Il Consiglio comunale di Milazzo ha deliberato contro il CSS

Il Consiglio comunale di Milazzo ha deliberato contro il CSS

Giovanni Passalacqua

Il Consiglio comunale di Milazzo ha deliberato contro il CSS

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giovedì 08 Ottobre 2015 - 23:13

Dopo la turbolenta seduta di martedì, i consiglieri hanno sintetizzato un emendamento unico, approvata all’unanimità. Tante le proposte, anche politiche, indirizzate all’amministrazione per una svolta "sostenibile". Ma la lotta all'inceneritore andrà fatta in sede di VIA, nonostante le richieste di ordinanze o altri atti amministrativi

La quiete dopo la tempesta. Dopo il rinvio al termine della turbolenta seduta di martedì, il Consiglio comunale di Milazzo ha deliberato all’unanimità la contrarietà all’utilizzo del CSS – Combustibile Solido Secondario – per la riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela. Approvato anche l’emendamento unico che i consiglieri hanno redatto di concerto; il documento conta 18 firmatari. La votazione arriva al termine di un iter durato tre mesi, che ha visto anche una seduta di Consiglio aperta in cui si sono confrontati i rappresentanti di A2A e associazioni, sindacati e ordini professionali del territorio.

È comunque emerso che nessun consigliere ha le idee chiare sull’argomento. In molti hanno denunciato la contraddittorietà delle posizioni espresse; e non è piaciuta la nota inviata dall’Ordine dei chimici, che secondo i più non ha saputo fornire indicazioni tecniche precise. Alla fine, il voto è avvenuto “secondo coscienza” per gran parte dei presenti; ma è stato un voto carico di significati.

I sette emendamenti presentati dai consiglieri impegnano l’amministrazione comunale a trovare più alternative all’industria pesante, così da iniziare un percorso concreto verso un’economia sostenibile. Tra le proposte, oltre al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del programma “Rifiuti Zero” nel campo della differenziata, anche gli investimenti nel turismo, nella riqualificazione di alcune aree della città, nell’agricoltura e nelle bonifiche. Scontata, poi, la richiesta di presentare osservazioni in sede di Valutazione di Impatto Ambientale – in particolare sull’incompatibilità dell’inceneritore con l’AERCA e con la futura Area Marina Protetta. Qualcuno insiste poi sulla necessità di delibere, o addirittura ordinanze, a tutela della salute pubblica. E qualcun altro – il solito Midili – fa notare che forse era meglio un documento meno politico. “Sarà indispensabile l’appoggio dei nostri deputati regionali e nazionali, rimasti per la maggior parte in silenzio di fronte alla vicenda” – ha aggiunto il consigliere d’opposizione.

Nulla hanno aggiunto invece le dichiarazioni di voto dei consiglieri, e puntuale è arrivata l’unanimità, anche sugli emendamenti. Dunque, è ufficiale la posizione del Consiglio, e toccherà al sindaco Giovanni Formica e alla Giunta concretizzare gli indirizzi loro conferiti. “L’approvazione all’unanimità da parte del consiglio comunale di Milazzo rappresenta un atto importante nella battaglia contro l’inceneritore” – ha dichiarato Peppe Maimone, presidente ADASC – “finalmente dopo mesi è stato raggiunto questo risultato. Già la consulta ambiente comunale si era espressa sulla vicenda, con un atto unanime di contrarietà alla realizzazione dell’impianto. Il fronte comune delle amministrazioni comunali e dei civici consessi aumenta e una stretta e sana collaborazione fra istituzioni, associazioni, comitati e movimenti permetterà di evitare la pugnalata mortale per il comprensorio di Milazzo e della Valle del Mela”.
Sullo stesso tono le dichiarazioni del comitato “No inceneritore del Mela”, che ha invitato anche il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto a deliberare, vista la prossimità della città con il futuro termovalorizzatore; domani, intanto, sarà il turno di Rometta. Il gruppo conclude ribadendo come, dal sindaco di San Filippo del Mela – Comune su cui insiste l’impianto – ci si aspetti più che un semplice “specchietto per le allodole”, come è stato definito il referendum: e questo salto di qualità sarebbe possibile con un’ordinanza sindacale, viste le prese posizione di numerosi professionisti “che da decenni correlano incenerimento, malattie e mortalità”. Bisogna comunque ribadire che un’ordinanza sindacale può essere adottata solo nel caso di violazioni normative da cui possono derivare gravi pericoli per l’ordine e per la sicurezza pubblica, ed è un provvedimento provvisorio; ciò significa che i contenuti dell’ordinanza vanno poi affrontati in sede legislativa, e non possono essi stessi diventare legge – o andargli contro.

Giovanni Passalacqua

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