Il capogruppo al Comune: -I dubbi sulla linearità dell'operazione sono molteplici-
Il capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale Demetrio Martino si appella al sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa affinché intervenga per revocare la gara di appalto relativa alla vendita dell’albergo Miramare bandita dall’ente di palazzo San Giorgio. «I dubbi sulla linearità dell’operazione sono molteplici – spiega Martino – da un lato, le due perizie di valutazione dell’immobile, che ne sottostimano l’effettivo valore; dall’altro, la circostanza che la prima asta per l’acquisto del Miramare, svoltasi lo scorso 5 marzo, sia andata deserta: ciò comporterà che nella successiva asta, ancora da fissare, il prezzo dell’immobile, fissato in 15 milioni e 200 mila euro, sarà destinato ad abbassarsi ulteriormente». Per il democrat «quella del Miramare appare come una vicenda dai contorni oscuri, che avrà come effetto quasi certo quello di regalare uno dei gioielli della nostra città a qualche speculatore privato in attesa del momento giusto per rilevare il pregiato immobile a prezzo di saldo». Martino argomenta questo pensiero: «il prezzo fissato come basa d’asta è incredibilmente basso rispetto al valore dell’albergo. Inoltre, alla cifra di 15 milioni e 200 mila euro si è arrivati dopo due perizie contrastanti fra loro: la prima, effettuata dall’architetto Pizzone, che il 10 luglio 2009 aveva indicato il prezzo di 19 milioni e 500 mila euro; la seconda, redatta dall’avvocato Barrile, che lo scorso ottobre indicò la cifra di vendita in 15 milioni e 200 mila euro. Oltre 4 milioni in meno rispetto alla precedente, si tratta indubbiamente di un prezzo molto vantaggioso che avrebbe dovuto far fioccare le offerte. Invece nulla. Nessuno ha presentato alcuna offerta. Chissà per quale ragione…». Secondo il capogruppo comunale Pd «in più è da chiedersi perché nella delibera di Giunta n. 517/09, relativa all’approvazione del piano di vendita del Miramare, sia stato scritto che entrambe le perizie concordano sulla valutazione di 15 milioni e 200 mila euro: ossia sia stato dichiarato il falso». «Credo, pertanto, che il sindaco debba intervenire con l’urgenza che il caso richiede per evitare alla città l’ennesima scandalosa ed ingiusta spoliazione. Il Miramare, per quello che rappresenta a Reggio, non deve essere ceduto, tanto meno svenduto, come purtroppo sta avvenendo – è la conclusione di Martino – a mio avviso sarebbe più proficuo consentirne l’utilizzo alla comunità reggina, ad esempio adibendo i locali dell’immobile allo svolgimento di manifestazioni culturali che attualmente si tengono a Villa Zerbi: così il Comune risparmierebbe anche la “modica” cifra che da sei anni mensilmente versa per l’affitto di Villa Zerbi (27 mila euro al mese, ossia 330 mila euro l’anno), a cui si aggiungono le spese di ristrutturazione dell’esterno dell’immobile (ad oggi pari ad ulteriori 350 mila euro)».
