Figlio comprato, resta ai domiciliari la coppia di Castell'Umberto

Figlio comprato, resta ai domiciliari la coppia di Castell’Umberto

Alessandra Serio

Figlio comprato, resta ai domiciliari la coppia di Castell’Umberto

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sabato 30 Maggio 2015 - 01:12

Il Tribunale del Riesame conferma la custodia cautelare per i coniugi Conti NIbali e la complice Bianca Capillo. Cade però l'accusa più pesante, quella di riduzione in schiavitù.

Restano ai domiciliari Calogero e Lorella Conti Nibali, i coniugi di Castell'Umberto arrestati il 12 maggio scorso dai carabinieri per il tentativo di acquistare un minore. Resta agli arresti in casa per Bianca Capillo, la complice della coppia accusata in sostanza di averli aiutati a ottenere e falsificare i documenti relativi alla nascita di un figlio in realtà mai venuto alla luce. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Messina (presidente Genovese) che ha confermato l'ordinanza chiesta ed ottenuta dalla Procura di Messina dopo l'indagine deli carabinieri del Nucleo Operativo.

I difensori, gli avvocati Massimo Lo Turco e Alessandro Pruiti, hanno comunque ottenuto un bel "punto". I giudici della Libertà hanno infatti annullato l'ordinanza per l'accusa più pesante, quella di riduzione un schiavitù, ed hanno riqualificato un altro capo di imputazione. In sostanza il carico accusatorio per i Conti Nibali si è "alleggerito". Nessuna tratta, per il primo collegio di giudici che si é occupato della vicenda, anche se la storia della coppia umbertina pare chiara, e non sarà facile discolparsi per loro. Oltre ai tre ai domiciliari, sono state coinvolte nel blitz altre sette persone che hanno l'obbligo di soggiorno.

L'indagine nasce dagli otto fermi avvenuti lo scorso 4 febbraio per la presunta compravendita di un minore romeno. Gli investigatori hanno scoperto che i coniugi umbertini, dopo la nascita di una figlia affetta da gravi disabilità ed una serie di aborti, sin dal 2008 si erano rivolti a una presunta organizzazione che, in cambio di denaro, avrebbe dovuto consegnare loro un bambino al quale sarebbero state attribuite le generalità di un fantomatico figlio maschio della coppia che nel gennaio del 2008 ne aveva denunciato la nascita, in realtà inesistente. Questo – è l'ipotesi d'accusa – grazie a false certificazioni e false dichiarazioni all'ufficiale dello Stato civile del comune di Castell'Umberto.

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