Reggio Calabria, truffa aggravata sui fondi pubblici. Sequestrati 350mila euro

Reggio Calabria, truffa aggravata sui fondi pubblici. Sequestrati 350mila euro

Dario Rondinella

Reggio Calabria, truffa aggravata sui fondi pubblici. Sequestrati 350mila euro

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giovedì 25 Luglio 2019 - 08:41

Reggio Calabria – Beni per un valore di oltre 350.000 euro, sono stati sequestrati preventivamente dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria nei confronti di 11 soggetti e due società. Le persone coinvolte nell’operazione “Ager”, sono accusate  di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni in tutto e/o in parte inesistenti.

Le indagini, avviate nell’aprile del 2017 e svolte dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Villa San Giovanni, sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. L’attività investigativa si è concentrata su profili di illiceità nella concessione di un finanziamento pubblico nel settore dell’agricoltura pari a € 690.857,06, in relazione al PSR Calabria – misura 223 – primo imboschimento di superfici non agricole, a beneficio di una cooperativa operante nel comune di Scilla (RC).

L’indagine, inizialmente si è basata sulla analisi della copiosa documentazione acquisita presso la Regione Calabria e, successivamente, su perquisizioni domiciliari e personali, acquisizioni documentali e bancarie, accertamenti tecnici operati con droni di ultima generazione unitamente ai funzionari del Sistema Informativo Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura. All’esito degli approfondimenti investigativi è stato accertato che l’azienda sottoposta a controllo aveva provveduto ad eseguire solo parte dei lavori per i quali aveva precedentemente ottenuto il finanziamento producendo falsa documentazione amministrativa e fiscale atta a comprovare l’avvenuta spesa.

Per tanto  è stato rilevato che i lavori non erano stati per nulla eseguiti mentre, in altri casi, è stata accertata la loro esecuzione parziale  su di una porzione della superficie oggetto di finanziamento. Per ottenere, poi, il pagamento delle varie tranche del finanziamento pubblico e, quindi, documentare l’esborso finanziario, gli indagati alla Regione Calabria hanno poi prodotto una serie di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti attestanti l’acquisto dei beni finanziati con la complicità di funzionari/incaricati della Regione Calabria che hanno attestato falsamente i collaudi propedeutici alla concessione del finanziamento Inoltre, le indagini condotte hanno consentito di accertare che i costi relativi all’acquisto delle piantine da utilizzare per il rimboschimento del terreno erano stati “cartolarmente” triplicati, mediante l’interposizione di un’ulteriore azienda compiacente.

Dario Rondinella

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