L'amministrazione di San Filippo del Mela: "Lo studio A2A non è conforme alle prescrizioni di legge"

L’amministrazione di San Filippo del Mela: “Lo studio A2A non è conforme alle prescrizioni di legge”

Giovanni Passalacqua

L’amministrazione di San Filippo del Mela: “Lo studio A2A non è conforme alle prescrizioni di legge”

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giovedì 19 Novembre 2015 - 11:41

L'amministrazione filippese ha presentato le sue osservazioni in sede di VIA, evidenziando diversi vizi procedurali: mancano approfondimenti sull'effettivo impatto ambientale e sanitario del progetto, ma anche sulla sua sostenibilità economica e sullo smaltimento dei rifiuti speciali

"Si ritiene il rapporto sulla VIA non conforme al quadro normativo". A rivolgersi al Ministero dell'Ambiente è il Comune di San Filippo del Mela, che ha depositato in sede di VIA – Valutazione di Impatto Ambientale – le sue osservazioni sul progetto di riconversione Edipower a CSS. Il progetto presenterebbe soprattutto vizi formali: mancano valutazioni più approfondite sulle future emissioni dell'azienda, sul suo effettivo potenziale di mercato e sulla trasparenza del processo di coinvolgimento della popolazione.

L'amministrazione filippese ha anzitutto richiamato i vari SIN e AERCA che, inutilmente, da quasi un decennio delimitano le aree bisognose di bonifica nella valle del Mela, identificate anche da diversi studi che hanno correlato l'impatto industriale e alla maggior incidenza di alcune patologie. Si considera poi la prossima messa in funzione dell'elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi, che marginalizzerà ulteriormente la centrale Edipower.

Altre lacune caratterizzano lo studio di impatto ambientale redatto, per A2A, dalla Tauw Italia Spa: l'amministrazione filippese ha evidenziato che il progetto è prodotto da una società ma contiene atti tipici delle professioni intellettuali protette senza che, in relazione agli stessi atti, venga specificata la qualifica professionale dei firmatari; che manca totalmente una valutazione sanitaria; che manca anche una verifica dell'entità dell'impatto ambientale, perchè è " evidente che il trattamento termico di materia non ha come unica opzione la produzione di energia"; che, infine, è assente l'analisi che dimostri la sostenibilità economica dell'opera.

Un ulteriore aspetto riguarda l'individuazione della popolazione interessata dall'opera, cioè quel pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale – e le associazioni ambientaliste. Due circostanze fanno ritenere che non sia stata correttamente rispettata la fase di informazione al pubblico: una è facilmente desumibile dalla mappa delle possibile ricadute sul terreno delle emissioni, che individua di conseguenza il pubblico interessato; l'altra è data dalla mancanza dell'individuazione del sito in cui verranno portati i rifiuti pericolosi, che non permette l'individuazione del pubblico interessato dalle varie fasi quali trasporto, smaltimento finale di tali prodotti, eventuali incidenti.

La delibera conclude citando il tema che più mette apprensione alla popolazione della valle: quello delle emissioni, in particolare delle famigerate diossine. "Va prodotta una tabella comparativa, sostanza inquinante per sostanza, prima e dopo la modifica espressa in fattore di emissione" – insiste il Comune filippese – "in rapporto ad un'adeguata misura di potenza termica complessiva immessa nell'impianto. Per poter operare un raffronto, è necessario che le emissioni siano rapportate al quantitativo di potere calorifero immesso nell'impianto, sia sotto forma di ciò che si vuole trasformare sia sotto forma di eventuali sostegni energetici al processo. Egualmente, il rendimento energetico delle varie soluzioni va calcolato come somma di tutti gli input energetici".

Giovanni Passalacqua

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