Servizi sociali, si punta a cambiare registro. Ecco il nuovo sistema proposto dalla Santisi

Servizi sociali, si punta a cambiare registro. Ecco il nuovo sistema proposto dalla Santisi

Francesca Stornante

Servizi sociali, si punta a cambiare registro. Ecco il nuovo sistema proposto dalla Santisi

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lunedì 28 Dicembre 2015 - 01:09

Dopo alcuni mesi di studio e confronti, l'assessore Nina Santisi ha siglato una relazione che mette a punto le nuove caratteristiche che dovranno avere i servizi sociali, a cominciare dai prossimi bandi per i servizi in scadenza. La giunta ha recepito il documento e lo ha trasformato in un atto di indirizzo con cui l'amministrazione detta le linee da seguire.

Mesi di studio, incontri con le parti sociali, analisi della condizione attuale e oggi, finalmente, un nuovo punto da cui ripartire. Per i servizi sociali è tempo di nuovi modelli e di una diversa programmazione. Dopo due anni e mezzo di amministrazione Accorinti in pratica si ricomincia da zero, o comunque comincia un percorso che mira a portare delle novità in un settore cristallizzato da anni. Si parte da una relazione siglata dall’assessore Nina Santisi. Un documento che arriva quattro mesi dopo il passaggio di testimone tra l’ex esponente della giunta Accorinti, Nino Mantineo, e la new entry Santisi, che ha messo nero su bianco quella che dovrebbe essere l’azione sul delicatissimo settore di servizi sociali. L’obiettivo è indicare le coordinate metodologiche e operative per il ri-orientamento di alcuni servizi e la predisposizione dei relativi processi per l’affidamento. Un documento che mette in primo piano «la necessità di procedere celermente all’individuazione di nuovi contraenti per i servizi in scadenza» e quindi stop a proroghe o trattative private, salvo che per il tempo tecnico strettamente necessario all’aggiudicazione delle gare pubbliche, e opportunità di attivare nuovi modelli di presa in carico dei bisogni dei cittadini beneficiari dei servizi. Si avvicina infatti la scadenza per alcuni servizi e dunque il primo punto che fissa la giunta Accorinti è quello di provvedere subito ad un nuovo affidamento utilizzando procedure ad evidenza pubblica. Tutto ciò in considerazione del fatto che il 31 dicembre scade la gestione di Casa Serena e di alcuni Centri di aggregazione, il 6 gennaio ultimo giorno per altri Cag, per gli asili nido, per l’assistenza domiciliare alle famiglie dei disabili, per il trasporto disabili ai centri occupazionali e di riabilitazione.

La giunta ha così recepito la relazione dell’assessore Santisi e ne ha fatto un atto di indirizzo per riformare i servizi sociali, atto di indirizzo che detta la linea da seguire in un settore che in questi due anni e mezzo evidentemente è rimasto fermo. In particolare, come scrive proprio la Santisi, questo documento si rivolge ai servizi in scadenza, e interviene sulla razionalizzazione dell’esistente. «Una volta dato ai servizi in scadenza il giusto respiro temporale, l’impegno sarà quello di lavorare ulteriormente agli elementi innovativi, di natura strutturale, richiesti dal sistema dei servizi e dalle politiche sociali cittadine. Sarà seguito da successivi atti rivolti a innescare processi innovativi che richiedono tempi di attuazione più adeguati, a garanzia della sostenibilità delle scelte operate, dovendo rimodulare l’impiego della risorsa umana e predisporre nuove forme di accreditamento dei servizi», segno dunque che questo è il primo passo da compiere, e si precisa subito che occorrerà quanto prima intervenire sulla “riqualificazione della spesa che necessita di appositi tavoli di lavoro con tutte le parti sociali. Per l’assessore servirà un nuovo coinvolgimento del dipartimento e del servizio sociale professionale, sia per il suo ruolo di regia nella presa in carico dei “progetti personalizzati”, che di monitoraggio e controllo, trasparenza e valutazione della qualità.

L’analisi parte dalla condizione attuale, cioè un welfare che poggia su una gestione del “malessere” e del “disagio” delle fragilità in modo burocratico e standardizzato, un sistema che per la Santisi il cittadino fragile è rappresentato come un insieme di problemi e bisogni predefiniti che si adeguano all’offerta dei servizi, con l’inevitabile effetto di perdita dell’integrità della persona e del suo vivere inserito nel tessuto sociale della sua comunità. E, infatti, proprio lo “sviluppo di comunità” è uno dei paradigmi su cui deve basarsi il riordino dei servizi, partendo dalla costruzione di sistemi di sostegno delle persone fondati sulle reti naturali che la città offre. Poi c’è l’integrazione stessa dei servizi, che non devono essere mai “solo sanitari o solo sociali”, così come prevede anche la legge 328. In quest’ottica il pubblico deve costruire alleanze con i gestori privati senza delegare attribuzioni e competenze.

Ad oggi però bisogna garantire continuità per i servizi in scadenza. Per questo l’assessore spiega che si procederà alla rivisitazione dei bandi di affidamento che dovranno rispettare due principi generali: centralità della persona e personalizzazione dell’intervento e modalità di gestione del servizio, che coinvolge ente affidatario ed ente locale, attraverso il dipartimento e il coordinamento del servizio sociale e professionale. I progetti dovranno promuovere il benessere della persona attraverso azioni precise che interessano le quattro aree/diritti che corrispondono ai principali determinati della salute: apprendimento/espressività, formazione/lavoro, casa/habitat sociale, socialità/affettività.

«Dovrà essere posta la massima cura, affinchè gli interventi, anche su linee diverse di assistenza, rimangano coordinati e non si sovrappongano, per evitare sperpero di risorse. Ciò dovrà avvenire con un monitoraggio attento e costante dell’accesso da parte dei beneficiari, con una lettura aggiornata dei loro bisogni e con una valutazione rigorosa della qualità del servizio garantito».

Focus anche sui bandi, nei quali il principio di economicità dovrà essere subordinato ai criteri di esigenza sociale. E dopo le tante polemiche dei mesi scorsi, con i bandi aggiudicati grazie a ribassi d’asta del 100%, l’assessore Santisi stabilisce che «negli affidamenti relativi ai servizi alla persona si procederà all’aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. E’ esclusa l’aggiudicazione basata esclusivamente sul criterio del prezzo più basso». Ciascun bando dovrà inoltre richiedere un dettagliato “Piano formativo del personale” e la “griglia di valutazione dei progetti presentati in gara”, oltre che un’accurata Carta dei servizi.

L’assessore descrive poi nel dettaglio quelle che dovranno essere le caratteristiche peculiari di ogni servizio, comune denominatore dovrà essere la flessibilità di orari e servizi. Caratteristiche che saranno inserite nei prossimi bandi che il dipartimento dovrà redigere appena sarà approvato il bilancio di previsione 2015. Vediamo dunque cosa cambia. Casa Serena dovrà offrire un sistema abitativo che sia alternativo alla struttura “rigida e standardizzata” della casa di riposo. I Cag diventeranno Centri socio-educativi e di cittadinanza per minori, ma dovranno promuovere momenti di confronto e formazione anche per gli adulti. Dentro i centri si dovrà garantire l’accesso gratuito alla rete internet, le attività dovranno tenere conto di due fasce di età, bambini dai 6 ai 13 anni e ragazzi dai 14 ai 18 anni, verrà riqualificato il tempo che bambini e ragazzi trascorrono presso i centri, al momento eccessivamente sbilanciato a fare delle attività di recupero scolastico. Dovrà essere promosso e garantito l’accesso ai minori con disabilità e ai minori migranti, un valore aggiunto sarà la capacità di offrire interventi di educativa domiciliare e i centri dovranno svolgere anche funzione di “osservatorio di quartiere”. Per gli asili nido si parte dalla previsione di una maggiore partecipazione delle famiglie. Si verificherà la possibilità di estendere il servizio, prolungando l’orario di apertura anche se per una utenza parziale, prevedendo tempo corto (dalle 7.30 alle 14) e tempo lungo (dalle 7.30 alle 18.30). L’assistenza domiciliare alle persone con disabilità dovrà essere costruita, anche in questo caso in modo flessibile, sulle esigenze del beneficiario, tanto che il monte ore di ciascun utente deve essere personalizzato, con un servizio che si potrà svolgere in un arco temporale che va dalle 7.30 alle 20.30 in base al bisogno di ogni singolo disabile. Stesso discorso per il trasporto disabili ai centri riabilitativi e occupazionali.

Francesca Stornante

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