Il delitto. Le cause della delinquenza sociale e mediatica

Il delitto. Le cause della delinquenza sociale e mediatica

Lorenzo Ferrigno

Il delitto. Le cause della delinquenza sociale e mediatica

mercoledì 03 Dicembre 2014 - 09:39

L’uso indiscriminato di mezzi mediatici, quali ad esempio i social network, ha raggiunto livelli allucinanti se messo in rapporto con la strumentalizzazione che di essi se ne fa spesso ignorando, qualora l’individuo ne fosse consapevole, principi di sana educazione personale e sociale

Il crescente numero di delitti, quasi sempre con vittime ultime di una violenza temporale che ha il suo culmine nelle morti di cui leggiamo con orrore la cronaca, avrebbe una retrospettiva a dir poco agghiacciante se fosse messa in relazione alla globalizzazione sociale e mediatica per un verso ed alla destabilizzazione di valori etici, morali e sociali dall’altro.

Non è chi non veda infatti come l’uso indiscriminato di mezzi mediatici, quali ad esempio i social network, ha raggiunto livelli allucinanti se messo in rapporto con la strumentalizzazione che di essi se ne fa spesso ignorando, qualora l’individuo ne fosse consapevole, principi di sana educazione personale e sociale venuti meno con la scomparsa di comportamenti di rigore morale che dà sfogo al libero arbitrio più pericoloso giacchè sfocia in atti delinquenziali dalle inevitabili e tragiche conseguenze.

Ed a questa “summa” di indici drammatici si accompagnano purtroppo anche motivazioni di carattere ambientale e economico scaturenti da un’esasperazione del consumismo che permette l’accesso a status symbol altrimenti inconcepibili.

Forse potremmo finirla qui se non fosse necessaria un’analisi introspettiva delle motivazioni della tesi sin qui assunta e che vede ormai impoverita dei necessari principi ispiratori la dimensione familiare, nucleo da cui si dipartono equivoci culturali ormai intollerabili e che colpiscono scuola e lavoro, concezione del tempo libero e trasgressività in caduta libera.

Chi vuole potrà approfondire da sé, qualora ne avverta il bisogno, le statistiche parametriche scaturenti dall’analisi epocale che vedono un esasperato aumento dei delitti distinti per ambito e causali. Significando con ciò che non di progresso e di crescita bisogna urgentemente parlare ma di terapie d’urto per fermare, ove fosse ancora possibile, e distruggere il cancro di cui è malata la società – ancora civile? – prima che le metastasi distruggano totalmente i pochi tessuti sani rimasti.

E per restare nell’ambito di necessaria sintesi, la gravità del sistema riguarda famiglia e scuola in prima istanza dove occorre più controllo nella gestione dei rapporti interpersonali a cominciare dall’istituto del matrimonio e quello, ormai diffuso, della convivenza che ha permesso di saltare a piè pari il fosso delle conseguenze causate dalla dissoluzione del matrimonio con il troppo libero ricorso al divorzio che spesso è il rimedio peggiore del male.
C’è dunque lavoro per sociologi e psicologi alla ricerca del bandolo di una matassa sempre più ingarbugliata e che, di questo passo, si aggroviglierà sempre più.

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