'Ndrangheta: 42 arresti tra Reggio, Lombardia, Friuli ed Emilia. Sequestrati beni per oltre 100 milioni di €

‘Ndrangheta: 42 arresti tra Reggio, Lombardia, Friuli ed Emilia. Sequestrati beni per oltre 100 milioni di €

‘Ndrangheta: 42 arresti tra Reggio, Lombardia, Friuli ed Emilia. Sequestrati beni per oltre 100 milioni di €

mercoledì 23 Giugno 2010 - 09:37

Ennesimo duro colpo alle cosche reggine della 'ndrangheta

I carabinieri di Reggio Calabria, su ordine della Procura distrettuale antimafia reggina, hanno portato a termine un’operazione che ha duramente colpito alcune cosche della ‘ndrangheta. Sono stati eseguiti 42 arresti tra Reggio centro e hinterland, oltre che in Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

L’operazione, denominata ‘Meta’, riguarda le maggiori cosche della `ndrangheta reggina. In carcere sono finiti, infatti, 42 affiliati alle più importanti cosche di Reggio e dei comuni limitrofi. Alle persone coinvolte nell’operazione vengono contestati associazione mafiosa, estorsioni, turbata liberta’ degli incanti ed altri reati.

Le indagini dei carabinieri hanno consentito di ricostruire gli assetti criminali di Reggio Calabria, documentando gli accordi tra le cosche Condello e De StefanoLibri, un tempo contrapposte ed oggi alleate, per il perseguimento di comuni interessi. E’ stata anche accertata la costituzione di un organismo decisionale al vertice del quale c’erano Pasquale Condello, detto -il supremo- arrestato il 18 febbraio del 2008 dopo 18 anni di latitanza, e Giuseppe De Stefano.

Sempre nella stessa operazione i militari della Benemerita hanno sequestrato beni per un valore di oltre cento milioni di euro. I beni, mobili ed immobili, erano nella disponibilità delle cosche Condello e De StefanoLibri, che sono quelle coinvolte nell’operazione.

A Reggio, per l’occasione, è in corso una conferenza stampa dei vertici della Dda di Reggio Calabria e degli investigatori in cui partecipa anche il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso.

Il Procuratore capo di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, commentando gli arresti di questa mattina ha detto che: -Dopo la seconda guerra di mafia che fino al ’91 aveva fatto centinai di morti a Reggio non avevamo più consapevolezza degli equilibri delle cosche, con questa operazione siamo riusciti a stabilire i nuovi assetti ed a scoprire delle alleanze che erano saltate durante la guerra di mafia-. Lo stesso Pignatone ha poi proseguito: -La gestione degli affari illeciti dalle estorsioni alla gestione degli appalti pubblici, era tutta nella mani di Giuseppe De Stefano, figlio del boss defunto Paolo, che li gestiva anche per conto delle altre famiglie-. Nell’inchiesta sono finiti anche dei professionisti di Reggio Calabria, infatti tra gli arrestati figura un avvocato e altri professionisti che gestivano le aste immobiliari.

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