Fera: "Prima della Variante procedere col nuovo Prg"

Fera: “Prima della Variante procedere col nuovo Prg”

Fera: “Prima della Variante procedere col nuovo Prg”

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lunedì 27 Marzo 2017 - 05:42

Il docente universitario torna ad intervenire sulla querelle in corso sullo strumento urbanistico e invita ad una riflessione sui tempi e sulle urgenze.

Una lettura un poco più attenta delle motivazioni con cui il Genio Civile ha revocato il parere positivo sulla variante del Prg , che riprende in larga misura quanto già scritto a suo tempo nel dettare le “condizioni” a cui era subordinato il parere positivo stesso, non lascia adito a dubbi: ottemperare a tali condizioni significa avviare studi e verifiche che si presentano particolarmente complessi, tant’è che lo stesso Genio civile ha dato indicazioni di richiedere la collaborazione dell’Università ed ha offerto quella dei propri tecnici.

Dunque tempi lunghi per la “Variante di salvaguardia”, con la prospettiva che resti a lungo bloccata e che ciò a sua volta blocchi il redigendo nuovo Prg. Un vero gigantesco ed inestricabile pasticcio nel quale tutti avremmo volentieri fatto a meno di trovarci. Che si stesse perdendo tempo lo vado dicendo da mesi, ma ahimè questo assessore e questa giunta sono assolutamente impermeabili a qualsiasi forma di critica o di dissenso anche se questo avviene nel massimo spirito costruttivo e nell’interesse della città.

Che fare adesso? Credo che il peccato originale, la “causa causante e non causata” risieda nella pretesa di procedere in contemporanea alla redazione di una variante al Prg esistente ed allo stesso tempo alla redazione di un nuovo Prg, procedura che in oltre 40 anni di attività non ho mai riscontrato in alcuna esperienza urbanistica. Checché ne possano pensare i nostri amministratori una Variante parziale o generale è comunque una procedura amministrativa complessa, al pari di un nuovo Prg; solo i tempi di redazione tecnica possono cambiare ed essere più o meno brevi.

Per una serie di motivi che è qui inutile elencare la città si ritrova nella necessità di “rivedere” lo strumento urbanistico generale ormai in larga parte desueto, ma voglio sottolineare, attuato in questi anni solo nelle parti di interesse privato edificatorio e largamente disatteso per quanto riguarda le parti più qualificanti: i beni comuni e gli interventi di riqualificazione urbana.

Ma i motivi veri e stringenti per cui occorre procedere senza indugi alla redazione di un nuovo strumento urbanistico generale sono due: la decadenza dei vincoli del Prg (e qui c’è la minaccia di un commissariamento) e, soprattutto, il fatto che la città non dispone dello strumento indispensabile e propedeutico a qualsiasi forma di pianificazione del territorio: la Valutazione ambientale strategica, così come richiesto dalle normative europee, nazionali e regionali. E’ questa la lacuna fondamentale che occorre colmare, perché da tale strumento possono discendere in maniera organica le politiche di tutela ambientale e di messa in sicurezza del territorio. Ora l’unico modo per fare una VAS per tutto il territorio comunale è quello di fare un Prg; l’esatto contrario di fare una variante di “salvaguardia” per evitare di fare la VAS!!

Il nuovo Prg dovrebbe perseguire tre fondamentali obiettivi: tutelare l’ambiente naturale ed il paesaggio, mettere in sicurezza il territorio e la struttura urbana e riqualificare le tante aree degradate della nostra città, fornendo abitazioni e servizi a chi ancora occupa alloggi impropri e baracche.

Nelle more della redazione del nuovo strumento urbanistico la “delibera salvacolline” doveva semplicemente cartografare quelle aree già di fatto sottoposte a vincolo idrogeologico, in base alle caratteristiche geomorfologiche e geologiche, in maniera che tale vincolo ad oggi potenziale (non essendo noi a conoscenza di quali sono le aree interessate) potesse essere adeguatamente esplicitato. Nella sostanza un semplice, banale, elementare lavoro di conoscenza del territorio, una “carta dei vincoli” sovraimposti, che considerasse non solo quelli idrogeologici ma anche ambientali e paesaggistici (ZPS, SIC, Vincoli idrogeologici, ecc..) e ripeto, già esistenti per effetto delle norme contenute nel Piano di assetto idrogeologico regionale, nei piani di gestione di ZPS e quant’altro. Una carta da fare approvare in Consiglio comunale ed inoltrare successivamente alle autorità competenti per le eventuali conseguenti deliberazioni e prese d’atto. Ricordo a tutti che i vincoli discendenti da motivazione di natura ambientale, paesaggistica o di sicurezza idrogeologica non li determinano i comuni, per quanto ambientalisti e progressisti, ma la legge discendente dagli enti sovraordinati europei, nazionali e regionali; ai comuni tocca solo di tenerli nella dovuta considerazione e farli rispettare, dopo aver individuato in dettaglio le aree sottoposte a tali vincoli. Semplice e poco dispendioso anche in termini di tempo se si vuole tutelare realmente l’ambiente e non fare chiacchiere inutili su “quellichecerano prima” (speculatori) e “noichetuteliamolambiente”.

Fatta questa semplicissima operazione, lasciando perdere decolli e atterraggi di cubature, tra l’altro inesistenti, si può procedere alla redazione del nuovo Prg e della Valutazione ambientale strategica e, in questa fase, dare seguito alle complesse indagini geologiche e di microzonazione sismica, indispensabili, e giustamente richieste dal Genio civile, in presenza di una variante urbanistica.

Perché il nuovo strumento veda la luce ci vorrà qualche anno, nel frattempo si dia attuazione a quanto di buono già previsto dal Prg e mai realizzato, a partire dai Piani particolareggiati di Risanamento, strumenti pienamente esecutivi tenuti fermi da oltre 20 anni, ed alla eventuale redazione di Piani e programmi di riqualificazione in altre aree degradate della città.

Prof. Giuseppe Fera

2 commenti

  1. Ci vorrebbe un dibbattito pubblico per discutere di cosa convenga a Messina ed ai Messinesi

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  2. Ci vorrebbe un dibbattito pubblico per discutere di cosa convenga a Messina ed ai Messinesi

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