Quando la passione politica prevarica la prudenza si rischia di andare incontro a qualche inconveniente

Quando la passione politica prevarica la prudenza si rischia di andare incontro a qualche inconveniente

Giovanni Mollica

Quando la passione politica prevarica la prudenza si rischia di andare incontro a qualche inconveniente

venerdì 24 Agosto 2012 - 11:53

Da decenni, in Italia, i politici sono tacitamente autorizzati a dire qualsiasi sciocchezza. Impunemente e con una faccia di bronzo tale da digerire anche le più clamorose smentite. I giornalisti rischiano di più, perché un incidente può mettere a rischio il loro prestigio o, quantomeno, incrinare la credibilità del giornale sul quale scrivono. Gli altri, i comuni mortali, farebbero bene a verificare con grande attenzione ciò che dicono. Soprattutto quando non sono esperti in materia e possono andare incontro a fastidiosi inconvenienti.

Tra i mille problemi che affliggono il Bel Paese ce n’è uno, apparentemente secondario ma indicativo di come sia difficile uscire dalla contrapposizione “buono (apoditticamente, Io)-cattivo (ovviamente, Voi)” o “amico-nemico”, una piaga che porta più a contestare le ragioni degli avversari che a ricercare una base di elementi condivisi sui quali costruire un futuro migliore.
Il puntiglioso – e, a volte, petulante – sforzo di negare sempre e comunque la validità di ciò che dice l’avversario acceca ed elimina quelli che sono, da sempre, i più efficaci catalizzatori di ogni confronto di idee: buonsenso e moderazione.
Personalmente, non troverei nulla di scandaloso in tutto questo, a patto di dare a queste dichiarazioni il peso che meritano. Cioè quello di un parere come un altro, da prendere con le molle e giudicare più serenamente possibile. Ma non è sempre così: l’affermazione di un personaggio al quale è attribuita una certa autorevolezza – che derivi da vera competenza in materia o meno poco importa: di calciatori, cantanti e veline che sproloquiano su tutto lo scibile umano sono pieni i media – fa presa sull’opinione pubblica molto più del parere di uno semisconosciuto premio Nobel della materia.
Così troviamo giuristi che sproloquiano di impiantistica industriale, ingegneri che discettano di economia ed economisti che tranciano giudizi su temi ingegneristici.
Così accade che una Sciocchezza, ripetuta più volte, si tramuta in una Verità.
C’era una frase con la quale la gente semplice attribuiva la patente di oracolo a un interlocutore ritenuto autorevole: “Se lo dice lei che ha letto tanti libri …
Era una frase che eliminava ogni dubbio, tacitava qualunque obiezione, ponendo la parola fine al confronto.
In genere, l’oracolo era impersonato dal farmacista o dal parroco, dal medico o dell’avvocato del paese e il suo Verbo era graziosamente profuso a gente semplice, di letture ridotte; per lo più dedita a lavori manuali. Accadeva così che l’ascoltatore – ai nostri giorni, anche il lettore – diventava incolpevole veicolo di diffusione della Grande Fandonia che, ripetuta in giro assumeva la forma di Opinione Diffusa. E, quindi, Verità.
La miscela tra passione politica e superficialità di giudizio può diventare esplosiva e non sempre il finale è rosa.
Ciò accade quando chi è effettivamente competente nel settore specifico ritiene opportuno smentire la panzana, non tanto per astratto amore di verità, quanto per legittimo interesse. E partono le smentite, le querele e, a volte, le richieste di risarcimento.
Naturalmente, il grado di reazione dipende dal ruolo di chi ha detto la (presunta) stupidaggine e la categoria che ha maggiori probabilità di farla franca è quella dei politici. Per banali (e volgari) ragioni di convenienza.
Ricordo il caso di un “autorevole” deputato, già presidente della regione Sicilia, che in un’intervista pubblicata con grande rilievo aveva affermato che il Ponte sullo Stretto sarebbe rimasto chiuso in media 60 giorni l’anno a causa delle condizioni climatiche. Quando uno dei responsabili della progettazione lo contattò per chiedere dove avesse preso questo dato, rispose di “averlo sentito dire da qualche parte”. Tutto si fermò lì; esempio significativo della incompetenza e della irresponsabilità di chi ci governa.
Gli scivoloni però non capitano solo ai politici: anche i giornalisti autorevoli prendono cantonate. Ma la categoria non usufruisce della tolleranza di cui godono i primi. E, ogni tanto, si assiste a mortificanti marce indietro; anche se, spesso, l’opinione pubblica ne resta all’oscuro. Nello scorso mese di Giugno, un infortunio analogo è capitato a Repubblica.it, che avevano pubblicato un’inchiesta (http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/06/15/news/le_infiltrazioni_del_ponte-37270871/) dal titolo “Le infiltrazioni del Ponte”, con tanto di videointervista, dove si affermava che, nel cantiere Eurolink di Cannitello lavorano gli uomini delle mafie. Ebbene, il 16 Luglio scorso, sullo stesso sito, il video è stato bloccato con la dicitura: “si è verificato un errore nel download del video” (chiamalo errore!) e si possono leggere frasi del tipo “ Ad una successiva e più approfondita verifica, è risultato che dette notizie (quelle precedentemente pubblicate) non sono veritiere … Diamo quindi atto alla Eurolink che le affermazioni relative a Demoter e alle infiltrazioni mafiose nel cantiere di Cannitello contenute nell’articolo in questione e nell’inchiesta sono prive di fondamento. Per questo motivo, l’inchiesta in questione è stata cancellata dal sito” (http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/07/16/news/niente_infiltrazioni_della_ndrangheta_nel_cantiere_eurolink_di_cannitello-39151291/)
Ora, a parte il fatto che l’inchiesta, videointervista a parte, non è stata affatto cancellata, mi chiedo se tutti quelli che l’hanno letta – e continuano a leggerla – hanno preso poi atto delle “inesattezze” in essa contenute. O, più probabilmente, se vi sono ancor oggi alcune migliaia di appassionati frequentatori di quel sito convinti che la notizia pubblicata il Giugno sia una grande Verità.
L’ultimo caso ci riguarda ancora più direttamente, e anch’esso ha per riferimento il Ponte sullo Stretto, ormai assurto a paradigma dell’italica attitudine ad affrontare temi importanti con l’incoscienza e la superficialità dei tifosi di calcio. E ciò vale sia per i contrari che per i favorevoli alla grande infrastruttura.
La ragione del contendere potrebbe nascere – ma, pare, si possa eliminare il condizionale – da quanto dichiarato dal prof. Guido Signorino (da sempre in prima linea nella lotta al Ponte) in un’intervista pubblicata sulla Gazzetta del sud del 6 Agosto u.s. In essa – tra virgolettati che mostrano la volontà del quotidiano di distinguere le responsabilità – l’economista messinese denunzia gravi carenze nel progetto definitivo del’opera, unitamente a strane (a suo dire) incongruenze nelle date di presentazione degli elaborati. E conclude: “E’ Eurolink a dover pagare una salata multa, oltre che i danni di una rescissione del contratto per inadempienza, invitando Messinesi e politici locali a insorgere per impedire al Governo di pagare penali non dovute ad un progetto economicamente insensato e tecnicamente inaccettabile.
Giudizio molto pesante per un consorzio d’imprese che opera sui mercati internazionali. Forse un docente di Economia applicata dell’Università di Messina dovrebbe avere po’ più di prudenza nel trinciare giudizi così categorici sul progetto ingegneristico più grande e complesso che sia mai stato fatto in Italia.
Intanto, si mormora di richieste di risarcimento multimilionarie in arrivo.

6 commenti

  1. Le sciocchezze ,le diciamo in tanti ,politici ,non politici, cittadini comuni,professori universitari e qualche volta anche premi Nobel. Il motivo di tutto cio e determinato dalla mancanza spesso di CONSAPEVOLEZZA . Conquistare consapevolezza
    significa conquistare la Libertà …la libertà dai condizionamenti mediatici,dagli interessi spesso nascosti e travestiti,dalle appartenenze ideologiche, partitiche, di schieramento ,di appartenenza anche culturale,
    dall’educazione subita e quasi mai scelta,dai falsi moralismi facilmente smascherati….. Insomma bisogna cercare di pulire lo specchio della propria coscienza ,per vedere la REALTÀ . Così abbiamo il popolo dei
    NO PONTE schierato aprioristicamente contro la costruzione e naturalmente gli fa gioco aggrapparsi a
    qualsiasi “sciocchezza”, da qualunque parte arrivi purché porti acqua al proprio mulino (mulino bianco?)
    Queste persone ,spesso dotate di grande sensibilità ,vedono il Ponte come un diavolo e lo combattono ovviamente con tutte le loro forze e da qui la guerra che come tutte le guerre non risolvono niente e lasciano dietro drammi, disastri e macerie..per la città di Messima Il PONTE rappresenta da sempre un ocasione ,un ponte verso La CONSAPEVOLEZZA …sedersi serenamente attorno ad un tavolo sotterando ognuno le armi di guerra e confrontarsi sui pro e contro della “ottava meraviglia del mondo?” sarebbe (stata) cosa saggia ed illuminata

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  2. e concordando sulla..consapevolezza , magari oltre a dire no presentassero , progetti , idee e sOLDI con conseguente lavoro per messina NoN sarebbe male!

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  3. A me invece il dossieri di Repubblica pare fatto molto bene. E fatto da giornalisti molto bravi (e famosi).
    E obbligo deontologicoi un giornalista (e di un editorialista come Mollica)sarebbe anche quello di rispettare il lavoro di un collega. Anzichè denunciare un articolo, si denunci i soldi che il progetto del Ponte ha rubato al territorio messinese. Ma a Messina, all’ombra di Calarco, pochi hanno capacità intellettuali di denunciare.
    Grazie Signorino.

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  4. Caro Giovanni MOLLICA, ho letto con attenzione il tuo articolo, sono fresco di doccia, appena rientrato con mio figlio da una corsa nello splendido parco DELLE CAVE di Milano, a ridosso della lottizzazione dove ha comprato casa. Lottizzazione dove la qualità del costruito è elevatissima, dove l’ubanizzazione interna e esterna alla lottizzazione ha previsto tutto ciò che si poteva prevedere per la qualità della vita e della convivenza civile, qui non è come Messina, dove TUTTI sono muratori, progettisti, costruttori, con il risultato di questa COSA che non è più una città. Caro GIOVANNI,la POLITICA appunto, quella che ha scambiato il nostro territorio con la rendita fondiaria e immobiliare, compromettendo lo sviluppo economico, la mobilità, la sicurezza, la qualità della nostra vita. Ritornerò con più passione verso le genti di Messina lontani dai pensieri della politica politicante, e sarò più spietato nei miei commenti, pronto per la campagna elettorale regionale e poi quella comunale, fornirò i numeri nascosti ai messinesi, i numeri caro MOLLICA non mentono mai.

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  5. Ne deduco che, per lei, scrivere (o dire) cose vere o false non conta nulla. L’importante è scrivere ciò che piace alla propria parte politica (o sportiva). E’ esattamente quello che vorrebbe significare il pezzo.

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  6. Caro/a (permettimi di continuare con questo simpatico inizio) Mariedit, solo chi esce da Messina puo’ rendersi conto in pieno dello squallore nel quale è caduta la città. Con dispiacere, se è nato lì. Quello che colpisce è che chi non si muove (o non vuole vedere) è convinto che qui si vive benissimo. Anche per questo Messina non fa un passo avanti. Un rapporto Censis (mi pare) dice che nei prossimi vent’anni scenderà a precipizio verso i 200 mila abitanti. Vorrà pur dire qualcosa, ma in tanti continueranno a credere che questo è il migliore dei mondi possibile. Auguri a chi resta.

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