Reggio / Confesercenti: macché buon anno, prospettive disastrose…

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Redazione

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venerdì 31 Dicembre 2021 - 06:55

L'appello di Aloisio: «Le imprese non sono limoni da spremere: pace fiscale, spalmare i debiti almeno nell’arco di un decennio, eliminare le sanzioni»

REGGIO CALABRIA – Auguri di Buon Anno? Sarebbe bello, specie alla luce dell’«orribile periodo trascorso» causa Covid. Ma «non me la sento – spiega in una nota il presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio – perché gli auspici non sono per nulla buoni, anzi, a ben guardare sono disastrosi».

Consumi in picchiata, un mare di licenziamenti all’orizzonte

La situazione pandemica è un gravissimo pericolo per la Calabria e per il suo tessuto imprenditivo, che «rischia quindi di ricevere un’altra devastante mazzata quando è ancora al tappeto e cerca faticosamente di rialzarsi» già a gennaio, mentre in un biennio sono scomparsi «200 miliardi di consumi (ed è probabilmente una stima per difetto)» su scala-Paese.

Il tutto mentre l’unica “ripartenza” che si vede all’orizzonte, ahinoi, è «quella delle tasse, delle cartelle esattoriali, delle rate dei mutui. A questo si aggiunga il probabile stop della Cassa integrazione guadagni (Cig) che, se confermato, una volta decaduta la norma che al momento li vieta, porterà a un impressionante numero di licenziamenti nell’arco di qualche mese».

Non si può fingere d’esser tornati alla normalità

Una situazione che Aloisio non esita a definire «disperata»: la crescita sbandierata – dai governanti a livello nazionale, si presume – «al momento è solo sulla carta e non si riverbera certamente nella vita reale».

Ancor prima della maxi-rata di fine novembre, «in cui si richiedeva di pagare in una sola volta tutte le scadenze del 2021», con la Rottamazione-Ter già 800mila contribuenti di settore su 1,8 milioni «non erano riusciti a saldare i propri debiti. Probabilmente adesso saranno aumentati di quasi il doppio».

Ad avviso del responsabile reggino di Confesercenti, c’è un «assoluto bisogno di chiarezza» per consentire a chi fa impresa di poter programmare la propria attività, sì; ma prima di tutto c’è drammaticamente bisogno «di supporto, di liquidità e di essere sgravate dal pensiero, dall’incubo, che tutto riprenda come prima dal punto di vista tributario senza che nulla, in realtà, sia ancora tornato alla normalità».

L’appello: «Pace fiscale & stop alle sanzioni»

Le imprese non vanno spremute come limoni, ragiona il leader reggino di Confesercenti, ma fatte germogliare. L’idea è di finirla con le «sospensioni» che servono a ben poco: « Si metta mano a una vera pace fiscale, si spalmino i debiti erariali delle imprese nell’arco di almeno dieci anni, si eliminino le sanzioni lasciando solo il reale debito tributario – è l’invocazione di Claudio Aloisio – e si preveda uno sconto graduale per chi voglia saldare in tempi più brevi, si proroghi la cig, si attuino provvedimenti che incentivino assunzioni, nuova occupazione e mantenimento dei posti di lavoro sgravando, ad esempio, per un certo numero di anni il pagamento dei contributi e si lavori per rendere più semplice l’accesso al credito, soprattutto nelle aree disagiate come la nostra».

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