Violante ed Ingroia a confronto sulla Riforma Costituzionale LE FOTO

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Leonardo Berti

Violante ed Ingroia a confronto sulla Riforma Costituzionale LE FOTO

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venerdì 11 Novembre 2016 - 23:08

Al dibattito, organizzato presso la Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele dal Comitato “Un Ponte per il Si”, sono intervenuti a favore del “Si” Luciano Violante ed a favore del “No” Antonio Ingroia. Hanno aperto i lavori Antonella Russo e Giacomo D’Arrigo. Fotogallery di Isolino

“Ritengo che questo sia un appuntamento importante per Messina e per la sua provincia, un momento di massimo coinvolgimento per un confronto completo delle due motivazioni”. Con queste parole Giacomo D’Arrigo, Direttore dell’Agenzia Nazionale Giovani, ha introdotto il dibattito di approfondimento sul del prossimo referendum costituzionale che si è tenuto al Teatro Vittorio Emanuele. Al suo fianco anche la capogruppo PD al Consiglio Comunale, Antonella Russo, per moderare il confronto tra Luciano Violante (per il fronte del Si) e Antonio Ingroia (per il fronte del No). Fa eco alle parole di D’Arrigo Antonella Russo, che si dice “contenta ed orgogliosa di trovarsi di fronte una sala pienissima, questo perché c’è voglia di capire, voglia di andare a scegliere al prossimo referendum in assoluta consapevolezza”.

Punto di partenza del dibattito un quesito fondamentale: questa riforma faccia diventare il Paese più o meno democratico?. “Aumenta decisamente la partecipazione democratica dei cittadini” – questa la prima risposta di Luciano Violante, esponente del PD e sostenitore del Si – “votando la Riforma siamo convinti che aumentino sensibilmente il controllo dei cittadini e la loro capacità di decisione, dando vita ad un sistema più snello, veloce e garantista”; a riprova di quanto affermato, allora, alcuni esempi pratici quali la maggiore funzione di rappresentanza delle autonomie locali che sarà assunta dal Senato attraverso i consiglieri regionali, l’approvazione della maggior parte delle leggi da parte della sola Camera dei Deputati, demandando solo un numero limitato di leggi all’approvazione anche da parte del Senato che, comunque, potrà riesaminare entro tempi brevi una legge già approvata, ed infine l’introduzione del referendum propositivo su temi di particolare interesse.

Replica proponendo un’altra domanda, invece, il fondatore di Azione Civile, Antonio Ingroia. “Il cuore della domanda per gli elettori deve essere: in quale misura a me cittadino è utile questa riforma della Costituzione? Io ritengo che sia dannosa e pericolosa, perché soffoca la democrazia in modo intollerabile, colpendo al cuore l’articolo 1 della nostra Costituzione, cioè la sovranità popolare”. E l’intollerabilità Ingroia la vede nella sottrazione del potere di rappresentanza dei cittadini nell’importante meccanismo di elezione dei senatori mentre, di contro, vengono aumentati i poteri del Governo, oppure, ancora, nella necessità di porre al centro della questione la visione “aziendalistica” di rapidità del meccanismo politico, tralasciando, invece, l’importanza del meccanismo della partecipazione e del sistema dei contrappesi.

Il dibattito, allora, prosegue su un altro argomento caldo del referendum, ossia il tema delle Regioni, con una domanda rivolta ai due esponenti: La riforma produrrà un vero bilanciamento Stato-Regioni o aumenteranno i conflitti? “Le Regioni torneranno al centro del panorama nazionale. Con la nuova riforma non saranno tutelate le Regioni ma direttamente i cittadini delle Regioni, i quali avranno maggiore possibilità di intervenire direttamente attraverso i loro rappresentanti per salvaguardare interessi di carattere territoriale a livello nazionale. Sarà dato, inoltre, maggiore attenzione alle Regioni a Statuto Speciale, soprattutto a Sicilia e Sardegna, oggi più svantaggiate rispetto ad altre regioni del nostro Paese. A mio parere, infatti, la specialità sta alla Sicilia di oggi come il latifondo stava alla Sicilia di ieri. Auspico dunque – conclude Violante – che al di là dell’esito del referendum del 4 dicembre, già dal 5 dicembre si possa parlare a fondo di questa grande questione”. È scettico, invece, Ingroia sulla questione: “Non faccio il processo alle intenzioni, ma mi preoccupa il fatto che ci sia una singolare assonanza della riforma Renzi-Boschi con alcuni documenti finanziari internazionali che tengono in pugno da un pò di tempo l’Europa. In una democrazia come la nostra, nella quale sta prevalendo un forte senso di allontanamento e scetticismo da parte dei cittadini, il rafforzamento del Governo a discapito delle Regioni non è la ricetta giusta; restituire il potere ai territori è l’unica ricetta che consentirebbe di far riavvicinare i cittadini alla politica. La nuova norma dice che il diritto di voto corrisponde ai consiglieri regionali e non agli elettori direttamente, manifestandosi una vera e propria forma di sottrazione del voto. Mi sembra, dunque – conclude Ingroia – una Riforma dal valore soavemente autoritario”.

Leonardo Berti

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