La denuncia dei magistrati reggini: -Sulla 'ndrangheta troppo silenzio-

La denuncia dei magistrati reggini: -Sulla ‘ndrangheta troppo silenzio-

La denuncia dei magistrati reggini: -Sulla ‘ndrangheta troppo silenzio-

venerdì 05 Marzo 2010 - 14:01

Il procuratore capo Pignatone: -In città, quasi non si nomina-

Rompere il silenzio. E’ questa la prima parola d’ordine emersa dall’incontro all’auditorium “San Paolo” tra i cittadini di “Reggio non tace” e i magistrati della procura reggina Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino. Diretto e senza peli sulla lingua, come sua abitudine, il procuratore capo Pignatone: «Quando arrivai a Reggio, nell’aprile del 2008, una delle prime impressioni che mi colpirono fu il silenzio della comunità locale sul fenomeno della ‘ndrangheta. A differenza che in Sicilia, qui la parola ‘ndrangheta non viene neppure nominata dalla gente comune». Quindi un altro tipo di silenzio, questa volta “esterno” alla comunità locale. «Da parte dei grandi media nazionali, c’è sulla Calabria, a differenza che sulla Sicilia, un vero e proprio cono d’ombra». E l’esempio è subito servito: «Recentemente, per un sequestro di 40 chili di cocaina a Bagheria, i giornali nazionali hanno scritto due giorni, mentre sul maxisequestro di 100 chili nel porto di Gioia Tauro fuori dalla Calabria non si è saputo nulla». Ma i due “silenzi”, in fondo, potrebbero essere collegati, come spiega in questo caso il procuratore aggiunto Michele Prestipino: «Guardate cos’è successo con l’approvazione del codice etico da parte di Confindustria Sicilia per escludere le imprese che pagano il pizzo, iniziativa oggi estesa a livello nazionale. C’è stata una grandissima attenzione da parte dei media, a dimostrazione che l’azione decisiva è quella che parte da dentro la società».

Reggio si ribella?

Si discute del livello di pervasività di una ‘ndrangheta presente ormai su scala mondiale, come ricordano i numeri snocciolati dal colonnello provinciale della Guardia di Finanza, Alberto Reda. Ma il vero nodo del dibattito resta appunto la capacità di reazione della società calabrese. Da qualche mese, finalmente, il silenzio “interno” sembra essersi spezzato. Con una mobilitazione tanto più preziosa in quanto spontanea e sganciata da qualsiasi paternità o “bandiera”. Lo ricorda Alberto Miceli, docente: «All’indomani della bomba alla Procura, abbiamo deciso come semplici cittadini di scendere in piazza, con un sit-in silenzioso per manifestare la nostra vicinanza ai magistrati. Quindi è nato il manifesto “Reggio non tace”, che ha ottenuto ad oggi 221 adesioni personali. In questo senso, da un episodio gravissimo cui non si sarebbe mai voluto assistere, nasce un sussulto d’orgoglio della società reggina da salutare positivamente». Ma c’è ancora un altro ostacolo da superare, ed è quello della “frammentarietà”, come spiega ancora Prestipino: «A livello giudiziario, manca ancora una sentenza che stabilisca una volta per tutte la struttura complessiva della ‘ndrangheta, così come avvenne per la mafia siciliana nel primo maxiprocesso di Palermo. E così, a livello sociale, i movimenti esistenti in Calabria sembrano non riuscire a dialogare tra loro, disperdendo così la loro forza. Occorre unirsi, la mafia storicamente vive di consenso sociale, e tutti insieme ce la possiamo fare». Speranza, dunque, ma anche realismo. Perché proprio rispetto alla grande “lezione” di Confindustria Sicilia, Prestipino è costretto a registrare ancora una piccola grande sconfitta per l’impresa calabrese. «Al raduno di Confindustria tenutosi di recente a Bari- afferma- sul palco non c’era un solo rappresentante dell’associazione reggina». Quindi i numerosi interventi dalla platea, le testimonianze di chi lavora nel sociale, gli appelli alla politica e al mondo professionale perché non siano collusi o “compiacenti” con il potere criminale. Ma la domanda vera resta tutta, e aleggia ancora nell’aria. Sarà la volta buona per Reggio e la Calabria, o il “silenzio” è destinato a calare nuovamente?

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED