Reggio, adesso Raffa prova anche la marcia indietro morale: «Il Modello Reggio ha consentito alla città di diventare punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo»

Reggio, adesso Raffa prova anche la marcia indietro morale: «Il Modello Reggio ha consentito alla città di diventare punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo»

Reggio, adesso Raffa prova anche la marcia indietro morale: «Il Modello Reggio ha consentito alla città di diventare punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo»

sabato 28 Agosto 2010 - 07:57

Il sindaco f.f. prova a mostrare una situazione tutta rose e fiori dopo aver varato la nuova Giunta, ma non è così. La crisi avrà ancora gravi strascichi, specie all'interno del Pdl

Dopo tante frecciatine, critiche più o meno velate, parole pesanti contro l’Amministrazione Scopelliti (di cui anche lui aveva fatto parte) e contro il -Modello Reggio-, adesso che Raffa ha varato la nuova Giunta e -incassato- l’appoggio esterno da parte del Pdl (che è ciò che voleva e che gli basta per continuare a governare 8 mesi evitando il commissariamento del Comune), adesso il sindaco f.f. prova anche a fare la retromarcia -morale-, quella che – l’ha capito nelle ultime settimane – potrebbe fargli recuperare un pò di consenso e immagine rispetto ai reggini che sono rimasti sbigottiti da certe affermazioni contro alcune realtà che, in città, sono ormai certezze inequivocabili.

Adesso, con la nomina della nuova Giunta Municipale, sembra sia chiusa la crisi politico – istituzionale che ha comunque creato un senso di sfiducia nei cittadini e appannato l’immagine della coalizione di centro-destra che per otto anni ha governato la più grande città della Calabria.

«Il “modello Reggio” – dice adesso Raffanon è certo un’invenzione giornalistica o un eufemismo, ma una realtà che ha consentito alla Città di diventare punto di riferimento nel Mezzogiorno e nel bacino del Mediterraneo. La crisi politica, che stava per vanificare quanto di buono è stato fatto in questi anni, è coincisa con un diffuso clima di tensione per via dei reiterati attacchi intimidatori nei confronti della classe politica. Al centro dell’azione destabilizzante da parte di forze retrograde che vivono ai margini della società si sono trovate le istituzioni ed alcuni suoi rappresentanti che si spendono per la crescita della comunità e la diffusione della legalità. Il senso di sfiducia si è ulteriormente manifestato dopo l’ennesimo attentato contro il Procuratore generale Salvatore Di Landro».

Raffa, quindi, prova a dare la colpa della crisi alla ‘ndrangheta, come se la politica non c’entrasse nulla, come se non fosse tutto un affare di poteri interno al Pdl, come se non esistesse la regia di Nino Foti con le sue ambizioni di coordinatore regionale del partito e candidato a sindaco di Reggio. Come se gli errori fatti da tutti gli elementi interni al Pdl per non ricucire subito lo strappo non avessero acuito questa situazione delirante e vergognosa che ha gettato fango, per più di un mese, su tutta la Città.

Raffa dice che è stato convinto, nei giorni scorsi, «della necessità impellente di un superamento della crisi politica. L’Amministrazione civica aveva urgentemente bisogno di una ricomposizione nell’ottica di un rinnovato equilibrio. E lo testimoniano le improcrastinabili scadenze amministrative. Dalle consultazioni interpartitiche, poi, è emersa la comune volontà di risolvere la crisi tenendo tenuto conto delle indicazioni contenute in un documento congiunto del Pdl e del Pri e di quelle dell’Udc e Noi Sud. Responsabilmente e per amore dei reggini, al fine di evitare un ulteriore logoramento della città, stanca di questi continui rimbalzi, ho proceduto secondo le intese già raggiunte. Ho sempre avuto rispetto dei partiti. Continuo ad averne».

I partiti, però, e soprattutto il principale partito di maggioranza, il Pdl, non la pensa così. Tanto che s’è ritirato dalla Giunta e ha concesso solo l’appoggio esterno alla nuova Amministrazione di Raffa. Anche Udc e Pri stanno dalla parte del Pdl e non hanno compreso alcune decisioni del sindaco f.f.

Dopo il documento di ieri in cui Tuccio spiegava i motivi della scelta, un altro esponente del coordinamento cittadino del Pdl, Franco Germanò, tuona contro Raffa: «A seguito della formazione della nuova Giunta Comunale decretata dal Sindaco f.f. Giuseppe Raffa, condivido quanto dichiarato dal nostro Coordinatore Grande Città Luigi Tuccio e quanto contenuto nel documento a firma dei vertici del PdL, UDC e PRI. Sorprende, poi, per una serie di motivazioni, l’esternazione del neo amministratore Paolo Gatto che dichiara “di essere il nono assessore in quota PdL”. Intanto non mi risulta che egli, né in documenti ufficiali né per le vie brevi, sia mai stato indicato dal partito al Sindaco Raffa. D’altronde, lo stesso Gatto è stato di recente deferito ai probiviri del nostro partito per valutarne l’eventuale espulsione per gravi comportamenti e atteggiamenti non corrispondenti alla linea del PdL, nonostante egli si sia difeso dichiarando addirittura di non “essere iscritto al PdL”. Peraltro, lo stesso Sindaco f.f. Raffa, nella nota trasmessa alle segreterie dei partiti, oltre alla conferma degli otto assessori uscenti del PdL e di quelli indicati dagli altri partiti della coalizione (1 UDC, 1 PRI, 1 NOI SUD), ribadisce “l’autonomia che mi è stata riconosciuta dai partiti nell’indicare due esterni in sostituzione di quegli stessi assessori fiduciari in tal senso nominati dal mio predecessore”, riferendosi a Giuseppe Capua e appunto Paolo Gatto. Non abbiamo mai fatto una questione di numeri o di incarichi – conclude Germanòma nessuno può autonomamente definirsi assessore del PdL, in assenza dei necessari requisiti politici e di appartenenza».

Ma Raffa prova a far finta di nulla: «arrivati a questo punto sono fiducioso che la scelta da me effettuata sarà rispettata dai partiti e sarà giustamente intesa come funzionale alla ricomposizione di un equilibrio politico in Giunta ed in Consiglio, atto a consentire un rilancio dell’azione politica ed il proseguo dell’attuale esperienza amministrativa per la durata rimanente di questa fine legislatura. Una impostazione che, nel rispetto reciproco dei ruoli, potrà consentire alle prossime elezioni comunali al centrodestra di riconfermarsi come guida politica del Governo della città. Ho chiesto sempre ed è quello che rivendico oggi, con forza e determinazione, nel fermo convincimento di operare nell’interesse della collettività, di essere un sindaco normale in una città normale».

E se da un lato, a livello istituzionale, la crisi potrebbe essere finalmente risolta, certamente non lo è a livello politico, dentro il Pdl, dove questa situazione fatta di divisioni interne lascerà a lungo delle ferite insanabili che potrebbero anche compromettere la -corsa- alle prossime elezioni comunali.

Certo che, adesso, dopo tutto quello che è accaduto nelle ultime settimane, anche la nuova Giunta difficilmente riuscirà a lavorare sotto i migliori auspici: più che una squadra che -fa gruppo- e che si considera omogenea e amalgamata, sembra l’unione di vari elementi che tra essi hanno poco a che vedere e che, anzi, alcuni non possono neanche guardarsi in faccia.

La prossima primavera, quando saranno nuovamente i cittadini a scegliere chi è il Sindaco e chi entra in Consiglio Comunale, è sempre più vicina. E i reggini non vedono l’ora di tornare a votare.

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