Soddisfatti Casabona, Pignatone e Cortese che però non nascondono amarezza per gli applausi nei confronti del boss
L’arresto di Giovanni Tegano non si limita ad essere un momento in cui lo stato e la legalità trionfano sulla criminalità organizzata calabrese, ma è anche la fine di un’era della ‘ndrangheta segnata dalle due sanguinose guerre di mafia che hanno sporcato la storia della città di Reggio Calabria: Tegano era l’ultimo degli storici latitanti di quelle cosche che tra gli anni ’70 e ’90 hanno segnato la storia criminale reggina. Piromalli, Molè, Pesce, Bellocco, Crea, De Stefano, Libri, Condello, Tegano, Serraino, Labate, Nirta, Morabito, Strangio, Commisso, Cordì Cataldo, Pelle, Iamonte: tutti clan sono oggi decapitati grazie all’azione dello Stato, rinforzatasi notevolmente negli ultimissimi anni.
-L’arresto di Giovanni Tegano segna un giorno importante per chi tifa per la legalità. Oggi si chiude un capitolo veramente importante, una pagina oscura e nera per la storia civile di Reggio Calabria. Sono rimasto però esterrefatto perchè circa cinquecento persone hanno salutato con un applauso l’uscita dalla Questura di Giovanni Tegano, e non invece gli uomini e le donne della polizia di Stato che sono riusciti a catturarlo dopo anni e anni di latitanza-. Nel corso della conferenza stampa per illustrare i particolari dell’arresto di Tegano, il questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona ha evidenziato che -noi, da parte nostra, continueremo a lavorare anche sul piano culturale perchè è insopportabile vedere che un calabrese possa vivere applaudendo un mafioso. Lavoreremo quindi di più per entrare meglio nel cuore della gente-.
E’ visibilmente rammaricato il procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone, per la vicenda degli applausi rivolti a Tegano. -Sono venuti – ha detto – ad applaudire un latitante condannato all’ergastolo, ma c’è sicuramente una stragrande maggioranza di calabresi che non ha voce per mancanza di strumenti o per paura. Voglio ancora una volta dire che manca un’adeguata attenzione da parte degli organi di informazione locali e nazionali che non sempre raccontano i fatti positivi che pur si verificano in questa realtà. Io spero che si arrivi al momento in cui gli applausi saranno rivolti invece agli uomini e alle forze dello Stato. Voglio dire grazie in particolare alla Squadra mobile di Reggio Calabria. Tegano era l’ultimo latitante storico della seconda guerra di mafia. Era veramente qualcuno e la controprova l’abbiamo avuta stamane notando tutta quella gente davanti alla Questura. Ho ricevuto stamane la telefonata del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che mi ha autorizzato a rendere pubblico il suo messaggio, con cui il Capo dello Stato ha espresso il proprio apprezzamento che magistrati e forze dell’ordine stanno facendo a Reggio Calabria a tutela della legalità democratica-.
Tegano, secondo il capo della squadra mobile Renato Cortese, alimentava -quel fascino misterioso e negativo soprattutto in coloro i quali sono venuti oggi ad applaudirlo. Tegano, nel panorama criminale, è senza dubbio un elemento di elevato spessore e di carisma. Da parte nostra c’è stanchezza ma anche soddisfazione ed è un momento in cui ci sentiamo veramente tutti una squadra-.
Ma la ‘ndrangheta sopravvive ancora, e gestisce con un potere immenso affari criminali da cui trae grandi profitti. Bisogna ancora capire bene quali sono i nuovi assetti che la caratterizzano, decifrarne la struttura orizzontale di cui si compone, individuare i nuovi rampanti e scalpitanti giovani che stanno prendendo il posto dei tantissimi boss in manette. La battaglia, insomma, continua.
