Nel Mezzogiorno, cittadini vittime ignare di giochi molto più grandi di loro. II puntata

Nel Mezzogiorno, cittadini vittime ignare di giochi molto più grandi di loro. II puntata

Giovanni Mollica

Nel Mezzogiorno, cittadini vittime ignare di giochi molto più grandi di loro. II puntata

mercoledì 25 Luglio 2012 - 21:05

Negli anni ’70, i vertici del PCI definivano inutile l'autostrada SA-RC. Nel '99, durante il Governo D’Alema, il CIPE disse Sì al Ponte. Prodi e Rutelli lo volevano fermamente. Ora, Bersani proclama che se si destinano alla Calabria le (inesistenti) somme a disposizione della Stretto di Messina, quella regione andrà incontro a un radioso avvenire. E, forse, Pietro Ciucci è pronto a collaborare

Non posso fare a meno di chiedermi che impressione può trarre un elettore calabrese o (soprattutto) siciliano nel leggere sul sito del PD (http://www.partitodemocratico.it/doc/240366/il-sud-una-risorsa-per-il-paese-rilanciamo-il-mezzogiorno.htm) la notizia della presentazione di una mozione per il rilancio della Calabria, che sarà calendarizzata in Aula dopo la pausa estiva. E, contemporaneamente, mi domando come possa essere resa nota ai lettori di Tempostretto senza rischiare di passare per berlusconiano. Il che farebbe passare in secondo piano il contenuto della mozione, riaccendendo la disastrosa dicotomia amico o nemico creata da Bonvi nelle straordinarie strip di Sturmtruppen. Una contrapposizione che, da anni, impedisce di comprendere qual è la vera essenza dei problemi di questo sfortunato Paese: l’avere oggi, tra maggioranza e opposizione, una rara combinazione di incompetenti e tornacontisti, totalmente disinteressati al benessere generale.
Leggere quanto è scritto nel sito – che, ripeto, è quello ufficiale del PD – significa leggere il nulla. O quasi. Al di là di ridicoli slogan del tipo “ Tutte le volte che il Sud si è avvicinato al Nord, l’Italia si è avvicinata all’Europa”(Bersani) o banalità come “Se non c’è un’inversione di tendenza. La Calabria rischia di morire” (Minniti), oltre al solito e stantio “Il Sud è una risorsa del Paese” (Franceschini), l’unica proposta concreta avanzata dal vertice del partito è stata: “Va chiuso il capitolo del ponte sullo Stretto. E’ venuto il momento di chiudere quel miraggio, la società ponte sullo Stretto andrebbe sciolta”.
Come lo scioglimento della società concessionaria e la cancellazione definitiva dell’opera possano rilanciare le infrastrutture e ridurre l’isolamento della Calabria è un mistero di fronte al quale gli enigmi di Dan Brown appaiono semplici indovinelli. Pur se la notizia in sé non è certo una novità.
Rileggendo un cortese – ancorché sterile – personale scambio di email con Marco Minniti, infatti, era fin troppo evidente notare un forte pregiudizio nei confronti dell’attraversamento stabile; un pregiudizio affatto scalfito dalla necessità di inquadrarlo in un’ottica di sviluppo dell’intero Paese e fondata sulla captazione dei flussi commerciali mediterranei.
Secondo l’analisi di Peppe Caridi (http://peppecaridi2.wordpress.com/), le evidenti contraddizioni – che accomunano buona parte dei vertici del PD, da Bersani a Franceschini, da Letta a Boccia – sono spiegabili solo come segnali di pura follia. Tant’è che, acutamente, sottolinea come una cosa che non c’è non può essere causa dei problemi esistenti. Per poi concludere: se vengono a chiedervi perché in Calabria (i pieddini) non riescono ad arrivare neanche al 10%, sapete bene cosa rispondergli ….Tutto chiaro, allora?
Forse no, forse la spiegazione potrebbe essere un’altra
Proviamo a immaginare che questo (forzato ) inserimento del tema Ponte in una mozione sulla Calabria sia solo un assist opportunamente concordato allo scopo di far dire, a chi di dovere, che la chiusura della società concessionaria non comporta automaticamente il pagamento delle pesanti penali previste nel contratto a favore del General contractor. Che, alla fin fine, un accordo si può sempre trovare.
A pensar male si commette peccato ma, spesso, si azzecca, diceva Andreotti, che, di questo tipo di politica, se ne intendeva, eccome.
Cosa ha fatto sospettare l’esistenza di un ping pong studiato a tavolino? E’ stata proprio la sbalorditiva e inattesa dichiarazione, rilasciata in occasione della conferenza stampa sull’esodo estivo (!?), dalla persona che dovrebbe avere il compito istituzionale di difendere, senza se e senza ma, la realizzazione del Ponte. O, se vogliamo buttarla sul pratico, che è lautamente pagata da 10 anni per costruirlo.
Per chi non l’avesse capito, parlo dell’AD della Stretto di Messina, Pietro Ciucci.
Leggete cosa ha detto il megapresidente dell’ANAS: “… se si dovesse fermare l’opera definiremo una way out con le parti meno onerosa per noi e per loro“.
Vi pare questa una dichiarazione intonata con l’incarico ricevuto?
O non si concilia di più con una strizzata d’occhio ai probabili vincitori delle prossime elezioni?
Magari per ottenere la promessa di un incarico altrettanto prestigioso. Che so? Un posto alle Ferrovie.
Con Siciliani e Calabresi, pro e contro il Ponte, a fare da carne da cannone in una guerra di interessi molto concreti (Giovanni Mollica)

8 commenti

  1. Per me la stella polare del giornalismo è lo stile anglosassone, CANE CHE MORDE LE CAVIGLIE DEL POTERE, di tutto il potere, quello politico in particolare. Noto che Giovanni Mollica lo fa con una parte, a questo punto, come lettore commentatore di TempoStretto, invito l’editore a bilanciare con altro CANE che morda la caviglia risparmiata dal bravo giornalista. Con Mollica sono d’accordo sulla confusione che regna nel PARTITO DEMOCRATICO sulle grandi infrastrutture, necessarie allo sviluppo economico del SUD. Indecisione che il PD non ha nelle regioni in cui governa benissimo, infatti in Emilia Romagna raddoppia le carraggiate dell’autostrada che serve al turismo e ai porti della riviera romagnola.
    Caro Mollica lei è uomo che riflette, ebbene lo faccia pensando a un pasticciere a cui si ordina una torta ( le infrastrutture INESITENTI nelle regioni Sicilia e Calabria ) con una grande ciliegia di frutta candita ( il ponte ),secondo lei cosa farà per prima nel suo laboratorio?

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  2. Caro/a mariedit, ho sempre apprezzato i suoi commenti, e non ha alcuna importanza se li condividevo o meno. In effetti, negli ultimi tempi mi sono concentrato solo sul centrosinistra per la semplice ragione che il PdL è praticamente inesistente e il PD sta collezionando una sequenza di “perle” a danno di Calabria e Sicilia che non ha uguali. E la mia è la reazione del sostenitore che si sente tradito. Passando al Ponte, non sono d’accordo con lei: è da lì che bisogna iniziare, ilresto verrà. Vi sono delle ragioni specifiche per fare così: prima di tutto perché richiede una decina d’anni e, quindi, durante i lavori ci sarebbe il tempo di fare altre opere (per altro in parte comprese tra quelle del Ponte stesso, per un importo superiore al 50% delcosto totale); in secondo luogo perché un sistema ad economia chiusa (come sono Messina e la Sicilia) non parte se non “apre” verso l’esterno. Immagini un deserto: inizierebbe a fare una strada tra due oasi o verso la città più vicina? La ragione per la quale scrivo qualcosa per Tempostretto è che spero di sollecitare un civile confronto di idee, come avviene con lei.

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  3. mi domando chi dovrebbe fare queste opere in Sicilia, dato che non sono mai state fatte e mai nessuno le farà.Qua si chiacchiera tra ponte si ponte no, intanto opere pubbliche zero. Ma c’è un disegno storico, politico e culturale, per non dire massonico, che vuole che sia così, non è affatto un caso. Sicilia colonia che produce praticamente gratis capitale umano ( emigrazione) ed energia per il nord, per tutto il resto deve rimanere terzo mondo grazie ad una classe politica tutta di malfattori e incapaci collusi col sistema, e votata da molti ( non tutti) siciliani complici e non vittime, COMPLICI. E ancora si parla di PD e PDl, tra l’altro uniti senza vergogna nel sostenere quella specie di ministro nonb eletto, di nome Monti mentre la Siclia rimane una delle regioni più povere d’europa.Molte generazioni di siciliani dovrebbero solo farsi un bell’esame di coscienza e stare in silenzio.

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  4. Caro sig Mollica come al solito siamo ,come le scrivono da altra parte,a mordere una sola caviglia. Le statistiche , parlano chiaro, il traffico su strada è a calare, nè il suo ponte ne le sue ipotetiche infrastrutture possono farci niente.La Sicilia o meglio il Sud si rilanciano , altri numeri alla mano, attraverso autostrade del mare, trasporto aereo, banda larga,informatizzazione del territorio, ma soprattutto con amministratori locali capaci d’imporre regole e farle rispettare, di dettare piani di sviluppo e cercarne le risorse con i fondi europei. Ma questo come al solito quì al sud è utopia.lei ha trovato il colpevole di chi ci ha impverito, il PD,io credo che il peggior nemico dei Siciliani sia il Siciliano stesso. Ho vissuto , da buon Siciliano emigrato, in Toscana per diversi anni, sembra un mondo alieno a quello Messinese, governato dagli alieni brutti e cattivi del PD.Peccato che sia una delle regioni migliori al mondo per viverci.

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  5. Caro/a va bene perchè spesso scriviamo a due mani.La metafora della strada nel deserto fra due oasi è molto efficace,almeno quanto quella del pasticciere,e per quanto riguarda il PD di Genovese,anche quella del cartellino rosso estratto dal PD romagnolo,quello che da qualche anno conosco meglio.Tante Italie tanti PD cosi diversi uno dall’altro.La SINISTRA ha governato questa città per pochissimo tempo,troppo pochi gli anni per addebitarle questa COSA che non è più una città,una sovrapposizione estranea alla storia della Urbs Messana,anzitutto quella umana e urbanistica,così poco conosciute.La delusione in politica è un sentimento inesistente,anche se ammetto che “l’epopea” di Provvidenti,con il suo maledetto tram,e i 18 inutili mesi di Genovese,hanno demolito le aspettative di molti simpatizzanti della SINISTRA.Sono favorevole al PONTE nei momenti in cui lo identifico come un TERREMOTO che non fa vittime,ma che costringe un territorio e le sue genti a rinascere anche nella psiche.In fondo potrei condividere la grande opera, come tanti messinesi,il ramo della mia famiglia,che appartiene ad un grande albero trapiantato per secoli nel cuore della Sicilia,si è diviso in due alberelli già con i loro rametti padani,vedrebbero nel PONTE una delle sette meraviglie del mondo,come lo fu la PALAZZATA.

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  6. Caro antosail, ancora una volta non riesco a capirla. Non ho scritto di storia o sociologia, ho parlato di un fatto specifico: la mozione del PD sulla Calabria. Mi è sembrato una solenne presa in giro fatta di nulla. L’unica cosa “concreta” che vi ho visto è stato l’attacco al Ponte e alla Stretto di Messina. Che, a parer mio e per semplice logica, non portava alcun beneficio alla Calabria. Il fatto che iltraffico vada calando – e, quindi, il Ponte non servirebbe – è una colossale sciocchezza. Non perché non sia vero, ma per la semplice ragione che, per far crescere Sicilia, Calabria e Italia, il traffico bisogna attrarlo, secondo progetti ben precisi e realistici. Come hanno fatto tante altre grandi opere. Riguardo alle autostrade del mare, siamo alle solite, baypasserebbero tutte la Sicilia. Come si fa a non capirlo? Oltre tutto, già è così. Basta leggere i dati dei traffici commerciali: nei nostri porti non arriva nulla di nulla, sichieda perché mai dovrebbe arrivare o partire qualcosa, visto che non produciamo e non consumiamo? Idem per gli aeroporti. Non diamo retta alle favole. La piattaforma logistica europea, quella che serve Italia, Spagna, Francia, Grecia, Svizzera, etc. si trova tra Rotterdam e Anversa. E arricchisce quei Paesi, anche grazie alle sue tanto amate autostrade del mare. Sorvolo su informatizzazione e banda larga per mancanza di spazio. Riguardo agli amministratori capaci, sono d’accordo, ma dove li troviamo?

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  7. Caro Napoleone, la maggior parte delle richieste di finanziamento fatte all’Europa dagli enti siciliani è stata bocciata perché non rientrava in un progetto organico. Ad esempio, il potenziamento del porto di Augusta non serve a nulla se non fa parte di un collegamento ferroviario A/C verso l’Europa. Come porto di scambio (transhipment) c’è già Gioia Tauro e ha poco futuro, schiacciato dalla concorrenza dei porti africani. L’Europa ha negato il finanziamento per queste validissime ragioni. Piaccia o no, NESSUN PORTO SICILIANO HA FUTURO SENZA PONTE. La classe politica siciliana non ha ancora capito (o finge) queste banalità e continua a chiedere soldi a destra e sinistra (visto che non ne abbiamo) solo per foraggiare le clientele che la sostengono. Nessuno glieli darà più, ma i cittadini la votano. Verrebbe da dire, peggio per loro (o peggio per noi?), ma non rinunciamo all’unica cosa che ci resta: contestare questi farabutti. Soprattutto su fatti specifici.

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  8. alla classe politica siciliana non frega nulla,è chiaro

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