Rete No Ponte in piazza: "Vogliamo un incontro con il Governo"

Rete No Ponte in piazza: “Vogliamo un incontro con il Governo”

Redazione

Rete No Ponte in piazza: “Vogliamo un incontro con il Governo”

sabato 26 Settembre 2020 - 18:36

"Se la gestione del Recovery Fund del Governo disegna un destino di arretratezza tocca a noi impedirlo. La istanze dei tanti che hanno partecipato alla manifestazione non possono rimanere inascoltate"

MESSINA – Un centinaio di messinesi e delegazioni provenienti anche dalle altre città della Sicilia e dalla Calabria ha raggiunto Piazza Unione Europea per la manifestazione promossa dalla Rete No Ponte a Messina. “I soldi del Recovery Fund usiamoli per i servizi, le infrastrutture utili ai cittadini e la messa in sicurezza dei territori”: queste le parole d’ordine della giornata.

La manifestazione è stata lanciata dai militanti storici della Rete No Ponte in seguito al dibattito che ha visto contrapporsi i favorevoli alla costruzione del Ponte sullo Stretto e quelli favorevoli al Tunnel. In entrambi i casi – secondo i No Ponte – si trattava di “un maldestro tentativo, sostenuto da gran parte della rappresentanza politica meridionale, di utilizzare i fondi messi a disposizione dall’Europa a favore delle pochissime società che gestiscono la politica delle Grandi Opere”. Nei fatti, si tratterebbe di “dirottare risorse pubbliche su opere a carattere speculativo”. La manifestazione di oggi aveva l’obiettivo di impedire tale esito e imporre al Governo nazionale una agenda politica diversa in tema di investimenti pubblici. “Le nostre strade non ricevono manutenzione; le scuole cadono a pezzi – affermano gli organizzatori – così come buona parte dell’edificato urbano; nelle nostre città i servizi si riducono sempre più e sono sempre più cari; ogni volta che piove rischiamo di perdere la vita travolti da una frana; aumentano disoccupazione e povertà. Se l’immensa liquidità che arriverà dall’Europa non verrà utilizzata per affrontare questi problemi per Messina, la Sicilia e il Sud sarà la fine di ogni speranza”. E concludono: “Con la manifestazione abbiamo ribadito che il futuro siamo noi a doverlo scrivere. Se le politiche di gestione del Recovery Fund del Governo disegnano un destino di arretratezza tocca a noi impedirlo. La istanze dei tanti che hanno partecipato alla manifestazione non possono rimanere inascoltate. Non possono restare inascoltate le parole del popolo No Ponte, che chiede di essere ricevuto dal Governo. Tocca a noi cittadini dire cosa è utile per i territori”.

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6 commenti

  1. Ma perché protestare per una cosa che non esiste? Dov’era questa gente quando Messina era senza acqua (attenzione, fu scambiata per emergenza che invece c’e sempre)? Eravamo in 200 a protestare partiti da piazza Cairoli, dove eravate? Ma andate a lavorare…………….e non aggiungo altro.

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  2. Si infatti i soldi non li facciamo guadagnare alle solidiate che prendono gli appalti dei lavori pubblici, così da mettere a disposizione un opera di vitale importanza per tutto il sud…. ma facciamolo guadagnare alle solite famiglie ricche e potenti del nostro territorio, che con il loro servizio hanno istaurato un sistema di monopolio illegale, senza che nessuno, compresi le associazioni del “NO PONTE” mettano bocca per fermarli. Ma xfavore finiamola.

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  3. Non si discute che le nostre strade hanno bisogno di manutenzione, come le scuole. Non si discute che quando piove c’è il rischio frane. Ma i manifestanti sanno sin troppo bene che tutto ciò non avverrà ugualmente anche senza costruire il ponte. Sanno bene che è un’opera che ci vuole perchè la città ogni estate è al collasso per il caos imbarchi. Per i manifestanti è plausibile una città intasata in attesa di imbarco, attendere anche 4 ore per l’imbarco, perdere circa 2 di viaggio in treno per il traghettamento? E poi lo sanno bene che il ponte è un’eterna promessa che mai vedrà luce.

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  4. Oggi su questa terra c’è un uomo coraggioso in meno ma in compenso abbiamo un IMBECILLE IN PIÙ.

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  5. Non capisco xké il mio commento non è stato pubblicato!!! Non penso che era volgare o altro, forse era scomodo x qualcuno…. la verità a fa male.

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  6. I signori che protestano lo sanno che un’azienda di Messina per fare una consegna a Reggio (e viceversa) deve prevedere da 4 a 6 ore di lavoro di uno o due persone più l’impiego del mezzo, più il traghettamento? A volte, per un furgone, il costo complessivo sfiora i mille euro. Per questo tutte le industrie in provincia di Messina hanno chiuso.
    Avevano ragione gli autisti tedeschi che, quando il monopolio era delle FF.SS non accettavano consegne in Sicilia.

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