La storia del carabiniere Fortunato Arena, ucciso 26 anni fa dalla camorra

Aveva solo 23 anni Fortunato Arena, carabiniere di 23 anni, originario di San Filippo del Mela, ucciso il 12 febbraio 1992 in un agguato di camorra a Faiano, nel Comune di Pontecagnano (Salerno). Colpito da raffiche di mitra, insieme al commilitone Claudio Pezzuto, 29enne leccese, perse la vita durante un controllo di routine in piazza Garibaldi. Fermarono quel giorno due latitanti di camorra e, durante le operazioni di controllo, furono aggrediti a colpi di mitra.

Pezzuto chiese i documenti ad uno dei due latitanti ma fu sorpreso da diversi colpi di pistola. Contemporaneamente, l'altro estrasse una mitraglietta nascosta sotto il giaccone e sparò ad Arena.

Gli autori del fatto, poi identificati nei pregiudicati Carmine De Feo e Carmine D’Alessio, furono arrestati il 14 luglio 1992, a Calvanico (Salerno), e successivamente condannati alla pena dell’ergastolo.

Il 27 maggio 1993, il presidente della Repubblica ha conferito ai due Carabinieri la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Presso la Chiesa “Santissimi Filippo e Giacomo”, di San Filippo del Mela, si è tenuta la cerimonia commemorativa, con la celebrazione di una santa messa, officiata dal cappellano militare don Rosario Scibilia e dal parroco don Nunzio Triglia, alla presenza dei familiari del caduto, delle autorità religiose, civili e militari, di una rappresentanza delle associazioni nazionali carabinieri di San Filippo del Mela e Milazzo, di un'ampia rappresentanza di militari dell'Arma, nonché di una delegazione della rappresentanza militare del Co.Ba.R. Sicilia e delle scolaresche dell’Istituto comprensivo “San Filippo del Mela”, i cui allievi hanno letto dei pensieri ispirati alla figura del loro concittadino eroicamente caduto ed offerto un omaggio alla vedova ad al padre del carabiniere Arena. Al termine della messa sono intervenuti il commissario straordinario del Comune di San Filippo del Mela, Alfredo Biancuzzo, e il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Iacopo Mannucci Benincasa. É stata una giornata significativa per tutti i Carabinieri, condivisa in modo sentito con la gente che ha voluto fare sentire la propria vicinanza nel ricordo dei valorosi militari il cui esempio, anche dopo 26 anni, è sempre vivo e toccante.