti( mai riscossi) per oltre sei milioni di euro e per vari motivi non ha mai voluto affidare questo incarico ad una apposita agenzia agendo in “house, forse a causa di vecchi tabù? boccaccia mia…………..

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  2. Antonio Arena 1 Luglio 2015 13:22

    Quello che da tempo avrebbe dovuto effettuare l’ex Provincia Regionale di Messina, che vanta crediti( mai riscossi) per oltre sei milioni di euro e per vari motivi non ha mai voluto affidare questo incarico ad una apposita agenzia agendo in “house, forse a causa di vecchi tabù? boccaccia mia…………..

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