Reggio / In Consiglio una valanga di surroghe, veleni e la mozione di sfiducia

Reggio / In Consiglio una valanga di surroghe, veleni e la mozione di sfiducia

Redazione

Reggio / In Consiglio una valanga di surroghe, veleni e la mozione di sfiducia

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lunedì 13 Dicembre 2021 - 17:45

Nei preliminari, Rulli presenta l'iniziativa volta a sciogliere l'Ente. Poi monta la tensione: lasciano l'Aula la Iatì e l'intero gruppo di Forza Italia

REGGIO CALABRIA – Presentata al Consiglio comunale, nella seduta odierna, la nuova Giunta capitanata dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti. Ma è stata pure l’occasione di formalizzare le surroghe dei consiglieri comunali condannati a un anno di reclusione in primo grado nel “processo Miramare” e quindi sospesi ai sensi della “legge Severino”, come pure dei neoassessori non esterni.

I “nuovi”

Quanto al “primo capitolo”, Lavinia Marino entra in Consiglio al posto di Armando Neri; Teresa Pensabene siede sui banchi della maggioranza al posto di Peppe Marino; Gianluca Califano avvicenda l’ex vicesindaco – da inizio consiliatura col centrodestra – Saverio Anghelone; torna in Consiglio comunale il socialista Antonio Ruvolo, al posto di Nino Zimbalatti di A testa alta (“alchimia” possibile perché Psi e Ata presentarono insieme un’unica lista, alle Comunali del settembre 2020).
“Secondo capitolo”: Giuseppe Cuzzocrea diventa consigliere al posto del neoassessore alle Partecipate e al Personale Ciccio Gangemi; Francesco Barreca avvicenda il neoassessore a Istruzione e Minoranze linguistiche Lucia Nucera; Ersilia Andidero raccoglie il testimone del neoassessore alle Attività produttive e al Lavoro Angela Martino.
Complessivamente, un po’ più di “rosa” tra i banchi dell’aula “Pietro Battaglia”, dunque.

Le parole di Brunetti

Nel tracciare la linea rispetto al centrosinistra a Palazzo San Giorgio, Paolo Brunetti ha affermato che la maggioranza, a dispetto delle evidenti criticità, «ha dimostrato grande senso di responsabilità», rinnovando invece solidarietà al sindaco e a tutti i consiglieri, assessori e consiglieri metropolitani sospesi dalle funzioni, ma anche l’auspicio che presto e il reato d’abuso d’ufficio e la stessa “Severino” siano riformati nel profondo.

Tra i nodi alle porte, il sindaco effe-effe ne ha enucleati soprattutto due: l’uso sapiente degli ingenti fondi del Pnrr e l’eterna questione-rifiuti – fresca di novità Teknoservice – che, ad avviso di Brunetti, per la minoranza incarna «un’occasione nel potersi fare farsi portavoce dei problemi di Reggio presso la Regione, governata dal centrodestra».

Mozione di sfiducia

Guido Rulli, consigliere comunale della lista civica Minicuci Sindaco
Guido Rulli (Minicuci Sindaco)

Dopo le dimissioni – uniche e solitarie – dell’oppositore di ReAttiva Nicola Malaspina, è sbarcata in Consiglio l’annunciatissima mozione di sfiducia. Non quella “firmata” La Strada e Saverio Pazzano, però, ma quella del centrodestra, presentata dal consigliere di Minicuci Sindaco Guido Rulli. attraverso una missiva «condivisa da tutto il centrodestra» di cui ha dato lettura già in sede di preliminari d’Aula.

Nell’esporne le ragioni, Rulli è comunque partito dall’elemento nuovo: le infime posizioni occupate da Reggio Calabria – ma, per la verità, da tutt’e cinque le province calabresi – nell’ormai “classica” classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. «Bisogna assolutamente restituire la parola ai cittadini – ha affermato Guido Rulli -, tornando a votare. I problemi? Che li risolva una nuova Amministrazione… Complici le “grane” giudiziarie siamo davanti a un’autentica “democrazia sospesa”: Reggio Calabria non può permetterselo».

Impegno e identità “non ci sta”

A seguire, Filomena Iatì ha lanciato un rinnovato j’accuse per poi lasciare la sessione di lavori consiliari. Questo perché, ha spiegato l’esponente di Impegno e identità, «la Giunta per le elezioni è stata convocata in maniera illegittima. Non si può continuare in questo modo».

Prima accusa, poi Milia lascia l’Aula

Il capogruppo di Fi Federico Milia

Duro e senza sconti, poi, l’intervento del capogruppo di Forza Italia a Palazzo San Giorgio Federico Milia.

Il giovane consigliere azzurro ha accusato il centrosinistra di palese doppiopesismo, per aver solidarizzato esclusivamente con gli esponenti della propria coalizione condannati e sospesi ai sensi della “Severino”. Prima (si legga: nel caso di Peppe Scopelliti, nel 2014) non era accaduto.

«Come si può pretendere che la classe politica locale sia autorevole come si va chiedendo – ha esclamato tra l’altro Milia –, quando quest’Aula subisce costantemente uno spettacolo del genere: gruppi consiliari che cambiano composizione di mese in mese mentre i cittadini non hanno illuminazione pubblica né acqua nelle case… L’autorevolezza non deriva dal comporre la Giunta in due settimane, bensì dal fornire risposte concrete ai cittadini. Incredibile poi che si continui a far finta di nulla malgrado un “terremoto assoluto”, che quasi ha buttato giù il palazzo…, con un ordine del giorno che s’occupa di tutto tranne che di questo. Non ci sono assolutamente le condizioni per continuare i lavori consiliari». E Federico Milia ha così annunciato l’uscita dall’Aula dell’intero gruppo forzista, al culmine di uno scambio d’accuse urlatissimo col consigliere di maggioranza Filippo Burrone.

Cittadinanza onoraria a Petralia

A parte i numerosi avvicendamenti in Consiglio comunale e il riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio – in relazione ad alcuni interventi urgenti di messa in sicurezza a Trunca e a Bocale -, conferita la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria al 68enne palermitano Bernardo “Dino” Petralia, già procuratore generale presso la Corte d’appello reggina e, dal maggio dello scorso anno, nuovo capo del Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria.

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