Reggio Calabria. Forzano l’ingresso al Museo Archeologico Nazionale. LA REPLICA

Reggio Calabria. Forzano l’ingresso al Museo Archeologico Nazionale. LA REPLICA

Dario Rondinella

Reggio Calabria. Forzano l’ingresso al Museo Archeologico Nazionale. LA REPLICA

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martedì 18 Agosto 2020 - 16:23

Descrivere queste persone come dei delinquenti è paradossale

In merito all’articolo pubblicato lo scorso 13 agosto nei confronti di “4 persone che sprovviste di prenotazione, hanno  forzato l’ingresso del museo nazionale di Reggio Calabria, contravvenendo alle indicazioni del personale e sfuggendo al controllo del termoscanner, abbiamo ricevuto una lettera firmata da parte di una persona che ha inteso replicare su quanto accaduto.

“La settimana scorsa avete pubblicato un articolo riguardante il museo nazionale di Reggio Calabria che racconta i fatti esclusivamente dal punto di vista del direttore lasciando intendere una situazione del tutto diversa dalla realtà.

Qualche giorno prima, mi ero recato al museo con la mia famiglia e quello che ho vissuto al museo pone la questione su un piano totalmente diverso rispetto a quello che espone il signor Malacrino.

Ci siamo recati la museo senza prenotazione, dopo innumerevoli telefonate ed email che non hanno mai ricevuto risposta. Come noi c’erano almeno altre 20 persone che si trovavano nella stessa situazione. A tutti ci è stato negato l’accesso dicendo che fosse necessaria la prenotazione ed insistendo sui canali telefonico e mail ai quali non avevamo ricevuto nessuna risposta. Dopo parecchie pressioni siamo riusciti ad ottenere di poter prenotare al momento facendo uscire l’addetta alle prenotazioni.

Questo comunque non risolveva il problema di molti, noi inclusi, che non sarebbero potuti tornare un altro giorno, visto che sostenevano che le prenotazioni per quel giorno fossero piene mentre per il giorno successivo c’erano parecchi orari disponibili.

Quando il direttore ha finalmente deciso di degnarsi a uscire dal suo ufficio e parlare al pubblico ha ribadito la posizione del museo affermando che le prenotazioni per quel giorno erano al completo, negandosi ad offrire qualsiasi tipo di soluzione ed infine chiamando la polizia per affrontare un problema di gestione del suo museo come un problema di ordine pubblico.

Avendo vissuto questa esperienza non mi stupisce che qualcuno, una volta trovatosi davanti ad una situazione simile, sia entrato comunque al museo ignorando le indicazioni del personale. Descrivere queste persone come dei delinquenti è paradossale, se c’è un delinquente in questa storia è chi non è capace di avere un sistema di prenotazioni efficiente”.

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