AmiAmo Messina, città che "Risorge"

AmiAmo Messina, città che “Risorge”

Franco Tiano

AmiAmo Messina, città che “Risorge”

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domenica 07 Aprile 2013 - 16:52

«Il primo obiettivo che la città può raggiungere è quello di fare rispettare le regole. L’illegalità è il primo male della società e porta spesso a situazioni di prevaricazione, dove il debole soccombe e la meritocrazia non decolla»

Messina vive momenti drammatici. Tante famiglie costrette a vivere nell’angoscia del precariato, tanti giovani costretti a varcare lo stretto per trovare un posto di lavoro, la mancanza di liquidità in molte amministrazioni costrette ad azzerare i servizi essenziali, l’impossibilità di avviare progetti di sviluppo e tant’altro, rendono la città invivibile. Lasciamo fuori dal nostro ragionamento, almeno per ora, le responsabilità di questa penosa situazione, affermando che ci sono dei diversi gradi di colpa che fluttuano dalla politica alla gente comune e cerchiamo d’individuare delle possibili svolte, delle opportunità da non perdere, dei cambiamenti che possono dare al cittadino una speranza nuova.

In chiave di svolta, il primo obiettivo che la città può raggiungere è quello di fare rispettare le regole. L’illegalità è il primo male della società e porta spesso a situazioni di prevaricazione, dove il debole soccombe e la meritocrazia non decolla. Alla fine a perderci è la società civile, indebolita della propria forza costruttiva e dei beni comuni. Far rispettare le regole significa anche lottare il nepotismo ed ogni forma di privilegio illegittimo.

La svolta si ottiene anche attraverso la capacità di chi amministra di coordinare le attività, ponendo in primo piano l’interesse comune, valorizzando il patrimonio umano disponibile e recuperando le risorse necessarie al fabbisogno collettivo. I beni, i costi di gestione, l’analisi delle necessità, le entrate e le uscite, quindi il bilancio, sono gli elementi da non sottovalutare ed avere sempre presenti per avviare una politica di cambiamento. Gli sprechi, i compensi esagerati, gli stipendifici improduttivi ed i carrozzoni inutili diventano i primi mali da estirpare. Bisogna analizzare costi e benefici e commisurare la spesa rendendola proporzionata al fabbisogno.

Non basta, però, chiudere le fontanelle dello spreco, delle elargizioni a scopi politico assistenziali e del malaffare per uscire dalla crisi. E’ necessario rendere produttivo il tessuto economico e reperire risorse necessarie allo sviluppo del territorio. Questo è un compito altamente oneroso e strettamente connesso alle attitudini dei cittadini, alla vocazione territoriale e soprattutto alle ambizioni collettive. Munirsi di un piano regolatore e di sviluppo, che siano compatibili con la realtà locale, sono le basi su cui fare ruotare ogni progetto, ogni autorizzazione, ogni piano d’intervento.

I numero ci sono e come afferma la Corte dei Conti sono peggiori di quelli che si rappresentano. Adesso è fondamentale capire se un dissesto è la soluzione oppure se vale la pena provare a cancellare le vergogne contabili, attraverso il comune sforzo di responsabilità ed individuando un governo attento, capace, di legalità e di “Rinascita”.

Franco Tiano

5 commenti

  1. franco martino 7 Aprile 2013 17:35

    Con tutto il rispetto quello che Lei ha scritto mi ha ricordato (non vuole essere una critica per carità)quando da ragazzo, moltissini anni fà, mi capitò di leggere, forse pubblicati dall’Unità, i piani quinquennali di sviluppo dell’URSS, che sulla carta dovevano assicurare ai Russi prosperità economica, mentre nei fatti morivano di fame.
    Rifletta sul fatto che non siamo capaci ti togliere dalla strada gli ambulanti abusivi, non siamo capaci di garantire ai cittadini un minimo di sicurezza (quest’estate con i miei nipotini abbiamo rischiato di essere travolti dai motorini alla passeggiata a mare, perchè nessuno è capace di impedirne l’ingresso e durante le sere estive CI SONO MOLTISSIMI BAMBINI). Ma la considerazione per me più amara, se mi permette, è che a tutto ciò ci siamo abituati; solo ieri un conoscente mi suggeriva di parcheggiare nella corsia del bus, il tempo della colazione in un noto locale di via Garibaldi e alla mia osservazione che lì la sosta è vietata mi rispondeva: “ma dai sono solo 5 minuti, lo fanno tutti”. Consiglierei di “allenarci” con le cose piccole, possibili; quasi ogni domenica vado a trovare una persona cara in un piccolo cimitero rurale, immerso nella campagna, con gli uccellini che cinguettano e una meravigliosa vista sul Tirreno, ma che abbandono. Magari incomiciamo da qui, incominiamo, per esempio, a rendere decorosi i cimiteri, rispettando i morti (almeno quelli) e poi se ci riesce, passiamo alle cose più complesse.
    Con simpatia.

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  2. ART.21 COSTITUZIONE messinesi, suvvia liberate il vostro incatenato pensiero. Apprezzo molto la riflessione di Franco TIANO, esponente del POPOLO DELLA LIBERTA’, anzitutto i riferimenti alla MERITOCRAZIA, LEGALITà e VOCAZIONE DEL TERRITORIO, molto meno quel TRALASCIARE le responsabilità di questa penosa situazione, aggiunge però un confortante PER ORA. Un’altro movimento, dal nome accattivante, AMIAMO MESSINA, CITTA’ CHE ” RISORGE”, si affolla in vista delle elezioni comunali, sarà una lista collegata, ovvero collegata ad una lista capace di superare lo sbarramento del 5%, oppure, come spero, una meritevole riflessione per l’interesse generale? Fra un mese vedremo se sono fiori o carciofi. Visto che Franco TIANO parla di bilancio, inserisco la mia riflessione terra terra. Non c’è una sostanziale differenza tra la sana gestione finanziaria, che debba caratterizzare l’amministrazione di Palazzo Zanca e quella di una famiglia messinese o di una partita IVA. Ho martellato mio figlio, fin dall’inizio della sua attività, nella lontana Milano, lo farò con i nuovi Consiglieri Comunali, di stare attentissimi ai rilevanti scostamenti tra fase dell’accertamento e quella della riscossione delle ENTRATE, per evitare la formazione di RESIDUI ATTIVI di dubbia esigibilità e il ricorso ad anticipazioni di cassa, per periodi lunghi e per importi consistenti, costerebbero in interessi passivi, ma soprattutto il rischio di programmare una spesa corrente, con una copertura finanziaria aleatoria. Consiglio sempre di non mantenere nella contabilità, residui attivi di cui ritiene dubbia l’esigibilità, sono come il SERPENTE ( i residui attivi) del PARADISO TERRESTRE ( la sana gestione ), tentatore di EVA ( Comune o partita iva ), per farle mangiare la MELA ( spesa corrente ). Sappiamo come finì, la DISOBBEDIENZA ( tenere i residui attivi di dubbia esigibilità in contabilità) portò alla CACCIATA (il dissesto) dal giardino dell’Eden, negando all’Uomo i frutti dell’ALBERO DELLA VITA ( i servizi sociali, il trasporto pubblico, il teatro…) La Genesi insegna.

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  3. FRANCESCO TIANO 7 Aprile 2013 18:50

    Gent.imo Sig. Franco Martino, il suo intervento è graditissimo e rafforza la mia idea di responsabilità diffusa ma anche la mia convinzione che Messina può cambiare a partire dai piccoli gesti e da noi stessi. A Meredit vorrei comunicare un aggiornamento sulla mia posizione politica: Sono stato un sostenitore del POPOLO DELLA LIBERTA’, oggi mi ritengo un indipendente del PDL. Condivido molto il programma ma sono convinto che sul territorio non c’è stata, sino ad oggi, una corrispondente attività partitica. Ho ritenuto necessario non aderire alla proposta di candidatura come dirigente del partito. Oggi, quella realtà è superata, ha dimostrato di reggersi su contenuti individuali ed oggettivamente non rispondenti alla base. Spero che i partiti abbiano il coraggio di innovarsi, di adeguare la loro proposta politica alle necessità, al bene comune. AmiAmo Mesina, citta che “Risorge” non sarà una lista civica. La mia personale ambizione è quella di potere, un giorno, dare qualcosa di me alla mia città. Ritengo che nella vita la cosa più remunerative è lasciare qualcosa di buono agli altri per continuare a vivere attraverso questo.

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  4. ilardo angelo 7 Aprile 2013 19:39

    datemi un sogno in cui vivere perchè la realtà mi sta uccidendo (J MORRISON)

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  5. Per cambiare Messina sono chiamate a rispondere presente tutte le energie migliori in sinergia e senza alzare le solite barricate, come le ultime vicende ci stanno , per l’ennesima volta ,dimostrando purtroppo…I pochi giovani rimasti in città potrebbero e dovrebbero rappresentare un valido aiuto e più di una speranza.

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